Una nota del Ministero annuncia che su 250.156 giovani presi in carico 69.811 hanno ricevuto la proposta di una misura del programma: "Un valore in crescita, nell’ultimo mese, del 65,1%”. Ma secondo il segretario generale lombardo della Fiom-Cgil “quel dato non significa nulla perché relativo alla sola registrazione dell’iscrizione". Mentre quelli che hanno beneficiato di una reale opportunità di lavoro sono pochi
“Prosegue l’aumento del numero dei giovani ai quali è stata offerta un’opportunità concreta tra quelle previste dal programma Garanzia Giovani”. È con queste parole che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti accompagna via twitter i nuovi dati sul piano per l’occupazione giovanile finanziato dall’Unione europea e integrato da risorse nazionali, per complessivi 1,5 miliardi di euro. “Su un totale di 250.156 giovani presi in carico – spiega una nota del ministero – sono 69.811 quelli cui è stata proposta una misura del programma: un valore in crescita, nell’ultimo mese, del 65,1%”. Ma tale dato, secondo il segretario generale lombardo della Fiom-Cgil Mirco Rota, “non significa nulla. ‘Presi in carico’ vuole dire semplicemente giovani di cui si è registrata l’iscrizione. Mentre sono davvero pochi coloro che hanno beneficiato di una reale opportunità di lavoro, visto che tra le misure offerte ci sono anche formazione e orientamento”.
Da questo punto di vista, del resto, il flop è evidente anche nelle regioni dove la Garanzia Giovani sembra funzionare meglio, come la Lombardia. Qui, secondo i dati diffusi a marzo dal Pirellone, solo l’1,2% dei 43mila iscritti è riuscito a firmare un contratto a tempo indeterminato. “Lo strumento è troppo debole ed è di efficacia limitata contro la disoccupazione giovanile – commenta Rota -. I risultati ottenuti sono scarsi, soprattutto rispetto alle risorse impiegate”. Risorse che a metà marzo hanno superato a livello nazionale i 950 milioni di euro, pari al 63% della disponibilità complessiva del programma. Quello che si rischia è dunque uno spreco di denaro pubblico. In Italia come negli altri paesi Ue, visto che anche la Corte dei conti europea, in un report del mese scorso intitolato ‘Garanzia Giovani: intrapresi i primi passi ma si profilano rischi di attuazione’, ha messo in guardia gli Stati membri dal pericolo di un’implementazione del piano “inefficace e incoerente”.
Secondo la responsabile della relazione Iliana Ivanova, restano infatti senza risposta interrogativi importanti: “Abbiamo ravvisato rischi potenziali nell’adeguatezza del finanziamento del sistema, nella natura ‘qualitativamente valida’ dell’offerta proposta ai giovani disoccupati e nella modalità con cui la Commissione monitora i risultati del sistema e li comunica”. Tutte questioni su cui la nota odierna del ministero del Lavoro non si sofferma, mentre sottolinea l’aumento del numero dei giovani che si registrano al programma: “Al 2 aprile i giovani accreditati sono 501.779 (10mila in più della scorsa settimana), pari all’89,6% del bacino di riferimento rappresentato da 560mila Neet (giovani che non studiano, non lavorano e non sono in training, ndr) che potranno essere raggiunti dal programma sulla base delle risorse disponibili e della spesa massima assegnata a ciascuna misura ammissibile”.
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