Isabella Conti, "colpevole" di aver restituito i finanziamenti all'azienda coinvolta in inchieste per camorra e tangenti: "Mi avevano assicurato che si trattava di un'impresa sana. Ma ora il Pd deve essere in prima linea: basta fondi dalle società che hanno contratti con le istituzioni"
Ha solo 32 anni ma le idee già chiare. Isabella Conti (Pd), sindaco di San Lazzaro di Savena (Bologna) da neanche un anno, si è attirata le “antipatie” dei suoi colleghi emiliani. La sua “colpa” aver restituito i 2mila euro di finanziamenti ricevuti per la campagna elettorale dalla Cpl Concordia, la coop modenese coinvolta in inchieste per camorra e corruzione. Il sindaco di Bologna Virginio Merola e quello di Modena Gian Carlo Muzzarelli – che dalla Cpl, prima del voto, hanno ricevuto rispettivamente 20mila e 10mila euro – invece non hanno rinunciato ai finanziamenti dell’impresa, ribadendo la loro legittimità. La stessa cosa ha deciso il Pd di Bologna che ha ricevuto 4mila euro. Il sindaco Conti, invece, è andata dritta per la sua strada. “Cosa mi è saltato in mente di cambiare il mondo?” si sfoga. “Questo episodio – afferma – ci dimostra che i partiti e gli amministratori non devono più accettare soldi da imprese che lavorano a contatto con le istituzioni. E’ la scelta più difficile ma è quella più giusta e il Pd deve assolutamente essere in prima linea in questa battaglia”.
Non è la prima volta che il sindaco di San Lazzaro va controcorrente. Tre mesi fa era balzata all’attenzione della cronaca per aver bloccato, a Idice, piccola frazione del paese che amministra, un progetto milionario appaltato alle coop, scatenando una guerra intestina nel suo partito e la reazione risentita delle aziende che ora minacciano cause. A cercare di farle cambiare idea, con pressioni e minacce più o meno velate, diverse persone vicine al mondo dell’imprenditoria e della politica (pare anche al vicine al Pd), tanto che Conti si è dovuta rivolgere ai carabinieri e ora la Procura di Bologna indaga. Una presa di posizione che le è valsa le lodi e la solidarietà del presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Conti, in realtà – spiega – quel finanziamento dalla Cpl neanche lo voleva. “I miei predecessori hanno speso più o meno 50mila euro per la campagna elettorale. Io ne ho spesi 25mila perché non volevo finanziamenti da imprese o privati: 20mila li ha messi il partito e 3mila io. Ho chiesto al Pd di non accettare finanziamenti esterni perché, essendo avvocato, sono molto prudente in queste situazioni. Non sai mai come un’azienda tratta i suoi lavoratori, ad esempio. Dal partito, però, mi hanno fatto presente che esistevano molte aziende virtuose. Dopo mi è arrivata una mail, sempre dal Pd, che mi informava che la Cpl aveva versato 2mila euro. Il partito mi ha assicurato che si trattava di un’impresa sana. Il bonifico non è arrivato a me ma al mio mandatario Gianni Grazia”. A occuparsi della raccolta fondi sarebbero stati proprio Grazia e Raffaele Persiano, attuale responsabile del Programma del Pd bolognese. “Ho riflettuto a lungo dopo aver saputo che la Cpl era indagata – aggiunge Conti – Mi sono chiesta: se allora avessi saputo quello che si sa oggi su quell’azienda li avrei accettati? E la risposta è no. Della legalità e della pulizia io ho fatto la mia ragione di vita”.
I rapporti tra il sindaco e la Cpl, però, avrebbero potuto essere molto più stretti. “Un mese dopo essere stata eletta – racconta – Persiano mi mandò un messaggio per dirmi che la Cpl mi richiedeva un incontro. Io organizzai un appuntamento alla presenza del vicesindaco, dell’assessore competente e dei tecnici e dirigenti del Comune. L’impresa ci propose un progetto per rifare l’illuminazione di San Lazzaro ma, dopo aver fatto un po’ di conti, in Comune ci rendemmo conto che avremo risparmiato facendo il lavoro in proprio. Così rifiutammo l’offerta. Non voglio neanche pensare a cosa sarebbe successo se avessimo accettato e la Cpl avesse vinto il bando. Tutti adesso avrebbero pensato a uno scambio in cambio del finanziamento alla mia campagna. Ecco perché ribadisco che al partito e agli amministratori non devono arrivare soldi da imprese che lavorano con le istituzioni”.