“Ogni settimana riceviamo almeno 15 mail di italiani che chiedono consigli per trasferirsi come noi in Africa”. Gloria Diotallevi ha poco più di trent’anni e negli occhi l’orgoglio per la sua scelta: da un anno vive in Senegal con Antonio Mariotti, 32. La loro casa è un piccolo bed & breakfast sulla Petite Côte, la bianca costa a sud di Dakar, da cui “anche se la connessione internet è traballante” cercano di rispondere a tutte le mail di chi vuole seguire la loro scelta. “C’è chi desidera trasferirsi in Senegal perché ama la sua cultura e c’è chi invece è attratto dalle tante opportunità economiche di questo paese”, precisa Gloria, raccontando come negli anni in cui ha visitato il Senegal da turista ha visto sempre più senegalesi tornare in patria.
Ma solo quando si è trasferita in Africa si è resa conto anche di quanti europei vivessero qui. Tante le opportunità: “Il lavoro manuale qualificato, come quello di meccanici, muratori ed elettricisti, è sempre molto richiesto così come gli investimenti edili – precisa la trentenne romana – Come tutto ciò che è Made in Italy, dai prodotti alimentari ai vestiti senza dimenticare la ristorazione, qui ha molta richiesta e ben poca offerta. Un’opportunità in più per noi italiani”.
Tra le mail che ricevono anche quelle degli italiani in fuga, che si dividono in due maxi categorie: da una parte “persone che vogliono importare in Africa il proprio lavoro, ormai fermo in Italia”. La seconda categoria, invece, rispecchia quella che è stata la storia di Gloria e Antonio, ovvero “giovani delusi ed amareggiati dall’Italia che si chiedono se sia davvero possibile una prospettiva migliore all’estero”. E loro due se lo sono chiesti quando, dopo nove anni insieme, hanno deciso di andare a convivere nel paese d’origine di Antonio, a Tuscania (nel Viterbese). E mentre lui era contabile e si occupava di tutte le faccende di casa, Gloria faceva la pendolare tutti i giorni, lavorando a Roma per una testata giornalistica. “Abbiamo passato in questa situazione due anni”, racconta Gloria, ricordando quando sei giorni la settimana prendeva un treno alle 7 del mattino per tornare a casa dopo le 20. “Ora la nostra sveglia suona in base ai bisogni dei clienti. Ma non rinunciamo mai a qualche ora di spiaggia ogni giorno. E quando siamo liberi i nostri ritmi diventano più senegalesi, tutto con più calma e tranquillità”.
Una scelta (chiamata, sorridendo, “il cambiamento di vita”) che la giovane coppia non ha fatto per denaro. In Italia una casa c’era, così come un lavoro. “Ma dando uno sguardo al nostro futuro ci siamo accorti che quello che ci aspettava non era quello che avevamo sempre desiderato per noi – continua il 32enne romano – La nostra è stata una vera e propria scelta di cuore: quando abbiamo visto il Senegal abbiamo capito che volevamo costruire il nostro futuro qui”.
Poco più di un anno fa, quindi, la scelta di emigrare perché sentivano che in Italia la qualità della loro vita non avrebbe accennato a migliorare. E anche se “per i nostri genitori è stato un duro colpo”, mamma e papà li hanno sempre incoraggiati a costruire il loro futuro all’estero. “Il Senegal ci ha affascinato per la sua semplicità – commenta Antonio – La semplicità nel vivere il quotidiano, nell’integrarsi, nel far crescere i bambini, nei rapporti umani e anche la semplicità burocratica”.
Gloria e Antonio consigliano l’Africa a tutti quegli italiani che ogni settimana si rivolgono a loro per sapere com’è vivere laggìù. “All’inizio c’è stato qualche ritardo a lanciare la nostra attività, anche per il semplice fatto che i senegalesi arrivano matematicamente in ritardo a qualsiasi appuntamento – ricorda Gloria – Abbiamo lasciato una vita quotidiana ricca di comodità date per scontato. Ma quel che abbiamo guadagnato sono giornate più lente, serene e soprattutto più facili”.
