Politici, amministratori. Ma anche “ministri“. Nell’inchiesta della procura di Napoli sulle tangenti che la cooperativa Cpl Concordia avrebbe distribuito a destra e a sinistra per fare incetta di appalti pubblici potrebbe aprirsi un nuovo capitolo. Le parole di un nuovo testimone allargano lo scenario ai piani alti della politica. Lui si chiama Diego Solari. E’ il responsabile commerciale della Cpl Concordia. Parla Solari, descrive il potere esercitato da Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali della cooperativa, finito agli arresti, all’interno della cooperativa e dà agli inquirenti la possibilità di allargare il raggio delle indagini, tirando dentro “ministri, politici e amministratori di tutti i livelli”, si legge in un verbale pubblicato dal Corriere della Sera. Non solo: Simone “riesce ad avere un canale preferenziale sia con il segretario del Pd Matteo Renzi, sia con Luca Lotti (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ndr) e Dario Nardella (sindaco dem di Firenze, ndr)”, si legge in un’informativa dei carabinieri pubblicata da La Repubblica.
“Sono stato io a presentare Francesco Simone al presidente Roberto Casari – racconta Solari ai pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano, ricostruendo in poche parole le origini politiche del potere di Simone – tra i due si è stabilito un rapporto strettissimo dal quale io in qualche modo sono rimasto fuori. (…) Simone mi fu presentato da Saro Munafò, ex segretario del ministro Claudio Martelli” e, continua Solari, “nasce come segretario di Bobo Craxi“. Soprattutto, il testimone fornisce ai pm elementi per valutare il peso specifico di Cpl Concordia nel mondo politico: “La Cpl è una realtà commerciale molto radicata politicamente, soprattutto in un certo contesto. Rimasi molto sorpreso nel vedere che loro della Cpl dialogavano con ministri, politici e amministratori a tutti i livelli“.
L’ipotesi: fondi neri dalla Tunisia
Solari racconta di aver presentato Simone a Casari “quando la Cpl voleva affermarsi in Tunisia”, paese in cui secondo i magistrati la Cpl accumulava fondi neri per il pagamento delle tangenti. Nel riassunto di un’intercettazione ambientale del 25 febbraio 2014, i carabinieri scrivono: “Simone riferisce che a Tunisi ha un ufficio. Simone riferisce che era diventato “l’italiano più potente giù”. Cosa fa Cpl in Tunisia? “E’ emerso – scrivono i pm – come la stipula di contratti di consulenza con la società tunisina riconducibile a Simone sono utilizzati dalla Cpl per effettuare delle sospette transazioni di denaro tra l’Italia e la Tunisia”.
E’ lo stesso Simone, scrivono ancora gli inquirenti, a descrivere il modo in cui le transazioni venivano effettuate, “facendo transitare questi compensi sulla società tunisina onde avere un regime fiscale più basso, per poi far rientrare il denaro in Italia utilizzando un sistema collaudato che coinvolge il capo scalo della Tunis Air suo amico, e Bruno Santorelli, manager Cpl per il Nord Africa, il quale ogni tanto gli porta 10, 15 mila euro”. “Se lui me li porta, io gli faccio l’assegno tunisino – sono le parole dello stesso Simone – lui c’ha la stessa banca mia, li cambia, cioè dopo quattro o cinque che va e viene me li porta”. Il 26 marzo 2014, scrivono ancora i pm, “Simone informa il direttore amministrativo Maurizio Rinaldi che ‘la settimana scorsa sono arrivati i fondi in Tunisia, la prossima settimana sono operativi”.
“Di fronte alle notizie che in questi giorni si apprendono dagli organi di informazione – si legge in una nota di Cpl Concordia – la più netta censura rispetto alle condotte penalmente rilevanti attribuite ai propri dirigenti e/o apicali, in carica o cessati; condotte estranee alla propria storia e contrarie ai propri modelli di comportamento. Qualora le responsabilità venissero accertate giudizialmente, Cpl si riserva sin da ora di esperire ogni opportuna azione legale a tutela della società”.