La presidente del Consiglio comunale è venuta a sapere per caso che quattro mesi fa Ato Toscana Costa aveva contestato al tribunale regionale amministrativo la politica di gestione integrata dei rifiuti. Il sindaco si difende: "Semplice cortocircuito"
Due ricorsi al Tar contro il Comune di Livorno per la gestione dei rifiuti, ma il sindaco M5S Filippo Nogarin non li ha comunicati al consiglio. “Omissione grave”, attacca la presidente dell’assemblea ed esponente della lista civica di sinistra “Buongiorno Livorno” Giovanna Cepparello. Il primo cittadino invece si difende: “Semplice cortocircuito, difetto di comunicazione tra uffici, ma nessuna volontà di nascondere nulla”. A promuovere i ricorsi al Tribunale amministrativo regionale sulla gestione integrata dei rifiuti è stata l’Ato Toscana Costa, autorità che coordina le politiche ambientali nelle province di Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara.
“Il consiglio comunale”, accusa Cepparello, “non può essere tenuto all’oscuro di questioni che sono ovviamente rilevanti rispetto alla sua attività. Io l’ho scoperto solo dalla stampa”. Al centro dello scontro due ricorsi, uno presentato nel novembre 2014 e l’altro protocollato da Ato lo scorso 9 aprile. “L’autorità”, continua, “chiede l’annullamento di atti approvati dal consiglio rispetto dei quali l’Ufficio di presidenza e presumibilmente i consiglieri non sono stati in alcun modo informati. Non entro nel merito anche per non venire meno al mio ruolo, ma mi limito a porre un problema di metodo”.
La delibera che l’Ato chiede di annullare è quella approvata lo scorso 23 dicembre (numero 225), con cui il consiglio invitava a “interrompere” il percorso intrapreso dalla precedente amministrazione (delibera 151 del 30/11/2011) che voleva far confluire la controllata Aamps nella società mista pubblico-privata Reti Ambiente. Nogarin invece vorrebbe mantenere l’affidamento “in house” dei servizi di gestione dei rifiuti e igiene ambientale o comunque “prevedere la gestione esclusivamente pubblica dei rifiuti urbani”, arrivando alla costituzione di un consorzio tra i Comuni dell’Ato Costa. Una scelta fortemente contestata dall’Ato: “Il progetto M5S”, si legge nel ricorso, “non è conforme a quanto stabilito con plurime deliberazioni dagli organi di questa autorità in ordine alla forma di gestione del servizio d’Ambito”.
Cepparello ha chiesto all’Avvocatura del Comune una copia del ricorso di aprile: soltanto leggendo il documento si è accorta che contro il Comune era stato avanzato anche un’altra rimostranza, sempre da parte di Ato Costa, che è stata notificata al Comune “nella persona del sindaco” lo scorso 28 novembre. Oggetto del secondo ricorso la delibera 108 del consiglio comunale con cui lo scorso 9 settembre erano state approvate le “Linee Programmatiche di mandato 2014 – 2019” in cui “già si parlava del mantenimento dell’affidamento in house dei servizi di gestione dei rifiuti ed igiene ambientale”. Cepparello sottolinea inoltre come di recente il consiglio comunale sia stato chiamato a esprimersi su una deliberazione avente a oggetto il Piano operativo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie, “il cui contenuto è strettamente collegato a quanto sostenuto nei due ricorsi promossi da Ato”.
Alle accuse ha risposto lo stesso Nogarin. “Nascondere qualcosa?”, ha detto il primo cittadino a ilfattoquotidiano.it, “Non scherziamo. Lasciatemi dire che sono alquanto stupito, credevamo davvero che l’esistenza di questi due ricorsi fosse ben nota. Dev’esserci stato sicuramente un difetto di comunicazione”. Un “cortocircuito” insomma tra “segreteria generale e ufficio di presidenza del consiglio comunale. Sindaco e giunta ogni giorno prendono sotto esame molte tematiche, lavoro che spesso viene anche condiviso con presidenza e consiglieri: ci risulta assai strano che di questo atto non se ne sapesse nulla”. Poi la conclusione: “E’ stato impugnato un atto politico, cosa di per sé abbastanza insolita. Sarà comunque il Tar a decidere: da parte nostra massima serenità”.