Se togliessimo le lenti scure e ispessite dalla propaganda di regime inoculataci ogni giorno da decenni dai mass media dopati dai finanziamenti di Stato e controllati dalle pochi lobby di potere e dai soliti noti, noteremmo come in Italia abbiamo un radicato Stato di illegalità sostanziale, ancor più grave dello Stato di illegalità formale che pure non manca. Ma in Italia come sapete non ci facciamo mancare nulla. E’ il paese dei balocchi. E degli allocchi che, tra democristiani-socialisti-celoduristi-pseudoliberisti innati nel dna, votano soggetti salvifici e riform’attori (attanagliati dall’amletico: twittare o non twittare, questo è il problema!).
Cosa sia lo Stato di illegalità sostanziale è presto detto, citando alcuni esempi:
– Corruzione e concussione? Poffarbacco, celo! Con gli art. 318 e ss. cod. pen.. Peccato poi che tali reati non colpiscano realmente le condotte di corruttela e soprattutto tutti gli agenti della corruzione, come dimostrano gli innumerevoli fatti di cronaca. Reati che costano alla collettività miliardi di euro ogni anno tra lievitazioni dei costi delle grandi opere, realizzazione di grandi opere inutili (Tav Torino-Lione, Brebemi, Pedemontana etc.), allungamento dei tempi nella realizzazione delle infrastrutture (leggasi Expo). Miliardi di euro non investiti nei settori vitali quali la messa in sicurezza del territorio, scuole e ospedali, conservazione dei beni culturali etc.. Miliardi di euro poi addossati dallo Stato furbetto attraverso l’aumento esponenziale delle imposte sugli immobili, dei costi della Giustizia (aumento abnorme e aberrante dei contributi unificati e delle sanzioni per chi osi avviare un contenzioso se non sia assolutamente certo delle proprie ragioni) etc.
Non vi pare all’uopo surreale che in Italia invece di disegnare immediatamente un quadro legislativo granitico e inespugnabile contro la corruzione-concussione si sia pensato di introdurre nel 2014 l’ennesima Autorità Garante (quale l’Anac – Autorità Nazionale Anticorruzione), così da un lato creando l’ennesima costosa macchina amministrativa (composta da circa 300 dipendenti) e, seppur dotata di funzioni amministrative e non giurisdizionali, tale da creare una zona grigia di interferenza con le delicate funzioni giurisdizionali? Ed è irrilevante che l’Anac poi sia egregiamente condotta da Raffaele Cantone. Pare tanto che sia stata creata una foglia di fico, invocando ossessivamente il nome di Cantone.
– Corruzione e illegalità nella Pubblica Amministrazione? Poffarbacco, celo! Con la legge 190/2012 c.d. legge Severino son state introdotte incompatibilità anche per impedire ai politici condannati di gestire la cosa pubblica. Talmente certe tranne un mero dettaglio: l’incertezza del momento iniziale per applicare la legge. Ma sono quisquilie che interessano pochi casi e pochi Tribunali Amministrativi Regionali.
– Appalti pubblici? Poffarbacco, celo! Con il d.lgs. n. 163/2006 composto da niente popò di meno che da 257 articoli abbiamo da dieci anni il poderoso Codice degli Appalti pubblici, ossia un sofisticatissimo marchingegno studiato ad arte dai legislatori cesellatori per rendere possibile qualsivoglia infiltrazione di qualunque subappaltatore, affidando la cabina di regia allo stesso appaltatore e consentendo la lievitazione ad libitum del miglior costo iniziale di aggiudicazione. Irrilevante che poi attraverso tale strumento si finanzi un abnorme sistema di tangenti e di mala amministrazione.
– Fisco? Poffarbacco, celo! L’intera materia tributaria è scritta in sistematica violazione dell’art. 25 Cost. che pone una riserva di legge, aggirata costantemente e vergognosamente attraverso l’uso delle leggi delega (in bianco o in grigio, a seconda delle lenti che s’indossano) così che i nuovi tributi non siano più (da decenni) decisi dal Parlamento ma dall’esecutivo ad libitum e a ben vedere, in modo ancor più grottesco, dalla stessa Agenzia delle Entrate attraverso le sue corposissime c.d. circolari (composte da decine e decine di pagine, minuziose e piene di dettagli, leggasi da ultimo quella sulla “disclosure”), e a nulla valga che i giudici ci ricordino che le circolari non siano vincolanti atteso che violarle significa avviare un sicuro contenzioso. Ed è irrilevante sapere come le stime indichino in circa 200 miliardi annui l’evasione fiscale, poiché ciò non legittima quanto sopra scritto. Anche perché poi interviene il presunto legislatore a varare lo scudo fiscale (2009, con il “mille proroghe”) che dona (a spese nostre) il condono del 5%.
Tralasciando infine di ricordare come lo Statuto dei diritti del contribuente (2000) sia sistematicamente calpestato e violato dalla stessa Agenzia delle Entrate.
Per opporsi a tali barbarie è dunque necessario scegliere attentamente chi ci “governa”, controllarlo (con maggiore democrazia diretta, mentre il renzismo sta procedendo all’opposto) e incalzarlo con una stampa libera, come questa. Tutto il resto è Twitter.