Spendere meglio senza tagliare le quantità di beni e servizi acquistati dalla pubblica amministrazione. Con un risparmio per le casse dello Stato compreso fra 1,14 e 3,2 miliardi nel triennio 2014-2016. La cura che Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review, ha consigliato un anno fa al governo Renzi avrebbe cambiato radicalmente le modalità di acquisto dell’amministrazione centrale, degli enti locali, del servizio sanitario nazionale e degli altri enti pubblici. Come? In due mosse. Innanzitutto sfruttando l’accorpamento della spesa attraverso “soggetti aggregatori”, in pratica gruppi di acquisto in cui rientrano centrali di committenza nazionali e regionali, consorzi di enti locali, aree vaste, Comuni metropolitani. La creazione di questi soggetti è diventata legge a gennaio, ma l’obbligo di concentrare gli acquisti è slittato al primo settembre grazie al Milleproroghe. In seconda battuta costringendo la pubblica amministrazione a usare l’e-procurement, cioè l’acquisto di merci e servizi per via telematica.
Secondo il rapporto dell’ex commissario questi due stratagemmi, sviluppati all’interno di un più ampio piano di controllo dei processi di spesa, sarebbero stati capaci di ridimensionare subito gli acquisti fatti dalle Regioni da un minimo di 162 a un massimo di 486 milioni nel triennio 2014-2016. Avrebbero ridotto i costi per beni e servizi degli enti locali e dal servizio sanitario nazionale da un minimo di 450 milioni a un massimo di 1,135 miliardi e quelli della pubblica amministrazione centrale da un minimo di 170 milioni a un massimo di 510. Nel dossier affidato al governo, Cottarelli spiega che basta incrementare la quantità di spesa effettuata dai gruppi di acquisto della pubblica amministrazione per spuntare prezzi migliori rispetto a quelli ottenuti con singole commesse. E aggiunge che è anche necessario allineare i contratti per telefonia, energia e gas sottoscritti dai diversi rami della pubblica amministrazione per risparmiare sulle bollette fino a 370 milioni nel 2014 (più altri 147 milioni nel 2015).
Qualche esempio può forse aiutare ad intuire la capillarità dell’intervento previsto dalla cura Cottarelli per gli enti locali. Nel 2014, ad esempio, il Piemonte “aggregava” il 23% della spesa regionale. Secondo le proiezioni di Cottarelli, se la quota fosse salita al 35% nel 2015, le casse pubbliche avrebbero risparmiato quest’anno fino a 39 milioni con un abbattimento dei costi di acquisto del 15 per cento. Le economie sarebbero poi lievitate fino a 49 milioni nel 2016 grazie al 50% di spesa aggregata, per arrivare a regime a 32 milioni di risparmi con il 60% degli acquisti effettuato congiuntamente ad altri rami della pubblica amministrazione. La situazione non è diversa da Nord a Sud: nella Regione Puglia la spesa aggregata per beni e servizi rappresentava nel 2014 appena l’1% del totale (1,788 miliardi). Se la percentuale fosse salita al 10% nel 2015, le casse pubbliche avrebbero risparmiato circa 24 milioni. Il risparmio sarebbe poi salito ancora a 35 milioni con il 30% di spesa aggregata per arrivare a 80 milioni a regime.
Numeri interessanti per il governo in un momento in cui la coperta è decisamente corta. Ma per poter centrare gli obiettivi di risparmio, Cottarelli fissa cinque precise “precondizioni”. L’ex commissario ritiene che sia innanzitutto necessaria l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per gli acquisti di beni e servizi che sarà chiamato a stilare un “piano di intervento a livello nazionale” sulla base delle indicazioni fornite dalla pubblica amministrazione. Il tavolo è stato creato a gennaio: è sotto il coordinamento del Tesoro con componenti di Anticorruzione, Anci, Upi, un delegato regionale, un rappresentante della Presidenza del Consiglio e una rappresentanza dei soggetti aggregatori, che, come previsto da Cottarelli, devono essere registrati in un apposito neonato albo. Ma non è ancora operativo.
