“Serve solo un minuto. Davvero. Basta un minuto”. Lo ripete allo sfinimento.
A parlare è Marco Lillo alla libreria Ibs di Roma che, con Lirio Abbate, presenta ‘I Re di Roma: Destra e Sinistra agli ordini di mafia capitale‘.
Un lavoro che ti fa capire come si possa fare giornalismo (vero) d’inchiesta. Senza patenti politiche (il sommario è abbastanza eloquente).
Rischiando in prima persona: Lirio Abbate vive sotto scorta e Marco Lillo è più volte citato nelle intercettazioni dei personaggi coinvolti nell’inchiesta.
E il loro tono è tutt’altro che amichevole.
Oltre ai metodi adottati dal “mafioso” Carminati (tale lo ritiene la Procura e qui a ripeterlo allo sfinimento, ricordando la tesi del Pm, è Abbate: “sì, non ha la coppola, ma di capo mafia si tratta…”) nel gestire gli affari, attraversando con scioltezza falle di varie amministrazioni comunali, l’inchiesta tocca tutti i nervi scoperti dei rapporti generati dall’intreccio politica-appalti-tangenti.
La lettura getta nello sconforto. I personaggi coinvolti sembrano usciti da un film del Monnezza, per come si esprimono e per come pensano.
Peccato si tratti di imprenditori, esponenti del mondo della finanza, assessori, esponenti politici di vario ordine e colore. Responsabili di cooperative.
Come Buzzi, presidente della Cooperativa 29 Giugno. Uno che, a capodanno, manda ai suoi collaboratori un sms del genere: “Speriamo che il 2013 sia un anno pieno di monnezza, profughi, immigrati, sfollati, minori, piovoso, così cresce l’erba da tagliare e magari con qualche bufera di neve: evviva la cooperazione sociale”.
Evviva.
L’unica cosa da fare è cercare un’àncora di salvezza: “Ma qualcosa si potrà pur fare…”.
Per dire. Perché la legge anti-corruzione, tanto annunciata e ciclicamente strombazzata, è arrivata in aula dopo più di 700 giorni?
“Guarda, c’è una cosa che si può fare in un minuto. Se tu fossi un politico e io ti dessi mille euro senza dichiararli, sarebbe un illecito. Ma se ne dono 10 mila a un’associazione in cui ci sei tu come politico, si può tranquillamente fare. Basterebbe rendere obbligatoria la trasparenza su questo tipo di operazioni. Serve un minuto. Un solo minuto”.
Avete presente quando, per far capire a una persona che la disturberete per pochissimo tempo, dite: “Ti rubo solo un minuto?”.
Forse il problema è proprio l’uso di quel verbo: “Rubare”.
Magari – qualcuno- ne vuole mantenere l’esclusiva.