Debiti, un’imputazione per bancarotta fraudolenta, un carattere difficile. Claudio Giardiello, 57 anni, con alle spalle una serie di fallimenti nel settore immobiliare, questa mattina ha trasformato il Palazzo di Giustizia di Milano in un poligono con la sua calibro 765. Le vittime sono il giudice fallimentare Fernando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani che era teste nel processo e Giorgio Erba, coimputato del killer. Tutti e tre sono stati uccisi dall’assalitore. Si è parlato più volte anche di una quarta vittima, un uomo trovato senza vita sulle scale del Tribunale colpito probabilmente da un infarto, ma non è arrivata nessuna conferma. Al momento, quindi, i morti sono tre e due i feriti. Questi ultimi sono il nipote di Erba, Davide Limongelli anche lui imputato nel giudizio in corso: è in prognosi riservata all’ospedale Niguarda. Colpito a una gamba anche il commercialista Stefano Verna, che non è in pericolo di vita.
L’assalitore è stato poi arrestato a Vimercate (Monza) dai carabinieri dopo una fuga in moto e durante l’interrogatorio si è sentito male. Secondo gli investigatori, era diretto a Carvico (Bergamo) per uccidere Massimo D’Anzuoni, suo socio di minoranza in una società e coinvolto nel processo di oggi per fallimento fraudolento e alla cui udienza non si era presentato. “Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato“, ha detto Giardiello, che incolpava i suoi soci dei vari fallimenti. È proprio per imboccare l’autostrada in direzione Bergamo che l’uomo era arrivato in scooter a Vimercate, da dove vicino al centro commerciale “Torri Bianche” si accede al raccordo con la A4.
L’assassino è stato sentito dal procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili, dal pm di Monza Franca Macchia, ma a procedere sarà la Procura di Brescia perché tra le vittime c’è un magistrato in servizio a Milano. Tommaso Bonanno, procuratore capo di Brescia, parla in conferenza stampa di “uno scenario di stupore e gravità inaudita” e di “atto inconsulto”. Giardiello “ha agito con fredda premeditazione” aggiunge Bonanno. Il gip di Monza, competente per territorio in quanto l’arresto è avvenuto a Vimercate, fisserà l’udienza per la convalida del fermo che non potrà essere prima di domani pomeriggio ma, più probabilmente, nella giornata di sabato.
Il killer di Milano ha esploso 13 colpi di arma da fuoco ed era dotato di due caricatori di proiettili: “Pistola regolarmente detenuta” ha spiegato il comandante di Monza. Che ha aggiunto che l’uomo ha raccontato “che stava andando a cercare un’altra persona, che riteneva responsabile del fallimento della sua azienda, per ucciderla”. Giardiello si è poi avvalso della facoltà di non rispondere” durante l’interrogatorio che si è svolto nel pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate. L’avvocato Nadia Savoca del foro di Monza: “Adesso è sotto choc e sedato”.
La dinamica della sparatoria e la fuga dopo gli omicidi
Giardiello era imputato nel processo Magenta Immobiliare. Appiani era stato il legale dell’aggressore in un precedente fallimento e all’udienza di oggi era andato a testimoniare. L’assalitore, dopo avere chiesto al suo difensore di rimettere il mandato, ha puntato l’arma contro Appiani. Poi ha sparato a Limongelli ed Erba, deceduto poi al Policlinico. È sceso quindi al secondo piano e ha esploso due colpi nella direzione del giudice Ciampi, che stava presiedendo una udienza in aula.