Nelle idee del superconsulente venuto da Washington il gruppo di esperti, che potrà decidere di affidare singole gare ai soggetti aggregatori, dovrà identificare gli obiettivi di risparmio e monitorare i risultati raggiunti. In secondo luogo, Cottarelli giudica essenziale obbligare i diversi rami della Pubblica amministrazione ad effettuare una programmazione triennale del fabbisogno con un piano di gare su dodici mesi. A questo punto, in un arco di tempo limitato, i soggetti aggregatori potranno presentare al tavolo tecnico il loro piano aggregato finalizzato a mettere insieme gli acquisti di una stessa area geografica e contenere la spesa. E’ prevista la possibilità di “varianti” al piano gare, ma solo sulla base di un’autorizzazione ad hoc senza la quale la pubblica amministrazione richiedente non potrà emanare il bando. Il rapporto introduce poi il rafforzamento degli obblighi per gli enti locali nell’utilizzo delle centrali di committenza via Consip o Centrali di acquisti territoriali e l’uso di sistemi telematici di negoziazione che consentono la massima trasparenza e garantiscono i migliori prezzi di acquisto. “La gestione telematica delle diverse fasi del processo di acquisto (dalla raccolta dei fabbisogni all’analisi di mercato, alla scelta del contraente fino all’ordine, all’archiviazione ed eventuale pagamento) può portare significativi risparmi sia di prezzo unitario che la Commissione Europea stima fra il 5 e il 20 per cento”, si legge nella bozza di documento. Che suggerisce al governo di rafforzare e potenziare i soggetti aggregatori la cui nascita dovrà essere obbligatoria. Pena la nomina di commissario ad acta e a favore dei quali potranno esserci specifici finanziamenti.
Solo se le cinque “precondizioni” si realizzeranno, allora gli obiettivi di riduzione della spesa pubblica saranno a portata di mano. Certo bisognerà far funzionare le centrali e il tavolo tecnico, fissare i target per la spesa aggregata, controllarne il raggiungimento, verificare i contratti delle bollette e tagliare anche le spese spese superflue come i 125 milioni di acquisti di giornali. Tutti tasselli che sulla carta Renzi ha realizzato senza però ancora renderli operativi. Forse anche perché il progetto di Cottarelli segna una netta inversione di tendenza nella gestione della spesa della Pubblica Amministrazione. Taglia i legami con un passato di ampia autonomia che ha fatto registrare differenze consistenti nell’acquisto di beni e servizi non solo da un capo all’altro del Paese, ma anche fra i diversi rami della Pubblica amministrazione sia a livello nazionale che locale. Un cambiamento, che politicamente non è facile far digerire.
Lobby
Spending, aggregando acquisti di Stato ed enti locali risparmi fino a 3,2 miliardi
Il dossier sulle spese della pubblica amministrazione per beni e servizi evidenzia la possibilità di ridurre le uscite senza incidere sulle quantità: è sufficiente che gli enti centralizzino. Ma il cambiamento politicamente non è facile da far digerire
Spendere meglio senza tagliare le quantità di beni e servizi acquistati dalla pubblica amministrazione. Con un risparmio per le casse dello Stato compreso fra 1,14 e 3,2 miliardi nel triennio 2014-2016. La cura che Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review, ha consigliato un anno fa al governo Renzi avrebbe cambiato radicalmente le modalità di acquisto dell’amministrazione centrale, degli enti locali, del servizio sanitario nazionale e degli altri enti pubblici. Come? In due mosse. Innanzitutto sfruttando l’accorpamento della spesa attraverso “soggetti aggregatori”, in pratica gruppi di acquisto in cui rientrano centrali di committenza nazionali e regionali, consorzi di enti locali, aree vaste, Comuni metropolitani. La creazione di questi soggetti è diventata legge a gennaio, ma l’obbligo di concentrare gli acquisti è slittato al primo settembre grazie al Milleproroghe. In seconda battuta costringendo la pubblica amministrazione a usare l’e-procurement, cioè l’acquisto di merci e servizi per via telematica.
Secondo il rapporto dell’ex commissario questi due stratagemmi, sviluppati all’interno di un più ampio piano di controllo dei processi di spesa, sarebbero stati capaci di ridimensionare subito gli acquisti fatti dalle Regioni da un minimo di 162 a un massimo di 486 milioni nel triennio 2014-2016. Avrebbero ridotto i costi per beni e servizi degli enti locali e dal servizio sanitario nazionale da un minimo di 450 milioni a un massimo di 1,135 miliardi e quelli della pubblica amministrazione centrale da un minimo di 170 milioni a un massimo di 510. Nel dossier affidato al governo, Cottarelli spiega che basta incrementare la quantità di spesa effettuata dai gruppi di acquisto della pubblica amministrazione per spuntare prezzi migliori rispetto a quelli ottenuti con singole commesse. E aggiunge che è anche necessario allineare i contratti per telefonia, energia e gas sottoscritti dai diversi rami della pubblica amministrazione per risparmiare sulle bollette fino a 370 milioni nel 2014 (più altri 147 milioni nel 2015).
