E’ guerra aperta a Piacenza tra le cooperative vicine al Pd sulla gestione dei servizi per gli anziani dell’Asp (Assistenza servizi alla persona) nella struttura del Vittorio Emanuele. Un appalto da 40 milioni di euro in cinque anni per il quale, da alcune settimane, si è scatenato il putiferio. Ovvero da quando la giunta di Paolo Dosi ha deciso di mettere in discussione il passaggio all’accreditamento definitivo, dopo 10 mesi in provvisorio come prevede la legge, di Aurora e Coopselios. E sullo sfondo, l’ombra incombente di Unicoop, che dopo essere arrivata seconda al bando di gara e aver perso il ricorso al Tar, grazie a questa “rivoluzione” potrebbe rientrare nei giochi.
La giornata campale è prevista per oggi (mercoledì 8 aprile), quando si terrà il consiglio comunale. L’intera seduta è incentrata proprio sulla discussione della delibera per riportare al pubblico tutta la gestione del servizio per anziani non autosufficienti, 108 posti letto in totale. Una decisione che ha fatto insorgere l’opposizione, registra la contrarietà di molti consiglieri democratici e ha aperto una vera e propria faida tra le coop coinvolte. Senza dimenticare, sullo sfondo, le preoccupazioni degli 80 dipendenti – per la maggior parte donne – che con l’apertura di un bando pubblico avrebbero ben poche garanzie di vedersi rinnovato il posto.
L’Asp è sicuramente in una situazione non facile e anche palazzo Mercanti, con l’incedere della crisi, è sempre più in difficoltà nel ripianare i buchi di bilancio: il 25 per cento di 1,6 milioni nell’anno in corso, vale a dire 400mila euro a carico del Comune, con la percentuale che aumenterà al 50 per cento nel 2016 e salirà ancora negli anni successivi.
Ma da dove nasce questa virata così repentina dell’amministrazione, visto che l’attuale gestione non era incappata in criticità tali da fargli perdere il quasi automatico accreditamento definitivo e aveva, di fatto, abbassato le perdite rispetto agli anni precedenti? Dalla volontà, sostenuta dal sindaco, che fosse necessario risparmiare ulteriormente, circa 300mila euro all’anno con la ripubblicizzazione. Nonostante il fatto che, a quanto pare, il Comune rischierebbe di dover risarcire Aurora e Coopselios con 4 milioni di euro (il 10% dell’appalto totale), visto che si sono già dette pronte a fare causa.
Allora forse i motivi non sono solo quelli economici e gli indizi sono molti, anche se in pochi li hanno messi uno di fila all’altro. Il primo, e più evidente, riguarda il consigliere del Pd, Stefano Borotti. Figura influente nel Pd piacentino che oltre ad essere in maggioranza è anche direttore di Unicoop. Circostanza che lo porterà ad essere assente dalla seduta di consiglio, come ha già annunciato, per un palese conflitto di interessi. “E’ una questione di opportunità – ha detto – anche se mi appare bizzarro accostare la mia persona e la coop per la quale lavoro con questa vicenda”.
Non solo. Perché lo studio sul quale si basa la tesi dell’amministrazione è stato redatto, guarda caso, dal professor Eugenio Caperchione, oggi all’università di Modena e Reggio Emilia ma ieri componente del collegio sindacale di Unicoop dal ’99 al 2013. I primi dubbi sulla sua figura erano stati sollevati dal consigliere della sinistra radicale Carlo Pallavicini: “Chiedo se il professore Eugenio Caperchione, che ha realizzato lo studio, è la stessa persona dentro il collegio sindacale di Unicoop?”. Fu invece la consigliera del Movimento 5 Stelle, Barbara Tarquini, a spingersi oltre: “Qua lascia tutto pensare che si arrivi a una certa conclusione” disse, e si attirò le ire dell’assessore al nuovo Welfare, Stefano Cugini, competente sull’argomento, che la minacciò di querela. Peccato che anche lui, seppure per alcuni mesi prima di diventare assessore, fu dipendente Unicoop. Se a loro si aggiunge che il presidente dell’Asp che commissionò lo studio incriminato (costato 20mila euro) era Leonardo Mazzoli, anch’egli dipendente (ancora oggi) di Unicoop e che anche l’odierno amministratore unico dell’ente, Marco Perini, presentando nel 2013 all’Assemblea dei soci Unicoop il bilancio di esercizio non potrebbe essere nominato in questo ruolo perché consulente abituale di appaltatori (Asp ha svariati rapporti con Unicoop) allora qualche sospetto potrebbe persino apparire legittimo.
Sospetti dell’avanzata dei “tentacoli” di Unicoop su questo appalto milionario, che non hanno manifestato solo alcuni consiglieri della minoranza – seppure timidamente per timore di essere citata in giudizio – ma addirittura le stesse Aurora e Coopselios. In una lettera privata della quale ilfattoquotidiano.it è venuto in possesso, inviata dalle coop al sindaco Paolo Dosi e a tutti i consiglieri comunali a poche ore dal voto, si legge: “Perché i servizi che verranno internalizzati sono solo quelli relativi a Coopselios/Aurora mentre i servizi in gestione a Unicoop (per disabili) resterebbero in accreditamento definitivo al gestore privato?”. E ancora: “Sono state esaminate le situazioni di potenziale conflitto di interessi e/o incompatibilità che gli organi di stampa hanno in parte evidenziato?”.