La casa editrice, inoltre, combatte Amazon sul suo stesso fronte, infatti, ha un sito di vendita online dove, non solo propone gli e-book nel formato universale epub, ma li offre anche in Mobi, ovvero quello che devono utilizzare i proprietari dell’e-reader Kindle di Amazon. Ma è pur vero che per Amazon libri (ed e-book) rappresentano una parte esigua del fatturato, come hanno spiegato molti editorialisti americani e Federico Rampini nel suo saggio Rete Padrona. Il colosso di Seattle, infatti, vende di tutto. In pratica ha utilizzato i libri per entrare nelle case e per conoscere i gusti dei clienti, per poi proporre loro tutto ciò che potevano voler acquistare e su questo costruendo il suo impero commerciale. Però, nonostante il fatturato da record, i profitti tardano o sono decisamente esigui rispetto al giro d’affari, ma questo sembra non preoccupare Mr Bezos.
Per quanto riguarda l’Italia, Amazon si sta muovendo nello stesso modo e, anche se si sa poco del fatturato, è risaputo è uno dei leader per la vendita degli e-book. Però nel nostro Paese, forse per il basso livello di alfabetizzazione digitale, gli e-book, pur registrando un buon livello di crescita, non decollano. Secondo il rapporto Censis, solo l’8,9% degli italiani si è avvicinato ai libri elettronici. Ma anche sul fronte digitale, le donne si confermano lettrici ‘forti’, infatti, secondo la rilevazione trimestrale effettuata da NetComm, le signore spendono in media 15 euro per l’acquisto online di e-book contro i 10 euro degli uomini.
Insomma c’è ancora molta strada da fare perché i libri digitali possano entrare nel nostro quotidiano. Ma non scoraggiamoci, perché non mi stancherò mai di ripetere che #unlibroèunlibro e armiamoci di pazienza anche per l’Iva. Dario Franceschini ha annunciato che i 140 Ministri della Cultura aderenti all’Expo sono stati invitati alla Conferenza internazionale, che si terrà a Milano dal 31 luglio al 1 agosto, forse in quella sede i signori politici saranno in grado di trovare una posizione comune per evitare le sanzioni previste dall’Europa per i Paesi ‘ribelli’ che non applicano l’aliquota del 22% sui libri digitali.