Alle 9.19 le telecamere di sorveglianza riprendono Giardiello in giacca e cravatta che, dopo aver parcheggiato il suo scooter in via Manara, entra in Tribunale mostrando un documento, si ipotizza un tesserino di riconoscimento, a una delle guardie giurate che presidiano l’ingresso riservato solo a magistrati, avvocati, e personale amministrativo, e quindi sguarnito di metal detector. Si tratta dell’unico varco che non è sotto la responsabilità della società Allsystem, che controlla tutti gli altri sei. [brightcove]4163525636001[/brightcove]
Alle 10.45 poi Giardiello, in aula alla seconda sezione penale come imputato per la bancarotta della Immobiliare Magenta, società di cui era socio di maggioranza, ha un diverbio con il suo difensore il quale voleva rinunciare al mandato. Cinque minuti dopo estrae la pistola dalla tasca e spara ai suoi due coimputati non molto lontani da lui: Giorgio Erba muore quasi subito, l’altro, Davide Limongelli, rimane gravemente ferito. Poi punta la pistola verso l’avvocato Lorenzo Claris Appiani, suo ex legale che si apprestava a testimoniare e lo uccide. Un testimone ha raccontato che avrebbe ‘puntato’ la rivoltella anche verso il pm d’udienza Luigi Orsi, il quale, rifugiatosi nella stanza dedicata ala camera di consiglio insieme al collegio presieduto da Teresa Ferrari da Passano, ha dato l’allarme chiamando il procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati.
Giardiello, dopo essere fuggito armato dall’aula, scende lo scalone del Palazzo dal lato via Manara e tra il primo e il secondo piano incrocia casualmente il commercialista Stefano Verna, incaricato di occuparsi del fallimento della Immobiliare. Spara e lo ferisce alle gambe. L’assassino è poi in procinto di uscire dal palazzo di Giustizia, ma ci ripensa e torna indietro. Risale le scale, raggiunge il secondo piano e si dirige verso l’ufficio del giudice civile della sezione imprese Fernando Ciampi, il magistrato che nel marzo del 2008 era nel collegio che dichiarò il fallimento della Immobiliare Magenta. Apre la porta a spara due colpi al giudice: uno all’inguine e l’altro alla scapola che gli trapassa il corpo fino al collo. Ciampi, che era in stanza con una cancelliera per cercare di sistemare un problema tecnico al suo computer, muore sul colpo.
Nel frattempo il Palazzo viene evacuato. Fiumi di persone, nel panico, cominciano a correre verso le uscite, alcuni magistrati si chiudono nelle aule o nelle loro stanze, mentre carabinieri e poliziotti iniziano una vera e propria caccia all’uomo. Giardiello è però riuscito ad uscire dal Tribunale, forse confondendosi tra la gente, e a fuggire in sella al suo scooter. Verso mezzogiorno viene arrestato dai carabinieri a Vimercate.
In aula non c’era il pm titolare dell’inchiesta
In aula al processo avrebbe dovuto esserci Bruna Albertini, titolare dell’inchiesta, ma essendo impegnata anche in una udienza all’ufficio gip, ha chiesto al collega Luigi Orsi di sostituirla nel dibattimento. Una sostituzione all’ultimo minuto che per alcuni in procura è stata da un certo punto di vista provvidenziale. Albertini ha più volte anche interrogato il killer. “Poiché voleva uccidere tutti quelli che riteneva responsabili del suo fallimento – è stato fatto notare al quarto piano di palazzo di Giustizia di Milano – sicuramente avrebbe sparato o comunque fatto del male a Bruna Albertini se solo fosse stata in aula”. L’uomo, che era vestito in giacca e cravatta gialla, prima è fuggito all’interno del Palazzo, poi è scappato in sella a una moto. Secondo le informazioni Giardiello potrebbe essere prima salito al sesto o al settimo piano dove ci sono gli uffici Gip/Gup e poi avrebbe guadagnato l’uscita. L’aggressore “sarebbe uscito dallo stesso ingresso di via Manara da cui è entrato, che non prevede il metal detector ma solo controllo dei documenti e da cui possono entrare avvocati, magistrati e personale amministrativo. Questa è al momento solo un’ipotesi investigativa” dice Bruti Liberati.
Evacuato il Palazzo di Giustizia
Dopo la sparatoria sono stati sentiti altri colpi. Le forze dell’ordine hanno fatto evacuare l’edificio frequentato da migliaia di persone ogni giorno: le donne sono state fatte uscire subito, mentre agli uomini veniva chiesto un documento. Il Tribunale di Milano è dotato di metal detector e chi entra, ad eccezione del personale dei magistrati e degli avvocati, viene sottoposto a controlli. Smentita la notizia che il dispositivo di via Carlo Freguglia questa mattina era rotto. Erano tutti funzionanti i metal detector dei quattro ingressi. La strage in Tribunale sta scatenando una accesa polemica politica. Giardiello, però sarebbe entrato mostrando un falso tesserino da un ingresso laterale del Palazzo e dalla porta riservata all’accesso di magistrati, avvocati e cronisti secondo quanto riferisce Edmondo Bruti Liberati: “Tutti i metal detector erano funzionanti” e le immagini delle telecamere sono già al vaglio degli investigatori.
