Prima da Bari e poi da Lecce, il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, lancia la parola d’ordine: arare tutta la campagna salentina nel giro di due settimane. È la corsa contro il tempo avviata in Puglia per provare a tamponare il disseccamento degli ulivi. È una questione di agronomia, per abbassare la popolazione dell’insetto vettore che trasmette il batterio da quarantena Xylella fastidiosa, ritenuto tra le cause della malattia. Ma è anche una questione politica, il compito a casa ben svolto da portare a Bruxelles per legittimare la posizione italiana e chiedere una revoca dell’embargo francese alle piante della Puglia. È un argine, inoltre, contro la possibilità che anche Spagna, Grecia e Portogallo optino per il blocco delle importazioni delle 102 specie vegetali potenziali ospiti del patogeno. Martina lo ripete davanti ad amministratori, agricoltori, ambientalisti, tra qualche accenno di battibecco e contestazione. Non è semplice il contesto: ci si muove tra le incertezze della scienza, non sempre univoca, e le difficoltà dell’applicazione concreta di un piano, quello del commissario Giuseppe Silletti, a tratti spinoso. Oltre all’uso obbligatorio di insetticidi a partire da maggio, le eradicazioni degli ulivi restano il capitolo più doloroso. La stima in eccesso è di 35mila piante da tagliare, ma Silletti ha tamponato: “pensiamo di abbattere solo 10mila alberi”. Adesso, però, è il tempo delle arature a go go. La timeline è segnata: il 27 e 28 aprile prossimi, si tornerà a Bruxelles per la decisione finale sul piano commissariale e la discussione del blocco di Parigi. “In quella battaglia – ha ribadito Martina – saremo più forti se dimostreremo di aver messo in pratica quello che è previsto. Abbiamo sentito i francesi, abbiamo scritto formalmente. Consideriamo quella scelta totalmente inopportuna perché, come è stato detto bene anche sul piano tecnico-scientifico, siamo di fronte a un caso che l’Europa tutta deve trattare e deve trattare in maniera coordinata”. “Quello che ha deciso la Francia è l’inizio di una guerra commerciale e di una operazione molto pericolosa per l’Italia e non solo per noi”, gli ha fatto eco Nichi Vendola, presidente della Regione, nella sua prima volta a Lecce per la moria degli ulivi, dopo un anno e mezzo dall’inizio dell’emergenza di Tiziana Colluto
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