I più “ricchi” sono i lavoratori autonomi, che in media denunciano al fisco 35.660 euro, più del doppio rispetto ai titolari di imprese individuali. I quali a loro volta guadagnano meno dei dipendenti e poco più rispetto ai pensionati. Puntuale come ogni anno arriva la (per molti versi paradossale) classifica dei guadagni degli italiani basata sulle dichiarazioni dei redditi. Il ministero dell’Economia ha diffuso i dati relativi a quelle presentate nel 2014 e l’affresco che ne risulta è quello di un mondo alla rovescia in cui gli “imprenditori” devono accontentarsi di 17.650 euro l’anno mentre i dipendenti ne intascano “ben” 20.600 e chi è in pensione 16.280.
Va ricordato però che qui dati devono essere letti alla luce del “libretto di istruzioni” fornito dal Tesoro, che chiarisce per esempio come nelle dichiarazioni Irpef si intendano come “imprenditori” coloro che hanno un’attività in proprio e non i titolari di grandi aziende. La quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta infatti a tassazione sostitutiva e non rientra quindi nell’Irpef. Per altro si tratta per la maggior parte di ditte individuali, senza personale alle dipendenze.
Tornando ai numeri, il comunicato di via XX Settembre rende noto che il reddito medio degli italiani nel 2013 è stato di 20.070 euro, l’1,5% in più rispetto al 2012 soprattutto per effetto della crescita dei redditi da pensione, saliti in media del 3,2 per cento nonostante i contribuenti che hanno dichiarato assegni pensionistici siano calati di 168mila unità. Diminuiscono invece i redditi totali da lavoro dipendente (-0,1%), d’impresa (-2,2%), lavoro autonomo (-1,2%) e partecipazione (-3,6%). Il valore mediano, cioè il reddito dell’individuo che sta esattamente in mezzo tra la metà degli italiani che guadagnano di più e quella che guadagna di meno, è di 16.213 euro: vale a dire che la metà dei contribuenti non supera 16.213 euro di reddito complessivo dichiarato. I redditi da lavoro dipendente e da pensione superano l’82% del reddito complessivo dichiarato, in particolare il reddito da pensione supera per la prima volta il 30% del totale del reddito complessivo. A presentare il 730 sono stati 41 milioni di italiani, per un reddito complessivo dichiarato di circa 811 miliardi.
Solo il 5% dei contribuenti dichiara oltre 50mila euro. E versa il 37% dell’Irpef totale
Nella classe fino a 15mila euro si colloca il 46% dei contribuenti, che dichiara solo il 5% dell’Irpef totale, mentre il 49% è in quella tra i 15 e i 50mila euro, che dichiara il 58%
dell’Irpef totale. Solo il 5% dei contribuenti dichiara più di 50mila euro, ma versa il 37% dell’Irpef totale. I soggetti con un reddito complessivo superiore ai 300mila euro sono anche tenuti al pagamento del contributo di solidarietà del 3% sulla parte di reddito che supera la soglia: si tratta di circa 30mila soggetti (0,1% del totale contribuenti), per un ammontare complessivo di 252 milioni di euro (circa 8.700 euro in media).
L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (23.680 euro), seguita dal Lazio (22.310 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso con 14.390 euro. Nel 2013 il reddito medio nelle regioni del Sud e del Centro è cresciuto meno della media nazionale.
Il reddito da fabbricati dichiarato nel 2013 non è direttamente confrontabile con quello dichiarato l’anno precedente perché nel frattempo la tassazione sulla casa è stata modificata. L’Imposta sostitutiva sul reddito da locazione immobiliare (cedolare secca), arrivata al terzo anno di applicazione, ha interessato più di un milione di soggetti (+37% rispetto al 2012) per un ammontare di imponibile di circa 7,5 miliardi di euro (+26%) e un’imposta dichiarata di 1,5 miliardi di euro.