Debiti e fallimenti, Giardiello aveva subito pignoramenti
Giardiello, classe 1958 nato a Benevento, era titolare di una agenzia immobiliare in corso Magenta, pieno centro di Milano. Era la sesta volta che “chiudeva” una attività in 20 anni per cessazione, liquidazione o fallimento. Di recente aveva subito pignoramenti dei beni e decreti ingiuntivi. Risultano debiti con le banche e con il Fisco.
CRONACA ORA PER ORA
Ore 17.43 – Bruti: “Killer ripreso mentre mostra un tesserino”
Claudio Giardiello sarebbe stato ripreso da una telecamera mentre entrava a Palazzo di Giustizia a Milano esibendo agli addetti alla sicurezza un documento. Lo ha spiegato il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati durante un’assemblea dell’Anm a Milano. “Evidentemente – ha aggiunto – si trattava di un tesserino di riconoscimento”
Ore 17.30 – Ferito grave in prognosi riservata
È terminato l’intervento chirurgico su Davide Limongelli portato in codice rosso all’ospedale Niguarda. L’uomo, spiegano fonti ospedaliere, è stato raggiunto al ventre da un proiettile, che è entrato in prossimità dell’ombelico ed è uscito dalla schiena. Il proiettile avrebbe provocato una lesione al colon e otto diversi buchi all’intestino, a causa del fatto che quest’ultimo è ripiegato su sé stesso. La prognosi, confermano i sanitari, rimane riservata: l’intervento ha avuto buon esito dal punto di vista tecnico, ora bisognerà tenere monitorata la situazione e verificare l’evoluzione delle sue condizioni.
Ore 15.22 – Csm: plenum straordinario presieduto da presidente Mattarella alle 18
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presiederà questo pomeriggio il plenum straordinario del Csm convocato alle 18,00 dopo i gravi fatti accaduti al Tribunale di Milano
Ore 14.36 – Giardiello portato via in ambulanza
È stato portato via in ambulanza Claudio Giardiello, ritenuto il responsabile delle aggressioni a mano armata di questa mattina in Tribunale a Milano. L’uomo, fermato dai carabinieri di Vimercate in un centro commerciale, si trovava nella sede della Compagnia dei carabinieri per essere sentito. L’ambulanza è stata scortata da due pattuglie dei carabinieri.
Ore 14.26 – Alfano e Orlando a Palazzo di Giustizia
I ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e della Giustizia, Andrea Orlando, sono a Palazzo di Giustizia di Milano per un incontro con i vertici della magistratura milanese. I due ministri si sono incontrati nell’anticamera della Corte d’appello con il presidente della Corte d’Appello, Giovanni Canzio, e il procuratore Edmondo Bruti Liberati, e si sono recati insieme per un sopralluogo nell’aula in cui è avvenuto il delitto
Ore 13.59 – Alfano arrivato al Palazzo di Giustizia
Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, secondo quanto riferito, ha lasciato la prefettura di Milano per dirigersi verso il Tribunale, dove si è svolta la sparatoria. Con lui sono presenti il prefetto Francesco Paolo Tronca e il presidente della Corte d’Appello Giovanni Canzio.
Ore 13. 30 – Il pm Orsi: “Ho visto morire un testimone davanti a me”
“Ho visto colpire delle persone. Ho visto morire un testimone davanti a me”. Sono le uniche parole del pm di Milano Luigi Orsi, che oggi si trovava in udienza quando Claudio Giardiello ha sparato. Luigi Orsi, uno dei sostituti procuratori più stimati della Procura di Milano esperto in reati economico-finanziari, ha spiegato di essersi spaventato ma che ora sta bene
Ore 13.22 – Riunione in corso ministro, prefetto e presidente corte d’Appello
Sui fatti avvenuti questa mattina al palazzo di giustizia di Milano è in corso in Prefettura un incontro tra il ministro dell’interno Angelino Alfano, il presidente della corte d’Appello Giovanni Canzio e il prefetto Francesco Paolo Tronca.