Cervelli in fuga
Bed & breakfast in Senegal. “In Italia avevamo comodità, qui tempo e relax”
Gloria e Antonio, dopo nove anni insieme, hanno deciso di trasferirsi in Africa. Lei faceva la giornalista, lui il contabile. Ma per la loro vita desideravano altro. Così se ne sono andati e ora accolgono turisti nella loro casa sulla costa a sud di Dakar
“Ogni settimana riceviamo almeno 15 mail di italiani che chiedono consigli per trasferirsi come noi in Africa”. Gloria Diotallevi ha poco più di trent’anni e negli occhi l’orgoglio per la sua scelta: da un anno vive in Senegal con Antonio Mariotti, 32. La loro casa è un piccolo bed & breakfast sulla Petite Côte, la bianca costa a sud di Dakar, da cui “anche se la connessione internet è traballante” cercano di rispondere a tutte le mail di chi vuole seguire la loro scelta. “C’è chi desidera trasferirsi in Senegal perché ama la sua cultura e c’è chi invece è attratto dalle tante opportunità economiche di questo paese”, precisa Gloria, raccontando come negli anni in cui ha visitato il Senegal da turista ha visto sempre più senegalesi tornare in patria.
Ma solo quando si è trasferita in Africa si è resa conto anche di quanti europei vivessero qui. Tante le opportunità: “Il lavoro manuale qualificato, come quello di meccanici, muratori ed elettricisti, è sempre molto richiesto così come gli investimenti edili – precisa la trentenne romana – Come tutto ciò che è Made in Italy, dai prodotti alimentari ai vestiti senza dimenticare la ristorazione, qui ha molta richiesta e ben poca offerta. Un’opportunità in più per noi italiani”.
Tra le mail che ricevono anche quelle degli italiani in fuga, che si dividono in due maxi categorie: da una parte “persone che vogliono importare in Africa il proprio lavoro, ormai fermo in Italia”. La seconda categoria, invece, rispecchia quella che è stata la storia di Gloria e Antonio, ovvero “giovani delusi ed amareggiati dall’Italia che si chiedono se sia davvero possibile una prospettiva migliore all’estero”. E loro due se lo sono chiesti quando, dopo nove anni insieme, hanno deciso di andare a convivere nel paese d’origine di Antonio, a Tuscania (nel Viterbese). E mentre lui era contabile e si occupava di tutte le faccende di casa, Gloria faceva la pendolare tutti i giorni, lavorando a Roma per una testata giornalistica. “Abbiamo passato in questa situazione due anni”, racconta Gloria, ricordando quando sei giorni la settimana prendeva un treno alle 7 del mattino per tornare a casa dopo le 20. “Ora la nostra sveglia suona in base ai bisogni dei clienti. Ma non rinunciamo mai a qualche ora di spiaggia ogni giorno. E quando siamo liberi i nostri ritmi diventano più senegalesi, tutto con più calma e tranquillità”.
Una scelta (chiamata, sorridendo, “il cambiamento di vita”) che la giovane coppia non ha fatto per denaro. In Italia una casa c’era, così come un lavoro. “Ma dando uno sguardo al nostro futuro ci siamo accorti che quello che ci aspettava non era quello che avevamo sempre desiderato per noi – continua il 32enne romano – La nostra è stata una vera e propria scelta di cuore: quando abbiamo visto il Senegal abbiamo capito che volevamo costruire il nostro futuro qui”.
Poco più di un anno fa, quindi, la scelta di emigrare perché sentivano che in Italia la qualità della loro vita non avrebbe accennato a migliorare. E anche se “per i nostri genitori è stato un duro colpo”, mamma e papà li hanno sempre incoraggiati a costruire il loro futuro all’estero. “Il Senegal ci ha affascinato per la sua semplicità – commenta Antonio – La semplicità nel vivere il quotidiano, nell’integrarsi, nel far crescere i bambini, nei rapporti umani e anche la semplicità burocratica”.
Gloria e Antonio consigliano l’Africa a tutti quegli italiani che ogni settimana si rivolgono a loro per sapere com’è vivere laggìù. “All’inizio c’è stato qualche ritardo a lanciare la nostra attività, anche per il semplice fatto che i senegalesi arrivano matematicamente in ritardo a qualsiasi appuntamento – ricorda Gloria – Abbiamo lasciato una vita quotidiana ricca di comodità date per scontato. Ma quel che abbiamo guadagnato sono giornate più lente, serene e soprattutto più facili”.
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Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Un dorso di Economia per tutti i giornali del gruppo Angelucci. È tutto pronto, a quanto apprende l'Adnkronos, per il lancio di una nuova iniziativa editoriale che coinvolgerà 'Il Giornale' diretto da Alessandro Sallusti, 'Libero' diretto da Mario Sechi e 'Il Tempo' diretto da Tommaso Cerno. A coordinare il dorso di economia sarà il vicedirettore de 'Il Giornale' Osvaldo De Paolini tra i principali e più apprezzati giornalisti del settore. Il progetto prevedrebbe ben 40 pagine con anticipazioni, interviste, analisi e retroscena.
