Premetto di non avere nulla contro il Movimento 5 Stelle: dal momento della sua nascita ad oggi, per quanto in molte occasioni non mi sia trovato d’accordo con le posizioni espresse da Grillo e Casaleggio, ho spesso apprezzato invece la carica dirompente con cui il non-partito ha offerto nuova linfa al dibattito politico in Italia. Nonostante questo, c’è un atteggiamento che trovo irritante e repellente, ovvero la necessità di andarsene sempre per conto proprio diffidando di tutto ciò che non sia diretta espressione di se stesso. È una sensazione provata più e più volte e che si è ripresentata nuovamente questa mattina.
Mi spiego meglio. Negli ultimi mesi, io e un altro gruppetto di persone abbiamo lavorato duramente per mettere in piedi un evento che si terrà il prossimo fine settimana a Bologna e che risponde al nome di Stati Generali della Mobilità Nuova. L’iniziativa è promossa dalla Rete per la Mobilità Nuova, una sigla che unisce oltre 200 associazioni nazionali e locali e che politicamente si contraddistingue esclusivamente per il desiderio di trasformare l’Italia in un paese in cui la mobilità sia un concerto formato da diversi strumenti di trasporto e non più di sole automobili strombazzanti incolonnate a un semaforo aspettando la luce verde.
Agli Stati Generali della Mobilità Nuova sono stati invitati e parteciperanno politici (di tutti i colori e parrocchie), amministratori, aziende, associazioni, professionisti e comuni cittadini allo scopo di mettere a sistema le varie intelligenze a disposizione del paese per la creazione di un’agenda nazionale della mobilità in linea con il secolo appena iniziato e con il resto dell’Europa. Gli Stati Generali si articoleranno attorno a cinque diversi tavoli che riguarderanno, in particolare, i seguenti temi: muovere il turismo, muovere le città, muovere l’infanzia, muoversi nello spazio pubblico e muoversi in sicurezza.
Oggi però ho appreso dalla pagina Facebook del M5S alla Camera dei Deputati che, mentre per tutto il fine settimana i principali esperti dei diversi settori attinenti la mobilità si confronteranno su come rendere maggiormente a misura di persona (e non solo di pedone, ciclista o che altro) le nostre città, i parlamentari e gli attivisti del M5S si cimenteranno in un bike mob davanti al Ministero dei Trasporti per chiedere “che i fondi per la sicurezza dei ciclisti siano finalmente sbloccati” (immagino si riferiscano al rifinanziamento della legge 366/98).
Io, in tutto questo, rimango interdetto: il Movimento è spesso accusato da più parti di essere l’incarnazione del “no” a prescindere e i suoi rappresentanti di essere palesemente incompetenti rispetto alle azioni da compiere in Parlamento. Una volta che c’è l’opportunità di partecipare a un processo che accomuni realtà eterogenee tra loro (e magari di imparare qualcosa, che non fa mai male), invece di cogliere al volo l’occasione, preferisce andarsene per i fatti propri, organizzando un evento estemporaneo che è stato comunicato poco e male.
A me la cosa ricorda molto lo spezzone di un vecchio film, in cui Nanni Moretti si chiedeva “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”. Quella del M5S è una mossa che evidentemente serve a farsi notare, ma quello che a mio parere serve al Movimento non è tanto l’attenzione dei media e dei cittadini (hanno il 23% secondo gli ultimi rilevamenti), quanto piuttosto una forte carica di competenze per sapere dove mettere le mani quando si fanno le leggi (è il “conoscere per deliberare” di Einaudi). Giusto per fare un esempio, all’interno del pacchetto di modifiche al codice della strada attualmente in discussione in Parlamento, l’unica proposta da parte dei deputati del M5S riguardante la mobilità sostenibile è stata l’introduzione della possibilità di parcheggiare le biciclette sui marciapiedi (come se il problema della mobilità in Italia fosse questo).
Dagli Stati Generali della Mobilità Nuova di Bologna uscirà un documento, una Carta di Bologna, che sarà presentato al governo e alle forze politiche tutte. A me piacerebbe sapere: come si posizionerà il M5S rispetto a questo documento? Lo boccerà in toto e continuerà la propria lotta per poter parcheggiare le biciclette sui marciapiedi e per sbloccare i fondi per la sicurezza dei ciclisti? Oppure lo accoglierà pur avendo rinunciato alla possibilità di redigerlo assieme alle altre forze politiche, associazioni, esperti e comuni cittadini? Oppure, ancora, farà finta di niente perché non proviene da se stesso ma neppure dai partiti avversari?
Riceviamo e pubblichiamo la replica di Massimo Bugani, consigliere M5S di Bologna
Caro Paolo, sono Bugani, consigliere M5S di Bologna. Mi dispiace molto leggere le tue parole. Noi non sapevamo nulla dell’evento organizzato in sala borsa e faremo di tutto per esserci. Allo stesso tempo i nostri parlamentari hanno organizzato un evento aperto a tutti e soprattutto alle associazioni che condividono le nostro battaglie. Quello che dici pertanto è falso e fuorviante. Il M5S collabora con tutti, associazioni e singoli cittadini, senza alcun pregiudizio o preclusione. A Bologna ad esempio, per rimanere in tema, appoggiamo la consulta della bicicletta che è stata creata grazie anche al nostro importante contributo. Ma puoi chiedere a vari comitati ed associazioni e scoprirai che poche forze politiche sono loro vicine come il M5S senza bisogno di piantare la propria bandiera in testa all’associazione.