Ore 13.08 – Uno dei metal detector era rotto
Uno dei metal detector di Palazzo di Giustizia “era rotto questa mattina”. È quanto riferisce una persona che stamane si è recata in Tribunale per lavoro. Secondo questa persona si tratterebbe dell’ingresso laterale di via Carlo Freguglia. Anche se Giardiello potrebbe avere evitato i controlli presenti ad ogni ingresso del Palazzo di Giustizia semplicemente entrando insieme al suo legale.
Ore 12.52 – L’ex legale: “È una persona sopra le righe”
“È una persona sopra le righe, ingestibile come cliente perché non ascoltava mai i consigli. Era uno che pensava che tutti lo volessero fregare, era paranoide”. È la descrizione dall’avvocato Valerio Maraniello di Claudio Giardiello, l’imputato che oggi a Palazzo di Giustizia ha ucciso un giudice e un avvocato e ferito 2 persone durante il processo in cui era imputato per bancarotta. L’avvocato Maraniello ha spiegato di avere difeso Giardiello fino ad un paio di anni fa e poi di avere lasciato il mandato proprio perché era un cliente ‘difficilè.
Ore 12.41 – Voleva uccidere il pm?
Quando il suo avvocato ha rimesso il mandato, l’uomo ha estratto la pistola e ha sparato contro i presenti. Da quanto riferito da un testimone, poi l’assalitore avrebbe puntato nella direzione del pm. L’uomo a questo punto avrebbe ferito altre persone presenti in udienza, Davide Limongelli e Giorgio Erba. Poi l’autore della sparatoria sarebbe sceso al secondo piano diretto all’aula dove il giudice Ferdinando Ciampi della decima sezione civile stava presiedendo una udienza e lo ha ferito a morte.
Ore 12.23 – “Un altro uomo trovato morto all’interno del Palazzo”
“Un altro uomo è stato trovato deceduto all’interno del Palazzo di Giustizia” di Milano, “senza apparenti segni di traumi”. Lo comunica l’Azienda regionale per l’emergenza urgenza. “Un secondo ferito da arma da fuoco è portato all’ex clinica Santa Rita” aggiunge l’Areu. L’ipotesi, che al momento non è possibile accertare con sicurezza è che possa avere avuto un infarto.
Ore 12.20 – Ucciso anche l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani
La seconda persona uccisa stamani a Palazzo di Giustizia di Milano è l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani.
Ore 12.19 – Arrestato dai carabinieri lo sparatore
L’uomo che ha sparato al palazzo di giustizia di Milano – secondo quanto apprende l’Ansa – è stato arrestato dai carabinieri.
Ore 12.12 – Giudice Ciampi aveva fama di magistrato intransigente
La sezione fallimentare del tribunale di Milano è la più importante d’Italia. Fernando Ciampi, dopo l’uscita di scena dell’ex presidente Bartolomeo Quatraro (oggi a Novara), nel 2009 era stato chiamato a guidare la sezione ad interim. Lo aveva poi sostituito come presidente Filippo Lamanna. Ciampi aveva fama di intransigente.
Ore 12.11 – Gli investigatori: “Almeno tre morti”
Sarebbero almeno tre i morti per gli spari di questa mattina nel palazzo di giustizia di Milano. Lo si apprende da fonti investigative
Ore 12.11 – Claudio Giardiello fuggito in moto
Claudio Giardinello, l’uomo che stamani ha sparato all’interno del tribunale di Milano, secondo quanto si è appreso non sarebbe più nell’edificio ma sarebbe fuggito in moto. L’indiscrezione, ancora non confermata ufficialmente, emerge dagli uomini delle forze dell’ordine che lo stanno braccando.
Ore 12.10 – Orlando: “Capire se falle sicurezza”
“Non ci sono mai arrivate segnalazioni su un deficit nelle strutture di sicurezza. Bisogna capire se ci sono state delle falle”. È quanto ha dichiarato il guardasigilli Andrea Orlando interpellato a margine di una seduta al Senato, su possibili misure dopo quanto accaduto nel Tribunale di Milano.
