Scuola

Ostuni, l’azienda che ha ristrutturato la scuola: “Intonaci fuori da appalto”

La Palmiro Brocca di Lecce, responsabile dei lavori di consolidamento della struttura, nega la responsabilità sugli intonaci. Così come la Messapica Intonaci, che ha compiuto l'ultima parte degli interventi. Resta l'amarezza dell'ex sindaco, che per realizzare il nuovo istituto aveva fatto accendere al comune un mutuo di un milione e 300mila euro

“È il colmo, sono disorientato e mortificato”. Trova poche altre parole l’ex sindaco di Ostuni, Domenico Tanzarella, per commentare il distacco dell’intonaco nella scuola elementare Pessina che ha provocato tre feriti, tra cui due bambini. Tutti i lavori si sono svolti quando lui era primo cittadino della Città Bianca e proprio la ristrutturazione degli edifici scolastici comunali è stata tra i cavalli di battaglia delle sue legislature. Oggi il cedimento dell’intonaco porta giù anche tutte le certezze di Tanzarella: “Mi sono sempre speso perché non accadesse quello che è poi successo – spiega a ilfattoquotidiano.it – sono in lista per le elezioni regionali e non nego che potrei cambiare idea domani mattina. È il colmo, davvero il colmo, soprattutto se penso che i fondi usati per rimettere a posto le scuole provenivano in larghissima parte dalle casse comunali”. La Pessina è stata uno degli investimenti più importanti portati avanti dall’amministrazione. I costi di ristrutturazione sono raddoppiati in corso d’opera – come confermato dall’attuale sindaco Gianfranco Coppola – e si è trattato del primo ammodernamento eseguito dal 1939, anno di inaugurazione della struttura. Poco più della metà dei soldi spesi ha riguardato proprio “gli interventi di adeguamento alle norme di sicurezza – scriveva il Comune nel 2011 – e risanamento igienico-sanitario e strutturale della scuola”, anche per “eliminare la critica situazione dei solai”.

L’appalto – per il quale l’amministrazione ha acceso un mutuo da 1 milione e 360mila euro – era stato vinto dall’impresa Palmiro Brocca di Lecce, che si è occupata anche della costruzione di un edificio dell’Università di Lecce. Contattata da ilfattoquotidiano.it la ditta però smentisce che “quel lavoro sia stato un da noi eseguito, era fuori dalla nostra gara d’appalto”. Tra i lavori svolti dalla ditta salentina, come risulta dal loro sito, ci sono il “getto del solaio con autocompattante”, “rifacimento solaio”, “rinforzo strutturale”, “impermeabilizzazione” e la “ricostruzione dei muri”. L’ultima parte della ristrutturazione, invece, è stata compiuta dalla ditta Messapica Intonaci di Ceglie Messapica che però spiega passo per passo come, a loro modo di vedere, sono andati i lavori: “La nostra è una semplice opera di finitura. L’ultima mano di stucco, per dirla volgarmente. Parliamo di 2 millimetri di spessore. Se fosse venuto giù quello non si sarebbe fatto male nessuno – racconta il capo-operaio Tony Barletta – Gli intonaci erano già stati posati anni prima. A quanto mi risulta la trave strutturale del solaio era asciutta. Questo può voler dire che non hanno messo l’aggrappante adatto nella fase che tecnicamente viene definita di rinzaffo”. Che qualcosa possa non essere andato per il verso giusto lo sostiene anche l’assessore comunale ai lavori Pubblici, Paolo Pinna, a BrindisiReport.it: “Tutti gli interventi di edilizia pesante, fra cui il consolidamento del solaio, asseriscono ai lavori completati nel giugno 2012 (poi fermati per mancanza di fondi, nda). Dalle foto che ho visto è probabile che ci sia stata un’esecuzione non a regola d’arte. Ma questa considerazione è da prendere con il beneficio dell’inventario. Bisogna fare analisi accurate”.

Nel ballo delle responsabilità sulle quali indaga la Procura di Brindisi restano tre feriti e un ex sindaco attonito. A febbraio dello scorso anno scrisse una lunga lettera al neo-premier Matteo Renzi che aveva messo la scuola tra i punti cardine del nuovo governo. Parole che cozzano con l’accaduto: “Il Comune di Ostuni, di cui sono Sindaco da 12 anni, è uno dei pochissimi in Italia ad avere ristrutturato e riqualificato tutte le scuole pubbliche di proprietà comunale. Nonostante le ristrettezze imposte dal Patto di stabilità abbiamo investito circa 10 milioni di euro rendendo sicure e dando dignità ai luoghi nei quasi crescono i nostri ragazzi”, scriveva Tanzarella a Renzi il 28 febbraio 2014. Per poi proseguire: “Le sue parole mi confortano e mi confermano che le scelte fatte sono state pionieristiche e all’avanguardia trovando, ovviamente, l’apprezzamento convinto della comunità che mi onoro di rappresentare. Dirigenti, corpo docente e studenti vivono in strutture scolastiche dove è garantita la sicurezza e la serenità e di questo meniamo veramente vanto”. Fino ad oggi.

Twitter: @AndreaTundo1