Curva Sud dello stadio Olimpico chiusa per un turno. E’ la sanzione stabilita dal Giudice sportivo di serie A, dopo gli striscioni esposti, durante la sfida di campionato tra Roma e Napoli di sabato, contro la madre di Ciro Esposito, il tifoso partenopeo ucciso il 3 maggio nella Capitale prima della finale di Coppa Italia. La sanzione sarà scontata dalla Roma nel prossimo turno casalingo, il 31°, in programma contro l’Atalanta il 19 aprile alle ore 15. “Che cosa triste, lucri sul funerale con libri e interviste”, recitava una delle scritte indirizzate con ogni probabilità a Antonella Leardi, madre di Esposito. “C’è chi piange un figlio con dolore e moralità e chi ne fa un business senza dignità. Signora De Falchi onore a te”, il testo di un altro striscione che, come il primo, non citava espressamente la signora Leardi ma si riferiva alla morte di Antonio De Falchi, 19enne ucciso nel 1989 nei pressi dello stadio di San Siro in scontri con ultrà del Milan. “Non tutti hanno la stessa testa e principi. Pregherò per loro, affinché Dio possa cambiare i loro cuori. Continuerò la mia lotta al di là di quello che possono dire”, era stata la risposta della madre del tifoso ucciso.
Il Giudice sportivo ha preso la decisione dopo aver letto la relazione dei collaboratori dal Procuratore federale nella quale, tra l’altro, “si attesta che i sostenitori della squadra giallorossa collocati nel settore denominato ‘curva sud’, all’inizio della gara ed al 40° del primo tempo, esibivano quattro striscioni, dal tenore provocatoriamente insultante per la madre di un sostenitore della squadra avversaria, deceduto in drammatiche circostanze; rilevato altresì che dal medesimo settore, al 3°, 14°, 22° e 40° minuto del primo tempo, venivano ancora una volta indirizzati ai tifosi partenopei insultanti cori espressivi di discriminazione per motivi di origine territoriale; considerata la gravità di tale comportamento, idoneo ad acuire il clima di tensione tra le opposte tifoserie: non ricorrendo il concorso delle circostanze ad effetto attenuante ex art. 13 n. 2 CGS; delibera di sanzionare la Soc. Roma con l’obbligo di disputare una gara con il settore denominato ‘Curva Sud’ privo di spettatori“, scrive il Giudice.
“I tifosi romanisti che allo stadio Olimpico durante la gara col Napoli hanno esposto striscioni offensivi verso la mamma di Ciro Esposito rappresentano quanto di più becero e negativo del tifo da curva”, è l’analisi dell’accaduto fatta trapelare da fonti del Viminale. La questura di Roma sta lavorando per dare un nome ai protagonisti dell’episodio, da cui ieri anche il presidente del club giallorosso James Pallotta ha preso le distanze dall’accaduto. Al Viminale hanno apprezzato le sue dichiarazioni: “Ha mandato un messaggio importante – dice una fonte – è un fatto positivo, ma rimane molto da fare. Bisogna tirare fuori quelli che usano le curve per affari propri, per business. Per fare questo bisogna che ci si metta tutti quanti insieme (club, federcalcio, forze dell’ordine) e si vada nella stessa direzione. Ci sono mostri giganteschi che vivono in certi settori degli stadi italiani e devono essere disarticolati, con politiche di frazionamento e di educazione. Sbagliato pensare che la soluzione siano solo i controlli“.
“Quanto accaduto sabato all’Olimpico è intollerabile perché ha visto coinvolto un gran numero di tifosi soggiogati dalla sottocultura di alcune curve. La gara di sabato doveva rappresentare la ripresa di un percorso di ritorno alla normalità tra Roma e Napoli. Ora – concludono le fonti del ministero dell’Interno – servono risposte decise non riconducibili solo alla repressione ma soprattutto al lavoro di isolamento di violenti ed incivili ed alla netta rescissione di ogni rapporto con loro”.
“Chiusura della Curva Sud? Io ho sempre detto, anche sui cori razzisti, di discriminazione territoriale, che bisogna chiudere le curve e gli stadi – ha detto Rafa Benitez, allenatore del Napoli, prima che il Giudice sportivo rendesse nota la propria decisione – sarà più facile. Oggi con i social si trasmettono le opinioni senza alcuna responsabilità e la legge deve essere più forte perché in Italia va sempre meno gente allo stadio”.