I giudici di Firenze hanno respinto la nuova richiesta della Procura di Grosseto. L'ex comandante è stato condannato a 16 anni e un mese l'11 febbraio scorso. Già i giudici del Tribunale avevano respinto l'istanza dei pm
Resta libero Francesco Schettino. Il Tribunale del Riesame ha respinto la rinnovata richiesta di arresto da parte della Procura di Grosseto. L’ex comandante della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio del 2012, è stato condannato a 16 anni e un mese l’11 febbraio scorso. Già i giudici del Tribunale avevano respinto la richiesta dei pm. Stavolta è toccato ai giudici del Riesame di Firenze occuparsi di lui.
Secondo gli inquirenti c’è pericolo di fuga. Con una condanna pesante – è una tesi dei pm – è più che mai fondata la possibilità che Schettino accarezzi l’idea di scappare dall’Italia. I sostituti Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza, in aula a Firenze nel giorno dell’udienza il 25 marzo scorso, uscendo dalla discussione non avevano fatto dichiarazioni ma avevano mostrato una certa fiducia.
Tra le prove anche il video della trasmissione tv de Le Iene quando Schettino aveva abboccato alla proposta di partecipare all’Isola. Contatti che non portarono a nulla, perché Schettino – imputato nel pieno del processo – rinunciò a partecipare e la questione ebbe seguito finché non era stata mandata in onda dopo la sentenza del processo di Grosseto. “Non ci fu nessuna proposta scritta, non ci fu nulla”, avevano detto ai giornalisti i difensori, gli avvocati Donato Laino e Saverio Senese. Per i giudici del Riesame non c’è pericolo di fuga.
“Sono contento per questa decisione. I giudici hanno capito che io non voglio fuggire. Io voglio restare in Italia per difendermi” ha detto Schettino al suo avvocato Saverio Senese. Che ha aggiunto: “Ero fiducioso nella decisione dei giudici fiorentini, i quali hanno evidentemente ribadito il principio di natura generale, per il quale la carcerazione cautelare non può mai essere utilizzata quale forma di espiazione anticipata della pena. Il comandante Schettino potrà ora finalmente dimostrare che non è il bieco e cinico irresponsabile come è stato fino a qui indicato all’opinione pubblico. Da oggi cominceremo a lavorare per il giudizio di appello nella convinzione che egli sia stato fin qui eccessivamente sanzionato anche per colpe non sue”.
“Dobbiamo valutare bene se ricorrere in Cassazione. Lo valuterò insieme ai colleghi nei prossimi giorni – ha detto il procuratore capo facente funzione di Grosseto, Maria Navarro – Le sentenze non si commentano”.