Secondo quanto risulta all'Adnkronos De Paolini, che già da tempo aveva messo a punto il progetto, ha praticamente messo a punto la squadra ed esordirà in edicola ad aprile puntando al target del dorso di Economia del 'Corriere della Sera'. A Milano non escludono che il Gruppo Angelucci non riesca anche ad anticipare i tempi.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Un dorso di Economia per tutti i giornali del gruppo Angelucci. È tutto pronto, a quanto apprende l'Adnkronos, per il lancio di una nuova iniziativa editoriale che coinvolgerà 'Il Giornale' diretto da Alessandro Sallusti, 'Libero' diretto da Mario Sechi e 'Il Tempo' diretto da Tommaso Cerno. A coordinare il dorso di economia sarà il condirettore de 'Il Giornale' Osvaldo De Paolini tra i principali e più apprezzati giornalisti del settore. Il progetto prevedrebbe ben 40 pagine con anticipazioni, interviste, analisi e retroscena.
Secondo quanto risulta all'Adnkronos De Paolini, che già da tempo aveva messo a punto il progetto, ha praticamente messo a punto la squadra ed esordirà in edicola ad aprile puntando al target del dorso di Economia del 'Corriere della Sera'. A Milano non escludono che il Gruppo Angelucci non riesca anche ad anticipare i tempi.
Palermo, 3 gen. (Adnkronos) - Una donna di Catania ha chiesto l’intervento della Polizia di Stato, di buon mattino, dopo aver trovato accovacciato sul cofano della sua auto un uomo che non ha voluto sentire ragione di scendere dal mezzo per consentire alla proprietaria di andare a lavoro.
L’uomo, un 35enne di origine rumene, ha farfugliato alcune parole alla donna, rimanendo saldamente seduto sul cofano al punto tale che la signora, impaurita, ha messo in moto l’auto per cercare di farlo desistere e poi si è rivolta alla Sala Operativa della Questura di Catania che, prontamente, ha inviato due volanti in suo soccorso. Nel frattempo, viste le rimostranze dell’uomo, la donna ha cercato di portare l’auto, procedendo a passo d’uomo, nella vicina piazza Pietro Lupo. Qui, alla vista degli agenti della squadra Volanti, il 35enne rumeno è balzato giù dall’auto per afferrare una transenna e lanciarla contro il portone degli uffici di Polizia. I poliziotti hanno tentato più volte di bloccarlo nel tentativo di farlo ragionare, ma l’uomo ha più volte opposto una forte resistenza, sferrando un calcio contro una volante, danneggiandola.
Per questa sua condotta il 35enne è stato arrestato, ferma restando la presunzione di innocenza dell’indagato valevole ora e condanna definitiva, e, a seguito di rito direttissimo, l’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto applicando nei suoi confronti la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati.
In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore.
Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi.
Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati.
In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore.
Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi.
Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Lunedì 6 Gennaio alle ore 11 in via Nomentana 361, a Roma, il Partito radicale convoca una manifestazione a sostegno della liberazione di Cecilia Sala.
"Dopo aver manifestato per quasi due anni davanti all'ambasciata iraniana contro il regime oppressivo, violento e misogino degli Ayatollah nei confronti del suo popolo - si legge in una nota di Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito radicale -, non possiamo rimanere inermi nei confronti di una nostra concittadina ostaggio di pericolosi criminali. Abbiamo piena fiducia nel lavoro che sta svolgendo la Farnesina con il ministro Antonio Tajani ed è proprio in quest'ottica che intendiamo supportare il prezioso lavoro che si sta svolgendo in queste ore. L'appuntamento è lunedì 6 davanti all'ambasciata".
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - "La convocazione di un ambasciatore alla Farnesina è uno strumento molto importante e assai riconoscibile sul piano diplomatico per esercitare una pressione su uno Stato. C’è da dire che Tajani ha sempre utilizzato questo strumento con parsimonia, forse eccessiva, e dunque spesso con ritardo. Speriamo in futuro voglia essere più deciso, specie quando ci sono in gioco interessi vitali e che non si debba attendere, per esercitare questo passo, l’intervento delle opposizioni". Lo dice Ivan Scalfarotto, senatore e responsabile Esteri di Italia viva.