È notizia di questi giorni che in pieno centro di Torino, nella splendida Galleria San Federico, a Natale 2015 aprirà, in locali di proprietà dell’Unipol, una Novacoop, cioè un supermercato della Coop. Non mi riconosco nella frase ‘la Coop sei tu’. Così come non mi riconosco in nessuno dei non-luoghi rappresentati da ipermercati e supermercati. Men che meno mi riconosco in un centro commerciale nel cuore storico ed architettonico di una città come Torino.
Come, ca va sans dire, non mi riconosco nei McDonald’s che hanno occupato il cuore delle maggiori città italiane. Ovviamente, la perlomeno discutibile operazione commerciale che snaturerà la Galleria San Federico, è propagandata come culturale. Così recita il Gambero Rosso: “Un megastore a tema gastronomico, dove mangiare, fare acquisti, sfogliare libri o semplicemente curiosare tra gli scaffali per scovare nuove prelibatezze e prodotti d’eccellenza”.
Modello Eataly, dunque, il supermercato per superricchi che da Torino è partito per conquistare il mondo intero (dei superricchi…). 12.000 metri quadrati di non-luogo di livello (verranno venduti solo i prodotti Coop di alta gamma) che, a quanto pare, non stimolano particolari reazioni nelle associazioni ambientaliste (Italia Nostra, se ci sei batti un colpo), né nelle forze politiche. Solo io mi indigno? Chissà, può darsi. Sarà anche per il fatto che a me questo consociativismo ‘rosso’ – Fassino (Pd), Unipol (Pd), Coop (Pd) – fa venire l’orticaria. O sarà che forse avrà ragione Bernardo Caprotti?