Alcuni la vorrebbero, altri sono terrorizzati all’idea di rivederla in circolazione, altri ancora criticano Marchionne. L’unica certezza, però, è che la Fiat Duna non tornerà in produzione. L’annuncio dell’amministratore delegato del gruppo Fca, secondo il quale la Duna tornerebbe sul mercato il 23 gennaio 2017, giorno del suo 30esimo compleanno, altro non è che un pesce d’aprile.
Impossibile rivedere in circolazione un’auto del genere, anche se da un po’ di tempo Fiat ha l’abitudine di non trovare nuovi nomi per le auto in produzione. Certo riportare la Duna in auge sarebbe un’arma a doppio taglio. Da un lato l’azienda potrebbe risparmiare sulla comunicazione: questa macchina la conoscono proprio tutti, anche quelli che di auto non sanno proprio niente. Il rovescio della medaglia è la fama che ha la Duna: sì, ispira simpatia però porta sempre con sé quell’aura di ‘sfiga’.
E allora meglio lasciare la berlina dov’è: nei ricordi e nel cuore degli italiani. Anche perché una bella rivincita la Duna, in ottima compagnia con l’Alfa Romeo Arna, se l’è già presa, grazie all’iscrizione nel registro Aci per le vetture di interesse storico. Noi, oltre a fantasticare su un’ipotetica Fiat Duna del futuro realizzata con il frontale della Punto e il retro della Chrysler 200, e su un ancora più ipotetico cugino di Sergio Marchionne che guida una Duna dagli anni ’80, preferiamo lasciarla dov’è. E limitarci a ricordare le estati dei primi anni ’90, quando arrivavano in campeggio i parenti da Torino, sulla Duna: con gancio di traino e roulotte.
Di sera la macchina, parcheggiata, emetteva un rumore simile a un muggito. Un mistero che ancora oggi è indecifrabile per chi era bambino quella volta. Ed è giusto che rimanga così, per non sbiadire i ricordi legati alla Duna, e a quanto era buffa.