Lo "spirito d'iniziativa" del sindaco di San Lazzaro Conti è accolta dal gelo del resto del partito a Bologna che non specifica chi sono i finanziatori. Merola: "Non restituisco niente, bisogna avere senso delle proporzioni. Ma nel 2016 accetterò denaro solo da chi lo dirà pubblicamente". La civatiana-prodiana Zampa: "Vanno cambiate le regole"
Da una parte la “fuga in avanti” del sindaco di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti. Dall’altra il gelo del collega di Bologna Virginio Merola, anche lui Pd. Al centro la Cpl Concordia, l’azienda modenese coinvolta in inchieste per camorra e corruzione. La campagna elettorale di entrambi è stata sovvenzionata dalla Cpl, ma Conti ha già effettuato un bonifico per restituire i 2mila euro, mentre Merola, come il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e di Finale Emilia Fernando Ferioli, ha dichiarato che non restituirà niente perché i fondi sono “legittimi”. I finanziamenti della Cpl erano finiti d’altronde a molti esponenti politici: da Renzi alla Meloni fino a D’Alema e ad altre figure del Pd.
Ma il Pd di Bologna non ha gradito “l’iniziativa” della Conti. In federazione è opinione diffusa – ma nessuno è disposto a dichiararlo – che il sindaco di San Lazzaro non dovesse decidere in autonomia ma seguire le indicazioni del partito. Merola ha attaccato la prima cittadina. “Mi dispiace per la Conti ma bisogna mantenere il senso delle proporzioni”. “Bisogna essere certi della propria etica e del proprio rigore morale, senza inventarsi nuove leggi” aggiunge. La Conti propone di non accettare più soldi da ditte che lavorano con la pubblica amministrazione? “Trovare un’azienda che non abbia rapporti con la pubblica amministrazione è difficile – replica Merola – Non ci sono solo gare ed appalti ma anche le autorizzazioni”. La posizione di Merola sembra condivisa da tutto il Pd (o quasi). Il segretario cittadino Francesco Critelli ha annunciato che il partito non restituirà i 4mila euro ricevuti dalla Cpl. Nel documento finanziario del 2014 del Pd bolognese, che si sostiene al 90% circa con i proventi delle Feste dell’Unità, si legge che i finanziamenti riconducibili a “erogazioni liberali”, secondo “la legge 2 del 2-01-97” ammontano a 10mila euro su 1 milione e 700mila messi a bilancio. Non sono specificati, però, i nomi dei finanziatori.
Dopo il polverone sollevato dal caso Cpl, più voci nel partito, in particolare renziane, chiedono una maggiore trasparenza nella rendicontazione dei finanziamenti. A partire dal segretario regionale in pectore, Paolo Calvano, che proprio in queste ore ha pubblicato il suo programma dove spicca, tra i capisaldi, la “trasparenza”. La federazione bolognese sta organizzando una direzione, per metà aprile, per parlare del tema scottante dei finanziamenti, soprattutto in vista delle amministrative del 2016 che vedranno la riconferma della candidatura di Merola. Il sindaco ha precisato che la sua campagna sarà a costo zero e che il suo “impegno sarà di accettare finanziamenti solo da chi è disponibile a dirlo pubblicamente”.
A chiedere più trasparenza anche il consigliere comunale Benedetto Zacchiroli: “I finanziamenti ai partiti vanno resi pubblici e consultabili on-line” dice. “Vanno cambiate le regole – scandisce la vicepresidente nazionale del Pd, la civatiana-prodiana Sandra Zampa – Se un cittadino vota ha diritto di sapere chi ha sovvenzionato il politico che sta eleggendo”. A sostegno del sindaco Conti si è espressa Sel che, proprio nel Comune di Bologna, governa con la maggioranza di Merola. “Siamo talmente d’accordo con lei – sottolinea il deputato Giovanni Paglia – che abbiamo depositato una proposta di legge che prevede lo stop ai contributi di aziende che intrattengano rapporti con la pubblica amministrazione”. Attacca duramente il Pd, invece, il M5S: “Prendete palate di soldi – scandisce Massimo Bugani, capogruppo a Bologna – da una cooperativa finita al centro di una bufera giudiziaria dove si ipotizza anche l’elemento della corruzione”.