Nel 2007 un quarantenne albanese sparò alla moglie a all'avvocato della donna durante l'udienza di divorzio in Emilia Romagna. Nel 2002 un 62enne siciliano uccise la compagna nel Tribunale di Varese nella stessa circostanza
La sparatoria al tribunale di Milano non è il primo episodio in cui qualcuno è riuscito a entrare armato nelle aule di giustizia e a uccidere delle persone. Altri due episodi si sono svolti a Reggio Emilia e a Varese, quando due uomini si resero protagonisti di sparatorie nel corso di due udienze di divorzio.
Nel 2007 tre morti in aula a Reggio a Emilia. Il 17 ottobre 2007, un albanese di 40 anni, Clarim Fejzo, sparò in un’aula di giustizia del Tribunale nel corso di un’udienza di divorzio, provocando tre morti e due feriti. Davanti agli occhi delle due figlie, esplose dei colpi con una pistola calibro 7.65 contro l’avvocato della moglie, ferendolo di striscio, e contro la moglie stessa, Vjosa, che morì in ospedale dopo 24 ore. Il cognato cercò di disarmare l’uomo fuori dall’aula ma venne colpito a morte da un proiettile. Due poliziotti, provenienti da un’aula vicina, intervenirono: il primo fu ferito ad una gamba, il secondo uccise il quarantenne che dopo aver scaricato un caricatore ne stava preparando un altro per colpire altre persone.
Nel 2002 a Varese un uomo sparò alla moglie uccidendola in pieno tribunale. Rosolino D’Aiello, di 62 anni e originario di Palermo, era un’ex carabiniere in pensione e fu arrestato per l’omicidio di Cosima Damiano, di 49 anni, uccisa mentre si discuteva la loro causa di separazione. La situazione precipitò poco prima di mezzogiorno, quando D’Aiello tirò fuori dalla tasca una pistola ed esplose quattro colpi consecutivi davanti al giudice e ai legali dei due coniugi. La separazione della coppia era stata contrastata per ragioni patrimoniali, i problemi riguardavano principlamente incomprensioni sull’assegno di mantenimento che l’ex carabiniere doveva concordare con la moglie.