Qualche esempio può forse aiutare ad intuire la capillarità dell’intervento previsto dalla cura Cottarelli per gli enti locali. Nel 2014, ad esempio, il Piemonte “aggregava” il 23% della spesa regionale. Secondo le proiezioni di Cottarelli, se la quota fosse salita al 35% nel 2015, le casse pubbliche avrebbero risparmiato quest’anno fino a 39 milioni con un abbattimento dei costi di acquisto del 15 per cento. Le economie sarebbero poi lievitate fino a 49 milioni nel 2016 grazie al 50% di spesa aggregata, per arrivare a regime a 32 milioni di risparmi con il 60% degli acquisti effettuato congiuntamente ad altri rami della pubblica amministrazione. La situazione non è diversa da Nord a Sud: nella Regione Puglia la spesa aggregata per beni e servizi rappresentava nel 2014 appena l’1% del totale (1,788 miliardi). Se la percentuale fosse salita al 10% nel 2015, le casse pubbliche avrebbero risparmiato circa 24 milioni. Il risparmio sarebbe poi salito ancora a 35 milioni con il 30% di spesa aggregata per arrivare a 80 milioni a regime.
Numeri interessanti per il governo in un momento in cui la coperta è decisamente corta. Ma per poter centrare gli obiettivi di risparmio, Cottarelli fissa cinque precise “precondizioni”. L’ex commissario ritiene che sia innanzitutto necessaria l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per gli acquisti di beni e servizi che sarà chiamato a stilare un “piano di intervento a livello nazionale” sulla base delle indicazioni fornite dalla pubblica amministrazione. Il tavolo è stato creato a gennaio: è sotto il coordinamento del Tesoro con componenti di Anticorruzione, Anci, Upi, un delegato regionale, un rappresentante della Presidenza del Consiglio e una rappresentanza dei soggetti aggregatori, che, come previsto da Cottarelli, devono essere registrati in un apposito neonato albo. Ma non è ancora operativo.
Nelle idee del superconsulente venuto da Washington il gruppo di esperti, che potrà decidere di affidare singole gare ai soggetti aggregatori, dovrà identificare gli obiettivi di risparmio e monitorare i risultati raggiunti. In secondo luogo, Cottarelli giudica essenziale obbligare i diversi rami della Pubblica amministrazione ad effettuare una programmazione triennale del fabbisogno con un piano di gare su dodici mesi. A questo punto, in un arco di tempo limitato, i soggetti aggregatori potranno presentare al tavolo tecnico il loro piano aggregato finalizzato a mettere insieme gli acquisti di una stessa area geografica e contenere la spesa. E’ prevista la possibilità di “varianti” al piano gare, ma solo sulla base di un’autorizzazione ad hoc senza la quale la pubblica amministrazione richiedente non potrà emanare il bando. Il rapporto introduce poi il rafforzamento degli obblighi per gli enti locali nell’utilizzo delle centrali di committenza via Consip o Centrali di acquisti territoriali e l’uso di sistemi telematici di negoziazione che consentono la massima trasparenza e garantiscono i migliori prezzi di acquisto. “La gestione telematica delle diverse fasi del processo di acquisto (dalla raccolta dei fabbisogni all’analisi di mercato, alla scelta del contraente fino all’ordine, all’archiviazione ed eventuale pagamento) può portare significativi risparmi sia di prezzo unitario che la Commissione Europea stima fra il 5 e il 20 per cento”, si legge nella bozza di documento. Che suggerisce al governo di rafforzare e potenziare i soggetti aggregatori la cui nascita dovrà essere obbligatoria. Pena la nomina di commissario ad acta e a favore dei quali potranno esserci specifici finanziamenti.
Solo se le cinque “precondizioni” si realizzeranno, allora gli obiettivi di riduzione della spesa pubblica saranno a portata di mano. Certo bisognerà far funzionare le centrali e il tavolo tecnico, fissare i target per la spesa aggregata, controllarne il raggiungimento, verificare i contratti delle bollette e tagliare anche le spese spese superflue come i 125 milioni di acquisti di giornali. Tutti tasselli che sulla carta Renzi ha realizzato senza però ancora renderli operativi. Forse anche perché il progetto di Cottarelli segna una netta inversione di tendenza nella gestione della spesa della Pubblica Amministrazione. Taglia i legami con un passato di ampia autonomia che ha fatto registrare differenze consistenti nell’acquisto di beni e servizi non solo da un capo all’altro del Paese, ma anche fra i diversi rami della Pubblica amministrazione sia a livello nazionale che locale. Un cambiamento, che politicamente non è facile far digerire.
