A poche ore dall'annuncio ufficiale (sui social network) della candidatura dell'ex segretario di Stato alla nomination democratica arrivano gli 'endorsement' del Presidente USA e della figlia dell'ex first lady, intervistata da Elle. E' partita anche la raccolta fondi per finanziare la campagna elettorale: obiettivo? Attirare tutti i finanziamenti a disposizione così da lasciare con le casse vuote gli altri potenziali candidati democratici
Hillary Clinton “sarebbe un presidente eccellente”, parola di Barack Obama. Mancano poche ore all’ufficializzazione della candidatura dell’ex segretario di Stato alla nomination democratica (l’annuncio sarà dato sui social network) e Obama, durante una conferenza stampa al Summit delle Americhe, a Panama, sottolinea le capacità dell’ex first lady: “Una candidata formidabile nel 2008, una mia grande sostenitrice alle elezioni generali, una straordinaria segretaria di Stato, una mia amica.”
LA FIGLIA CHELSEA: “AVERE UN PRESIDENTE DONNA E’ IMPORTANTE” – Ma quello del Presidente non è l’unico endorsement ricevuto da Mrs. Clinton in questi ultimi giorni: l’altro, indiretto, arriva dal ‘fronte familiare’ e se ne fa portavoce la figlia Chelsea. Vestito nero Gucci , bracciale Chanel e aspetto elegante: così la 35enne appare nella copertina del numero di maggio di Elle. “Mi chiedete se è importante avere una donna presidente? Io dico che è assolutamente importante, per motivi simbolici”: è così che la figlia ‘fa campagna elettorale’ per la madre aggiungendo che, se da un lato è molto positivo che attualmente il 20% dei membri del Congresso siano donne, dall’altro questo stesso “20% non è sinonimo di uguaglianza”. Il messaggio è chiaro: c’è ancora molto da fare nella strada per l’uguaglianza di genere (argomento ‘chiave’ della campagna presidenziale di Hillary) e, sostiene Chelsea, bisogna andare avanti nella conquista degli spazi dirigenziali finora negati alle donne. “Uno dei valori chiave di questo paese è stato quello di essere la terra delle pari opportunità – ha detto ancora la figlia dell’ex segretaria di Stato – ma se questa uguaglianza non include il genere, allora c’è un problema fondamentale e credo che avere una donna presidente, chiunque essa sia, aiuterebbe a risolverlo.”
“SIAMO HILLARY PER L’AMERICA” – La figlia ‘prepara il terreno’ alla madre a poche ore dall’annuncio ufficiale della candidatura, che verrà dato con un video messaggio pubblicato sui social network, Twitter con tutta probabilità (ma forse anche in contemporanea su Facebook). Poi subito sul campo, ad incontrare l’elettorato negli Stati che aprono la maratona elettorale, tra Iowa e New Hampshire. Intanto, tra i sostenitori dell’ex first lady, circola un ‘memo’ che sa già di slogan: “Siamo Hillary per l’America”. L’autore del documento, secondo i media americani che ne hanno preso visione, sarebbe Robby Mook, capo ‘designato’ della campagna della Clinton: in una pagina sintetizza la ‘missione’ della squadra che lavorerà per l’ ex segretaria di Stato, cioè dare “a ogni famiglia, a ogni piccola impresa, a ogni americano, un percorso verso la prosperità duratura”. Un messaggio che si può leggere come un indizio sui contenuti dell’annuncio con il quale l’ex first lady tenterà di convincere gli americani che è lei la candidata migliore per diventare il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Focus sull’economia? Così pare. E sulle opportunità per le famiglie americane. “Questa campagna non riguarda Hillary Clinton e non riguarda noi – si legge ancora nella nota – riguarda gli americani comuni che tentano di costruire una vita migliore per se stessi e per le loro famiglie”
LA PARTITA SI GIOCA SUI FINANZIAMENTI – Così, la potente macchina di ‘Hillary for president‘ si è messa in moto. La raccolta fondi per finanziare la campagna elettorale è già partita e subito dopo l’annuncio della candidatura lo staff dell’ex segretario di stato sarà impegnato a convincere i donatori democratici. Obiettivo? Attirare tutti i fondi a disposizione così da lasciare con le casse vuote gli altri potenziali candidati democratici, scrive Anna Lisa Rapanà per Ansa. “Raccoglieremo più fondi in una settimana di quanto uno dei candidati repubblicani raccoglierà fino alle elezioni” afferma un esponente dello staff dell’ex first lady, lasciando intravedere l’agguerrita battaglia che si giocherà sui finanziamenti. Intanto Ready for Hillary, il super pac creato non appena la Clinton ha lasciato il Dipartimento di Stato, ha già raccolto 15 milioni di dollari e in molti sono pronti a scendere in campo per l’ex segretario di stato, anche Hollywood con ‘Priorities Usa Action‘, il super pac riconducibile a Jeffrey Katzenberg, che in passato ha raccolto 100 milioni di dollari per il presidente americano, Barack Obama. Hillary e Bill Clinton sono da anni una ‘macchina da soldi’ del partito democratico, anche grazie ai rapporti stretti con Wall Street. Rapporti che di recente, insieme a quelli con Corporate America, hanno creato imbarazzo alla stessa famiglia Clinton. Lo scandalo ruota intorno alle donazioni alla fondazione dei Clinton, nata per scopi filantropici e finita nel mirino per le ingenti risorse accumulate nel corso degli anni. Dalle donazione emergerebbe infatti una fitta rete di rapporti che rischiano di trasformarsi in ‘relazioni pericolose’ per chi aspira a diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti.
UNA CAMPAGNA SOBRIA, NIENTE FANFARE – Perché questo è il nuovo obiettivo di Hillary Clinton: nonna, 67 anni, ex first lady, ex senatore per lo Stato di New York, ex segretario di Stato, vuole scrivere questa pagina di storia. Nessun errore è concesso, molte sono le trappole da evitare ci cui parlano i media americani in queste ultime ore: dal ruolo troppo ingombrante del marito ex presidente Bill a quella postura troppo ‘establishment’ che rischia di segnare una pericolosa distanza con l’elettorato. E allora la campagna sarà una ‘conversazione a tu per tu‘ con gli elettori. Niente fanfare (quindi non come nel 2008 quando arrivò in Iowa in elicottero), ma una serrata presenza sul campo, stando ad indiscrezioni. Perchè tutti sanno chi è Hillary Clinton, lo sforzo sta adesso nel ripresentarsi agli americani.