Orge tra preti via webcam con tanto di filmini hard amatoriali. È la scottante verità che si è trovato di fronte l’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, amico personale di Papa Francesco fin da quando erano entrambi vescovi in America Latina. Una Pasqua con temperature bollenti per la diocesi pugliese e rivelazioni a dir poco scioccanti. Sulla scrivania del presule è arrivato un dossier con video e foto compromettenti e conversazioni in chat che testimoniano la presunta attività sessuale di un parroco nella sua canonica: dalle orge alla prostituzione, dallo scambio di foto intime a quello di indirizzi di preti gay con cui incontrarsi. Tutto documentato da screenshot delle chat hard su Facebook e Skype e dalle registrazioni in webcam dei video degli incontri sessuali.
Mentre la magistratura ha già aperto un’indagine, monsignor Santoro ha subito rimosso dalle sue funzioni di parroco il sacerdote coinvolto. In una nota ufficiale della curia pugliese si condanna fermamente “la condotta moralmente riprovevole e assolutamente non compatibile con il ministero presbiterale di un parroco dell’arcidiocesi di Taranto”. Nel comunicato si precisa, inoltre, che “il sacerdote interessato, che non appartiene al clero di Taranto, bensì a un ordine religioso, è stato rimosso da monsignor Santoro dalla cura parrocchiale, non appena lo stesso arcivescovo, insieme ad alcuni curiali, ha appurato l’attendibilità dei fatti”. Dall’arcidiocesi pugliese evidenziano anche che “nella documentazione acquisita dal tribunale ecclesiastico al momento non c’è traccia alcuna del coinvolgimento in diocesi di altri sacerdoti”. Ma su questo adesso saranno le indagini della magistratura a fare chiarezza.
Il provvedimento urgente del presule è arrivato dopo la denuncia di un trentaduenne del Nord Italia, molto vicino agli ambienti della Chiesa, che ha deciso di raccontare il suo rapporto sessuale con un parroco di Taranto conosciuto su Facebook. Notizia che è stata raccontata dal Corriere del Mezzogiorno. Nella nota dell’arcidiocesi si sottolinea, infatti, che “sebbene i giorni trascorsi siano stati particolarmente impegnativi e gli uffici di curia chiusi per le festività pasquali, ugualmente, proprio per amore al popolo santo di Dio, l’intervento è stato immediato. Ora il parroco non si trova più nel capoluogo ionico e l’ordine religioso è stato interpellato ed esprimerà il nome di un nuovo parroco entro mercoledì 8 aprile. I sentimenti dell’arcivescovo e della curia, si legge ancora nel comunicato ufficiale, sono di “rammarico e sconcerto, specie perché questa notizia arriva in giorni in cui la chiesa di Taranto è stata attraversata da momenti indimenticabili dal punto di vista della fede, proprio per la ricchezza e la devozione del Triduo Santo”.
Ma nel dossier finito sul tavolo del vicario giudiziale della sede tarantina del Tribunale ecclesiastico della Puglia, monsignor Giuseppe Donato Montanaro, non c’è solo la presunta attività sessuale dell’ormai ex parroco, ma anche quella di altri sacerdoti di diverse regioni d’Italia, in contatto tra loro tramite internet. Una rete che arriverebbe perfino in Vaticano. Stando a quanto emerge, l’ex parroco di Taranto avrebbe confidato a un suo giovane amico di avere un’intensa vita sessuale quasi sempre con preti, ma non solo. Il sacerdote, infatti, avrebbe raccontato di una storia avuta anche con un giovane della Guardia Svizzera. Un’accusa pesantissima che è già stata comunicata ufficialmente alla sede romana dell’ordine religioso a cui appartiene il sacerdote accusato.
Twitter: @FrancescoGrana