Polemica concitata tra la firma de Il Fatto Quotidiano, Marco Lillo, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella (Pd), durante ‘L’Aria che tira’ su La7. Il giornalista chiede all’ex deputato del Pd spiegazioni su alcune intercettazioni svelate dal Fatto Quotidiano e depositate dai Pm di Napoli nell’indagine sulla metanizzazione di Ischia. Nardella, non indagato, è stato intercettato mentre parla con il generale Michele Adinolfi, che era intercettato, così come spiegato sul Fatto. I carabinieri del Noe, riportano nelle loro informative il sunto delle delle conversazioni con Nardella e con il premier Matteo Renzi e il sottosegretario Luca Lotti. In alcune intercettazioni raccolte dai carabinieri, spunta il nome di Michele Adinolfi: il comandante interregionale della Toscana e dell’Emilia Romagna, amico da 30 anni di Adriano Galliani vuole diventare comandante generale della GdF e secondo i Carabinieri: “Alla vigilia della proposta di nomina in consiglio dei ministri, si è recato nella sede di un partito (il Pd ndr). Inoltre dalle telefonate, come racconta Lillo, si evince che Adinolfi aveva un canale preferenziale con Renzi, Nardella e il sottosegretario Lotti e che mirava a diventare il numero uno della Guardia di Finanza. “Non sarà che Adinolfi” – chiede Lillo a Nardella – “puntava a diventare comandante generale e parlava con lei perché magari lo raccomandasse con Renzi?“. Il sindaco sbotta, viene supportato dall’ex capogruppo di Scelta Civica e attuale parlamentare del Pd, Andrea Romano, e si rende protagonista di un lungo battibecco con Lillo: “I giornali, come quello in cui scrive lei, dicono tante cose, che poi però vanno comprovate. Pubblicare intercettazioni telefoniche? Fatelo, se ritenete. Se il sindaco parla con il generale della Gdf competente del proprio territorio non commette nessun reato e nulla di disdicevole“. Poi si infuria: “Questo giornalista sembra più che stia facendo un interrogatorio. Al telefono si dicono tante cose, non ricordo cosa ho detto ad Adinolfi. Non ho fatto nessuna raccomandazione. E comunque non solo non è un reato, ma non è neanche un fatto disdicevole, quindi la smetta di fare illazioni. Se ha delle prove, vada alla Procura della Repubblica oppure non prenda in giro i suoi lettori” di Gisella Ruccia