Dopo la manutenzione l'acceleratore di particelle avrà il doppio dell'energia e fasci di particelle più ricchi. Rolf Heuer ne dà l'annuncio tramite il live blog sul sito del laboratorio
L’acceleratore di particelle del Cern riparte dopo la manutenzione. Fermo dalle 6 del mattino del 14 febbraio 2013, il Large Hadron Collider (LHC), lo strumento che ha permesso di scoprire il bosone di Higgs, è stato a riposo per 15 mesi per consentire le operazioni di aggiornamento che gli hanno permesso di tornare in attività con il doppio dell’energia e con fasci di particelle più ricchi. Il direttore generale del laboratorio, Rolf Heuer, ha annunciato l’evento sul live blog del centro di ricerca: “Il fascio ha attraversato senza problemi l’intera struttura: sono contentissimo come lo sono tutti qui al centro di controllo del Cern”.
L’LHC è il più grande acceleratore di particelle del mondo e si trova al confine tra Svizzera e Francia, vicino a Ginevra. Nelle sue gallerie, lunghe 27 chilometri, le particelle viaggiano quasi alla velocità della luce. La macchina è stata progettata per funzionare all’energia di 14.000 miliardi di elettronvolt e alla temperatura di 272 gradi sotto lo zero. Le collisioni ottenute in queste condizioni estreme sono il laboratorio ideale per generare particelle sconosciute, capaci di rivelare territori ancora inesplorati della fisica. E’ questo, quindi, l’obiettivo al quale ricercatori e tecnici hanno lavorato in vista del ritorno in funzione dell’acceleratore. Acceso nel settembre 2008, l’LHC ha superato ogni aspettativa accelerando i protoni che scorrono al suo interno: da allora la macchina ha battuto un record dopo l’altro, spostando la leadership della fisica delle particelle dagli Stati Uniti all’Europa.
“Con la ripartenza di Lhc – ha commentato Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), l’ente che coordina la partecipazione dell’Italia al Cern di Ginevra – l’avventura ricomincia, ci stiamo lasciando alle spalle il bosone di Higgs e ora si apre per noi una porta su un mondo che non conosciamo. Confidiamo – ha aggiunto – che questa nuova esplorazione possa aiutarci a gettare un po’ di luce sulle componenti oscure dell’universo, ma speriamo anche in sorprese inaspettate. Le premesse sono delle migliori, non resta quindi che augurare buon lavoro a Lhc”.