Ore 12.08 – Un ferito: “Non vi preoccupate, sto bene”
“Non vi preoccupate, sto bene”. È quanto ha detto a chi lo ha contattato al telefono Stefano Verna, commercialista dello studio Verna, ferito a una coscia nell’aula del palazzo di giustizia dove era presente in qualità di testimone. L’uomo che ha sparato nell’aula, Claudio Giardiello, era stato infatti cliente dello studio Verna
Ore 12.06 – Ministro Orlando: “A Milano per seguire gli sviluppi”
“Mi sto recando a Milano per seguire direttamente gli sviluppi, comprendere esattamente la dinamica dei fatti e manifestare la mia vicinanza agli operatori della giustizia”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando su quanto accaduto al tribunale di Milano.
Ore 12 – Un testimone: “Mi sembra incredibile”
“Mi sembra incredibile quello che è successo” dice ai cronisti all’esterno del Palazzo di Giustizia un uomo di circa 50 anni che era all’interno nel momento degli spari. “Non è possibile che una persona possa entrare armata in un tribunale soprattutto in un periodo in cui i controlli dovrebbero essere più forti”
ore 11.54 – Sindaco Pisapia: “Vado perché questa persona si arrenda”
“Sto andando in tribunale, vedo cosa posso fare per intervenire perché questa persona si arrenda e non faccia aumentare una tragedia che è già enorme”. Così il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, lasciando gli uffici della Prefettura dove era in corso il comitato sicurezza, dopo gli spari a Palazzo di Giustizia.
Ore 11.52 – Presidente della Lombardia Maroni: “Fatto sconvolgente”
Un fatto “sconvolgente” gli spari in Tribunale a Milano “che ci hanno indotto a sospendere il comitato sicurezza in corso”. Ad affermarlo il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, uscendo dagli uffici della Prefettura. “È sconvolgente – insiste – e inconcepibile che uno possa entrare in Tribunale con un’arma, che una persona qualunque riesca ad entrare con una pistola”.
Ore 11.51 – Presidente Canzio: “Ucciso magistrato”
Il presidente della Corte d’appello di Milano Giovanni Canzio ha riferito che l’uomo che ha sparato nel tribunale di Milano ha ucciso il giudice Fernando Ciampi, della sezione fallimentare.
Ore 11.45 – Sospeso comitato ordine e sicurezza
È stato sospeso, per via dei tragici fatti di Palazzo di Giustizia di Milano, il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a Milano. Questo per consentire alle forze dell’ordine di coordinare gli interventi. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.
Ore 11.42 – Sul posto soccorritori, poliziotti e carabinieri
Al terzo piano del tribunale di Milano sono arrivati soccorritori del 118 e sono presenti numerosi poliziotti e carabinieri armi in pugno. L’uomo che ha sparato all’interno dell’aula della seconda sezione penale al terzo piano del Palazzo di Giustizia avrebbe colpito due o tre persone, di cui una sarebbe morta. L’uomo sarebbe ancora in fuga all’interno del Palazzo di Giustizia. Nell’edificio sono presenti tra gli altri il capo della Squadra Mobile Alessandro Giuliano e il comandante del Ros, Giovanni Sozzo.
Ore 11.34 – Procuratore Bruti: “Non sappiamo ancora niente”
“Non sappiamo ancora niente”. Così il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha risposto ai cronisti che gli hanno chiesto dettagli sulla sparatoria nell’aula del tribunale milanese.
Ore 11. 20 – Presidente Canzio: “Più di una vittima”
C’è “più di una vittima” nella sparatoria in Tribunale dice il presidente della Corte d’Apello di Milano, Giovanni Canzio. “Non sappiamo ancora niente” dice il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, rispondendo ai cronisti. “Ho sentito degli spari e ho visto un uomo con una gamba insanguinata, ho avuto paura e sono scappato” ha raccontato un testimone. Diverse persone hanno sentito il rumore degli spari e sono fuggite dai corridoi e si sono dirette verso l’uscite dell’edificio. Oggi fra le udienze previste anche quella del processo per il crac Eutelia e quella sulla richiesta dei legali del Commissario straordinario dell’Ilva di Taranto, Piero Gnudi, di sbloccare un miliardo e 200 milioni di euro sequestrati dai magistrati milanesi nel 2013 ai fratelli Emilio e Adriano Riva e a due loro consulenti.