Tutelato il libero accesso al web. E la neutralità della Rete. In maniera che nessuna azienda possa essere avvantaggiata da un fornitore di servizi. Ma i tempi rischiano di essere lunghi. Per via della doppia lettura di Camera e Senato
Nell’attesa della Costituzione di Internet, Internet potrebbe entrare in Costituzione. Il Senato ha adottato il testo base proposto da Francesco Campanella (Gruppo Misto) che introduce nella Carta costituzionale l’articolo 34-bis. La Rete viene inserita così nell’articolo che riguarda l’istruzione. Cosa cambia con questa norma? Due sono le novità principali. Internet diventa un diritto come la scuola e viene poi tutelato il libero l’accesso al web, per evitare quel che sta avvenendo in altri Paesi, come la Turchia. Di più. La norma in questione promuove la net neutrality, la neutralità della Rete, ossia la garanzia che un fornitore di servizi di connessione non avvantaggi alcuna azienda. Il testo presentato da Campanella è stato predisposto con la collaborazione dell’associazione Cultura democratica. Questo gruppo di lavoro ha portato avanti una campagna di sensibilizzazione sull’argomento anche attraverso i social network, con la pagina Facebook #art34bis. “Questo disegno di legge dimostra il nostro approccio non conservatore”, spiega il senatore Francesco Campanella. “Siamo convinti – aggiunge – che alcuni cambiamenti della Carta siano possibili e auspicabili, mantenendone però inalterato lo spirito. L’esatto contrario di quanto sta facendo il governo, scardinando la nostra Repubblica parlamentare”.
TESTO A TESTO Il contenuto dell’articolo è molto semplice: “Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete internet, in modo neutrale, in condizione di parità e con modalità tecnologicamente adeguate”, recita la prima parte. Inoltre, secondo la proposta, la Repubblica deve promuovere “le condizioni che rendono effettivo l’accesso alla rete internet come luogo ove si svolge la personalità umana, si esercitano i diritti e si adempiono i doveri di solidarietà politica, economica e sociale”. Il web, quindi, viene visto come uno “spazio di produzione, perché esiste ormai una dimensione cyber”, afferma Campanella. Il presidente dell’associazione Cultura democratica, Federico Castorina, aggiunge: “Con questa modifica alla Costituzione lo Stato deve garantire l’accesso alla Rete. E qualsiasi provvedimento approvato in Parlamento dovrebbe tener presente questo aspetto, pena l’incostituzionalità”.
PERCORSO LUNGO – L’adozione del testo base da parte del Senato è solo il primo passo verso l’approvazione. Nelle prossime settimane ci sarà la discussione degli emendamenti, in una fase successiva è previsto il dibattito in Aula. Trattandosi di una riforma della Costituzione, l’articolo 34-bis deve essere passato al vaglio della doppia lettura di Camera e Senato con l’intervallo di 3 mesi. Il percorso è insomma lungo. “Ma sono curioso di vedere, a questo punto, se anche su un tema come la Rete in Costituzione la parola d’ordine di Renzi sarà #dicorsa”, chiosa Francesco Campanella.
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