In questi giorni a Roma c’è il Romics, il festival internazionale del fumetto, dell’animazione e dei games. Ancora una volta, andarci e farsi largo tra la marea di ragazzi in maschera, è un’esperienza bellissima. La fisica, anche in questo posto, c’entra eccome: la fisica c’entra sempre, e in particolare qui viene utilizzata nei vari stand per spiegare le armi di alcuni supereroi, per citare passaggi inspiegabili di alcune scene di Star Trek, o per chiarire definitivamente perché certi superpoteri sono fondamentali per la riuscita di questa o quell’altra missione.
Ecco, la fisica per chi frequenta un posto incredibile come questo (la Fiera di Roma oggi era piena all’inverosimile, la media era vent’anni, e non c’era una persona senza il sorriso), è alla base di alcuni ragionamenti, e non può prescindere dalla realtà. Per questo è importante dar luce a un posto così, qui la fantasia, la creatività, la voglia di creare è un’esplosione. Incontri chi è partito di casa vestito da Flash, che fa la strada con quello di fianco vestito da Tetris, che incontra quello vestito da Hannibal, che chiacchiera con quello mascherato da Thor, che si scontra con quello mascherato da Tex, che fa una foto a quello vestito da capitano Kirk, che scambia battute con quella vestita da donna invisibile, che cerca quello vestito da Mister Fantastic. Ognuno di questi ragazzi ha dentro un mondo. E la cosa bella sono i dialoghi che nascono. E’ un’esperienza da provare, solo così si può realmente capire. E gli stand sono uno più bello dell’altro, roba da intenditori.
A tema fisica, e fantascienza, volevo consigliare alcune letture recenti che ho fatto con molto gusto. Si tratta di ‘L’uomo di Marte’ (edizione Newton Compton, 380 pagine, autore Andy Weir, 9.90 euro). Il libro racconta dell’uomo che per primo ha messo piede su Marte, ma il suo momento di gloria dura pochissimo, perché una tempesta sta per ucciderlo, così come è avvenuto con gli altri compagni di viaggio, e così si trova a dover vagare per questo nuovo pianeta, e ad affrontare milioni di problemi ed ostacoli. Presto Ridley Scott ci farà un film.
Poi, ci sono due libri molto coinvolgenti: editore il Saggiatore, si tratta di ‘L’uomo e l’universo‘ (220 pagine, autore Neil Turok, 21 euro) e ‘Biocentrismo‘ (autore Robert Lanza, 218 pagine, 17 euro). Entrambi toccano i temi dei quanti e del cosmo come unico luogo, dove capire tutto. L’universo e la coscienza, alla ricerca della teoria del tutto, che unifichi, che contenga. Da una parte ci sono gli studi sulle stelle, sullo spazio infinito, sulle meraviglie che ci riserva ogni volta che alziamo lo sguardo in alto. Dall’altra ci sono le scoperte dell’uomo sull’atomo, sulle particelle, sulle nuove tecnologie. Entrambi i libri parlano del tempo, come entità ancora da definire, parlano di dubbi, si fanno domande. Sono letture fascinose, un vero privilegio affrontarle.
Infine, ci sono due libri che mi hanno tolto il fiato. La cosa che li accomuna è la sindrome di Asperger (la sindrome che hanno i geni, gli scienziati), di cui ho già parlato a lungo in altri post precedenti (essendo quella che mi attrae maggiormente). Uno è ‘La dea delle piccole vittorie’ (autore Yannick Grannec, editore Longanesi, 400 pagine, 9.90 euro), l’altro è ‘Le case degli altri’ (autore Jodi Picoult, editore Corbaccio, 624 pagine, 19.60 euro). Nel primo, la sindrome ce l’ha il protagonista del libro, il matematico Kurt Godel, e la trama del romanzo ruota tutta intorno a lui. E’ un libro magnifico, commovente, senza ombra di dubbio nei primi posti in cima alla classifica dei miei libri preferiti quest’anno. Nel secondo, la sindrome è del ragazzo che porta il lettore ad osservare le case degli altri: lui lo fa per capire le vite degli altri, e per dare un senso a quello che non conosce. I racconti delle cose che gli capitano sono avvincenti, e seppur lungo, ti tengono incollati pagina dopo pagina. E io quei ragazzi vestiti in maschera oggi al Romics, me li immagino bene poi la sera con questi libri in mano.