Alla cricca delle Infrastrutture, la Orte-Mestre stava particolarmente a cuore. Come dimostrano le intercettazioni agli atti dell’inchiesta della Procura di Firenze tra l’ex capo della struttura tecnica di missione del ministero di Porta Pia, Ercole Incalza (ora ai domiciliari), e l’imprenditore Vito Bonsignore (indagato), ex europarlamentare dell’Udc e titolare della Gefip Holding, l’azienda a capo della cordata privata fra imprese e banche interessate alla realizzazione degli interventi sull’arteria stradale. Una vicenda che, da caso giudiziario, è diventata ora anche un caso politico.
MILIARDI INUTILI Sollevato da una mozione presentata a Montecitorio da Sinistra ecologia e libertà (Sel) per stoppare un’«opera faraonica» da circa 10 miliardi di euro, «completamente inutile e priva di qualsiasi valenza strategica» e dall’«elevatissimo impatto ambientale». Ma anche, si legge nel testo, per impegnare il governo al «ritiro del progetto preliminare» e all’«immediata abrogazione» della norma del decreto “Sblocca Italia” che, «attraverso il meccanismo della defiscalizzazione», consente «il finanziamento pubblico indiretto» dell’infrastruttura al centro delle mire della cricca «per quasi due miliardi di euro». Una norma, rilevano i parlamentari di Sel (primo firmatario della mozione il capogruppo alla Camera, Arturo Scotto), «volutamente introdotta» per superare i rilievi della Corte dei Conti in base ai quali «era stato ricusato il visto e la registrazione della delibera» avente ad oggetto l’approvazione del progetto preliminare dell’opera. Come ricorda il testo, «il governo si appresterebbe ad escludere l’autostrada Orte-Mestre dalle opere prioritarie dell’Allegato infrastrutture al Documento di economia e finanza che sarà presentato nell’ambito del prossimo Consiglio dei ministri», ma secondo i firmatari di opposizione, «questo non significa tecnicamente che l’opera non sarà mai finanziata e realizzata». Almeno finché non sarà abrogata la citata norma dello “Sblocca Italia”.
AFFARI D’ORO Il costo preventivato dell’opera, come ricostruisce la mozione, è di circa 10 miliardi di euro, dei quali 1,8 coperti dal «contributo pubblico indiretto in termini di sgravi fiscali». La rimanente quota dovrebbe essere a carico del proponente «attraverso gli strumenti del Project Financing e del Project Bond a fronte di una concessione della durata di ben 49 anni». E chi è il proponente? «Insieme ad Anas spa – prosegue il testo – una cordata di imprese e banche, capeggiata dalla società Gefip Holding, di proprietà dell’ex europarlamentare Vito Bonsignore, e formata da Banca Carige spa, Efibanca spa, Egis Projects sa, Ili Autostrada spa, Mec srl, Scetaroute sa, Technip Italy spa e Transroute International sa». I deputati di Sel avanzano più di un dubbio anche sulla redditività dell’opera: «Essendo però il flusso di traffico stimato molto scarso è prevedibile che il gettito dei pedaggi non sarà sufficiente a coprire il debito generato». Senza contare che i recenti scandali su Mose, Expo e Alta Velocità «hanno messo chiaramente in evidenza come l’attuale sistema delle “Grandi Opere” sia particolarmente soggetto a fenomeni di malaffare e corruzione».
CONCESSIONI FUORI STRADA Per questo la mozione dei parlamentari di opposizione punta anche ad impegnare il governo «a valutare con particolare attenzione l’opportunità di modificare le norme» del decreto “Sblocca Italia” «che fanno riferimento ad opere che costituiscono oggetto di indagine agli atti della Procura di Firenze». Oltre all’Autostrada Orte-Mestre, quindi, anche «l’Alta Velocità Brescia Verona e la Cispadana tra l’A-22 e l’A-13». Non solo. I deputati di Sel chiedono all’esecutivo di «dare seguito ai rilievi mossi dal Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione» sulla «proroga delle concessioni autostradali, valutando l’ipotesi di abrogarla» per affrontare in modo serio e trasparente il tema nell’ambito di «un nuovo provvedimento legislativo ad hoc».
Twitter: @Antonio_Pitoni
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio stampa Anas:
Egregio Direttore,
a differenza di quanto riportato nell’articolo pubblicato ieri su IlFattoQuotidiano.it, dal titolo “Mozione Sel alla Camera: ‘Bloccate l’Orte-Mestre, l’autostrada dello scandalo’”, a firma di Antonio Pitoni, l’Anas Spa non fa parte della “cordata di imprese e di banche” che ha proposto il project financing per la realizzazione dell’autostrada Orte-Mestre. Si ricorda, inoltre, che dal 1° ottobre 2012 l’Anas SpA non ricopre più il ruolo di concedente delle autostrade a pedaggio e, quindi, neppure della Orte-Mestre e non è competente a vigilare sulla sua esecuzione.
Si chiede la pubblicazione di questa smentita ai sensi della Legge sulla Stampa.
Cordiali saluti,
L’Ufficio Stampa Anas
Come si evince dal virgolettato, nell’articolo mi sono limitato a riportare l’esatto contenuto della mozione presentata alla Camera dei deputati dal gruppo parlamentare di Sinistra ecologia e libertà. (A.P.).
Aggiornato da Redazione Web il 9 aprile 2014 alle 17.43