Sono i risultati emersi dalla prima lettura della seconda scatola nera, che sono stati comunicati dalla Bea, l'Ufficio di inchiesta e analisi per la sicurezza dell'aviazione civile francese. Confermano l'azione volontaria del co-pilota di Germanwing di portare l'aereo a schiantarsi sulle Alpi francesi
Andreas Lubitz ha impostato il pilota automatico in modalità discesa e ha successivamente modificato i comandi in varie occasioni per aumentare la velocità dell’aereo. Quindi, ha deliberatamente fatto schiantare l’Airbus Germanwings contro le Alpi francesi. A confermarlo sono le prime analisi effettuate sulla seconda scatola nera, recuperata sul luogo della tragedia. Un congegno che, a differenza del primo che ha registrato le conversazioni tra copilota e comandante e i suoi disperati tentativi di rientrare in cabina, contiene i dati tecnici del volo. I risultati della prima lettura sono stati comunicati dal Bea, l’Ufficio di inchiesta e analisi per la sicurezza dell’aviazione civile francese, che si sta occupando delle analisi.
“Una prima lettura – si legge in una nota della Bea – rivela che il pilota presente in cabina ha utilizzato il pilota automatico affinché l’aereo scendesse fino a un’altitudine di 100 piedi e che, varie volte durante la discesa, ha modificato le impostazioni per aumentare la velocità del velivolo”. Il dispositivo, che è stato ritrovato scavando in un burrone, registra i parametri tecnici delle ultime 25 ore di volo, nonché velocità, altitudine e modalità di guida. Il responsabile delle indagini, al suo ritrovamento, aveva informato che le sue condizioni “lasciavano ragionevolmente sperare in una possibilità di utilizzo”, aggiungendo che il congegno avrebbe permesso di “constatare che a partire da una certo momento un solo pilota agisce all’interno della cabina di pilotaggio”.
Arriva così un’ulteriore conferma della volontà deliberata di Andreas Lubitz di causare una tragedia, trascinando con sé nella sua follia suicida 149 persone. E’ inoltre emerso che il copilota – che era stato giudicato “non idoneo al volo” – nei giorni antecedenti alla tragedia aerea ha consultato i motori di ricerca inserendo nel suo tablet i termini “suicidio” e “funzionamento della porta della cabina di pilotaggio”. Il procuratore di Düsseldorf, Christoph Kumpa, ha più volte confermato la premeditazione, confermata anche dalla volontà di avere azionato due volte i comandi per evitare un’allerta.