Cuba potrebbe a breve uscire dalla lista nera dei paesi che sponsorizzano il terrorismo stilata da Washington. Un funzionario dell’amministrazione ha informato la Cnn dell’intenzione del Dipartimento di Stato di presentare al governo entro uno o due giorni la relativa richiesta. “La nostra aspettativa – ha detto il funzionario, rimasto anonimo – è che Cuba venga tolta dalla lista, anche se l’annuncio da parte dell’amministrazione ancora non c’è stato”.
Ben Rhodes, vice consigliere per la Sicurezza nazionale, ha già in precedenza affermato che il Dipartimento di Stato “ha quasi completato” la revisione della lista dei paesi che favoriscono il terrorismo nei confronti di Cuba e non ha escluso la possibilità di un annuncio a breve. Qualora il Presidente accettasse la richiesta del Dipartimento di Stato, al Congresso spetterebbe l’approvazione della decisione entro un periodo di 45 giorni. La notizia giugne a pochi giorni dal Vertice delle Americhe, previsto a Panama il 10 e l’11 aprile, dove Obama avrà probabilmente “un’interazione” con il presidente cubano Raul Castro.
La cancellazione di Cuba dalla lista nera dei paesi che sponsorizzano il terrorismo, a distanza di 33 anni dal suo inserimento, giunge come conseguenza della tregua tra gli Stati Uniti d’America e l’Avana siglata con i discorsi in contemporanea dei presidenti Obama e Castro del 17 dicembre 2014. Tra i due Paesi sono stati avviati una serie di colloqui con l’obiettivo di ristabilire normali relazioni diplomatiche dopo 50 anni di contrapposizioni. A origine di tutto questo c’è stata la liberazione di Alan Gross, il contractor americano imprigionato a Cuba – dove è rimasto per 5 anni – mentre lavorava per un progetto atto a facilitare l’accesso a Internet nell’isola. Gli Stati Uniti in cambio hanno liberato tre agenti segreti cubani detenuti nel Paese. “Todos somos americanos – si era pronunciato nel suo discorso il presidente Usa – mettiamo fine a un approccio datato che ha fallito e cominciamo a normalizzare la relazione tra i nostri due Paesi”. L’accordo prevede la ripresa di normali relazioni diplomatiche e l’apertura di un’ambasciata americana all’Avana, l’aumento delle rimesse dei cubano-americani verso il paese d’origine e maggiore possibilità di entrata negli Stati Uniti per i cubani che vi giungono per ragioni professionali, giornalistiche, familiari e religiose.