Nemmeno 800mila euro d’incassi in tre settimane di programmazione, a fronte di un budget che va moltiplicato per tre. Oltre duecento schermi nel primo weekend per ospitare il film, numero che in nemmeno quindici giorni si è ridotto a cinque. "Se tratti certi argomenti come l’omosessualità o la fede con impudenza comunque la paghi perché dai fastidio"
Nemmeno 800mila euro d’incassi in tre settimane di programmazione, a fronte di un budget che va moltiplicato per tre. Oltre duecento schermi nel primo weekend per ospitare il film, numero che in nemmeno quindici giorni si è ridotto a cinque. Per il film La solita commedia – L’inferno del duo Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, campione d’incassi con I soliti idioti al cinema nel 2011 e 2012, ora è fiasco colossale. “In gergo si chiama flop”, spiega ironicamente Biggio al fattoquotidiano.it. “La risposta che ho nel cuore è che siamo in un mondo marcio in cui contano solo i soldi e che il cinema è un fatto solo economico. Oltretutto dagli incassi che si fanno su grande schermo dipendono i successivi diritti tv; dall’altro lato non abbiamo girato un capolavoro, ma un film comico di grande coraggio fregandocene di quello che avrebbe voluto il mercato. Per noi è un grande cambiamento, ci siamo liberati del fattore commerciale”.
Il ruolino di marcia de La solita commedia – L’inferno, prodotto dalla Wildside di Brizzi e Martani e distribuito da Warner Bros Italia, è imbarazzante: 500mila euro nel primo weekend, poco più di duecentomila euro nel secondo e nel terzo qualche centinaio di persone; quando I soliti idioti (2011) e I soliti idioti 2 (2012), tratti dalla serie tv omonima che aveva spopolato su Mtv, realizzarono, rispettivamente, 4 milioni e mezzo nel primo weekend e un totale di 11 milioni, 2 milioni e mezzo nel primo weekend e 8 milioni e 700mila in tutto: “Pensavamo di fare ben oltre il milione nel primo weekend, questo sì. Vuol dire che il pubblico non ha premiato la nostra volontà di rischiare. Scontiamo la nostra storia. I soliti idioti era una saga che funzionava e il produttore Valsecchi ci ha spremuto a dovere ricavandoci molto. Alla richiesta di un terzo film della serie gli abbiamo però detto di no. Avevamo bisogno di cambiare, di fare qualcosa di più nostro. La Wildside lasciandoci libertà totale in forma e contenuto ci è sembrata una boccata di aria fresca e abbiamo accettato”.
La necessità di allontanarsi dai fasti e dalla “poetica” comica del recente passato è evidente anche nella prima sequenza de La solita commedia – L’inferno, dove Biggio e Mandelli al ristorante con le rispettive e procaci consorti iniziano a comportarsi come due bambini urlando, imprecando e lanciandosi addosso cibo quasi come se quelle sequenza fosse un frammento dal passato da cancellare con l’uscita di scena di corsa dei due dal locale facendo ripartire il nuovo film: “A noi o ci amano o ci odiano, non ci sono mezzi termini. Quando facevamo la serie tv, che era un prodotto di nicchia ricordiamocelo, nemmeno una critica, tutti a lodarci. Ora invece ci riempiono di insulti. Questo film è andato male anche per questo bizzarro effetto di rifiuto: chi voleva vedere i soliti personaggi di Ruggero e Gianluca non ci è andato perché non c’erano; chi invece ci riconosceva in modo negativo come quelli dei personaggi di Ruggero e Gianluca ha preferito egualmente saltare”.
“Se tratti certi argomenti come l’omosessualità o la fede con impudenza comunque la paghi perché dai fastidio – conclude Biggio – se invece ripeti il solito filmino italiano con buoni sentimenti, tranquillo, con la storia d’amore, oppure un bel remake di un film argentino o francese dove si mette un attore del nord e uno del sud Italia per fare soldi, non dai fastidio a nessuno. Manca il coraggio da parte di autori e produttori italiani. Le locandine dei film italiani, non so se lo avete notato, sono tutte uguali, dai un’occhiata e quel film e ti sembra di averlo già visto un mese prima. Noi, invece, con la nostra goliardia dissacrante abbiamo provato a rompere questo schema. Magari vendiamo il film in Francia e facciamo mangiare m… ai francesi”. Nonostante il flop, l’attività del duo Biggio/Mandelli non finisce di certo qui: “Ci fermiamo un attimo, ma abbiamo già qualche idea pronta. Chissà magari sono l’episodio del “purgatorio” e del “paradiso” in pillole trasmessi online sul web”.
Il trailer del film