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Napoli, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In una Campania in crescita, ma ancora segnata dal fenomeno della fuga di talenti, il legame tra formazione universitaria e sviluppo economico diventa cruciale. Se ne è discusso presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriale Napoli, durante l’evento 'Muoversi nelle professioni e sul territorio', promosso dalla Luiss e dedicato alle lauree magistrali dell’Ateneo.
“La Luiss lavora in prima linea per costruire corsi di laurea magistrale strettamente legati alle necessità del mercato del lavoro. Pur avendo sede a Roma, dedichiamo particolare attenzione alla Campania, seconda regione di provenienza dei nostri studenti e territorio ricco di opportunità nei settori chiave come turismo, agroalimentare e aerospazio. Il nostro obiettivo è collaborare con le imprese campane affinché i nostri studenti possano realizzarsi professionalmente all’interno di esse, raggiungendo posizioni apicali”, ha spiegato Enzo Peruffo, Dean della Graduate School Luiss e responsabile dello sviluppo dei percorsi magistrali dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate anche le caratteristiche dell’offerta formativa Luiss: “E' importante farsi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi, ma anche essere pronti a sviluppare nuove competenze trasversali, saper dialogare con l’intelligenza artificiale con solide competenze verticali e lavorare sulle life skills, le cosiddette competenze della vita. Solo così si potranno affrontare le trasformazioni attuali e future. Per noi è fondamentale interagire con tutte le realtà del territorio, da cui traiamo spunto per disegnare un’offerta formativa sempre più aderente alle esigenze del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo è formare studenti altamente preparati, motivati e appassionati, in grado non solo di entrare nel mondo del lavoro, ma di costruire percorsi di carriera soddisfacenti e di successo”.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si è conclusa oggi la terza edizione del Welfare day evento di riferimento per il mondo del welfare aziendale, organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, player globale leader nei benefit aziendali e nell’employee engagement. La giornata, ospitata presso Palazzo dell’Informazione in Roma e trasmessa in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, ha offerto spunti concreti su come le imprese possano integrare il welfare nelle proprie strategie, favorendo sostenibilità, engagement dei dipendenti e innovazione.
L'evento si è aperto con il Keynote Speech di Pluxee Italia, in cui Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo - rispettivamente Chief Growth Officer e Managing Director di Pluxee Italia - hanno evidenziato come il welfare aziendale stia evolvendo in una strategia collettiva, guidata dalla digitalizzazione e dalla crescente personalizzazione dei servizi. Attraverso dati e case study, è emerso come la tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere dei dipendenti, rendendolo più accessibile ed efficace. Durante l’evento Pluxee ha presentato anche la nuova piattaforma welfare: un’innovazione che amplia l’offerta dei servizi offerti, basata su flessibilità, accessibilità e ampiezza del network.
Nel corso delle tre sessioni talk show, con la partecipazione di Chro, welfare manager e altre figure hr chiave di aziende del Paese, sono stati affrontati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del welfare. Nel primo, 'Welfare strategico: l’alleanza tra hr e business e la creazione di valore sostenibile', con la conduzione di Esther Intile di Enel Group, è stato approfondito il legame tra il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese. Tra i punti emersi, la necessità di un approccio integrato tra hr e business per massimizzare l’impatto positivo del welfare sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Nel secondo panel, “Il ruolo dei benefit aziendali all'interno della strategia di welfare”, si è discusso di come i benefit siano passati da strumenti standardizzati a soluzioni sempre più personalizzate, grazie all’ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti e all’uso di piattaforme digitali. Relatori e relatrici hanno sottolineato l'importanza di costruire un ecosistema aziendale basato sulla flessibilità e sull’inclusione, ma hanno anche posto l’accento su una criticità diffusa: troppi dipendenti non conoscono o non sfruttano i benefit a loro disposizione. Servono quindi strategie di comunicazione più efficaci per favorire un reale engagement.
Il terzo e ultimo talk show, “La centralità del welfare nelle strategie di attraction e retention”, ha posto l’attenzione sulla crescente importanza del welfare come strumento di attrazione e fidelizzazione dei talenti. Tra le best practice emerse, il rafforzamento di benefit legati alla salute, al sostegno alla genitorialità e al benessere psicologico, aspetti ormai fondamentali per le nuove generazioni di lavoratori.
La sfida è coniugare ascolto e personalizzazione, superando l’approccio one-size-fits-all e costruendo soluzioni di welfare sempre più dinamiche, scalabili e in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Un welfare aziendale davvero efficace non solo migliora il benessere di lavoratori e lavoratrici, ma genera un impatto positivo sull'intera organizzazione, contribuendo alla sostenibilità e alla crescita nel lungo periodo. Durante l’evento hanno condiviso la loro esperienza le seguenti aziende: Altergon Italia, Atac, Eidosmedia, Fater, Fedegroup, Fendi, Hewlett Packard Enterprise, Philip Morris International, Procter & Gamble, Rheinmetall Italia, Ria Money Transfer e Tim. L’evento potrà a breve essere riascoltato su www.comunicazione.tv. L’appuntamento con il Welfare day si rinnova per il 2026, con l’obiettivo di continuare a tracciare il futuro del welfare aziendale in Italia.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Procederemo a tutelare la reputazione e l’onorabilità dello studio legale Giarda nelle opportune sedi competenti, come, del resto, già avvenuto in passato nei confronti dello stesso avvocato Massimo Lovati, confidando che questa vicenda possa finalmente trovare la giusta definizione, da tempo auspicata anche dal fondatore dello studio". Gli avvocati Fabio ed Enrico Giarda, ex difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, replicano così alle affermazioni del difensore di Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Garlasco, che ha sostenuto che "l'indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione".
Dichiarazioni ritenute dai fratelli Giarda "del tutto gratuite e gravemente lesive. L'avvocato Lovati evidentemente dimentica che la denuncia a suo tempo presentata nel 2017 da Andrea Sempio nei confronti dello studio legale Giarda e degli investigatori incaricati è stata archiviata nel 2020 dal gip di Milano, che nella sua ordinanza ha certificato l’assoluta correttezza dell’attività di raccolta e successiva estrazione dai reperti".
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Quella di oggi, per il governatore Francesco Rocca, è “una bella giornata, che ci ricorda da un lato quanto è bello vivere e rappresentare questa regione, ma soprattutto l’importanza di essere accompagnati in questo viaggio e in questo anno particolare, che è un’occasione che non possiamo perdere, fra Giubileo e l’Expo di Osaka. Sono grato al Niaf per la capacità di custodire l’elemento valoriale con la necessità di andare oltre ai confini. Questa è la conseguenza naturale di valori che non si è mai persa: la comunità italoamericana non deve perdere le sue radici, la consapevolezza, e l’orgoglio di essere italiani”.
“I 20 milioni di italoamericani sono i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo - afferma il presidente Niaf Robert Allegrini - e nel nostro 50mo anniversario non potevamo che scegliere il Lazio: abbiamo voluto condividere l’occasione con la regione che ospita la capitale d’Italia, non potevamo fare altrimenti, per dimostrare che il Lazio non è solo il Colosseo e la Fontana di Trevi ma che è una Regione che guarda al futuro”. Un legame quello con il Lazio che si fa anche con il cibo ma non solo. Un piatto su tutti: le Fettuccine alla Alfredo: “Poter portare a Washington Mario Mozzetti del ristorante Alfredo alla Scrofa, uno dei più grandi ambasciatori del Lazio negli Stati Uniti e di avere l'opportunità qua a Roma di andare al ristorante dove è nato questo piatto iconico per me è un motivo di grande soddisfazione”. Per Mario Mozzetti, “è un vero sogno andare alla convention Niaf di Washington e portare le fettuccine alla Alfredo. Portare questo piatto è un orgoglio anche a livello storico: portare Alfredo alla Scrofa negli Stati Uniti significa raccontare la storia che collega idealmente, ma non solo, l’Italia e gli Stati Uniti”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Lazio è “Regione d’Onore Niaf 2025”. Un evento che ricade nel 50mo anniversario della National Italian American foundation, la più grande associazione di italoamericani. Lo slogan è chiaro: “All you need is Lazio”, fra sapori autentici, la storia incisa nella pietra, meraviglie naturali, benessere e relax, arte e artigianato, la magia del cinema, innovazione e aerospazio, eccellenza accademica e un patrimonio culturale unico. “È un grande riconoscimento - afferma Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore a Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione della Regione Lazio - in cui saremo protagonisti a 360 gradi. Saranno coinvolte 20 startup e pmi innovative oltre a 18 grandi imprese che saranno attori protagonisti. Non è solo un grande evento ma è una vera missione di sistema. Ma non ci saranno solo le imprese: saranno coinvolte anche università e centri di ricerca. Startup. Gli obiettivi, netti e chiari - prosegue Angelilli - sono un piano di networking per una forte connessione con le imprese. L’altra sfida è l’ attrazione degli investimenti”. Per Amedeo Teti, capo Dipartimento per il Mercato del Mimit, “la Regione Lazio merita questa posizione di Regione d’onore. Il Lazio è da sempre attrattore di grandi investimenti. Secondo il Financial Times poi solo nel 2024 l’Italia ha attratto 35,5 miliardi di investimenti e ha creato 36mila posti di lavoro”.