Il patron di Tod's aveva attaccato il banchiere indagato nell'inchiesta per ostacolo alle funzioni di vigilanza nelle nomine di Ubi Banca dicendo che "se avesse avuto un briciolo di dignità avrebbe dovuto dimettersi". Ora Della Valle e Intesa si sono accordati per votare insieme il listone comune per il rinnovo del cda di Rcs. "Nessun imbarazzo, alla lista abbiamo aderito per senso di responsabilità"
Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, ha “avviato una causa giudiziaria per diffamazione” contro Diego Della Valle. Lo ha rivelato lo stesso Bazoli, che aveva peraltro anticipato l’intenzione di avviare una causa giudiziaria nel giugno scorso. Il patron della Tod’s lo aveva duramente attaccato per il suo coinvolgimento come indagato nell’inchiesta per ostacolo alle funzioni di vigilanza che ruota intorno alle nomine in Ubi Banca, dicendo che se avesse avuto “un briciolo di dignità” avrebbe dovuto “chiedere scusa agli italiani e dimettersi immediatamente da ogni incarico pubblico”.
Il banchiere ha parlato della causa ai giornalisti che gli chiedevano se, dopo le polemiche del passato, ci fosse ‘imbarazzo‘ per il sostegno al “listone” comune per il cda di Rcs, contestato dai giornalisti del Corriere della Sera perché tra i nomi dei futuri consiglieri c’è anche quello di Gerardo Braggiotti, la cui Banca Leonardo è stata consulente del gruppo per la fallimentare acquisizione di Recoletos. “Io non rispondo sul tema dell’imbarazzo, io ho detto la ragione perché abbiamo partecipato: nel momento in cui si compone una frattura come quella che si era manifestata clamorosamente, tra l’azionista di maggioranza relativa e il secondo azionista, se noi non avessimo aderito si sarebbe creata un’altra frattura”, ha sostenuto Bazoli. Secondo il quale “abbiamo deciso di aderire per senso di responsabilità“.
Ma due settimane fa lui stesso aveva spiegato che Intesa voterà la lista che prevede il rinnovo di Pietro Jovane come amministratore delegato e la nomina di Maurizio Costa alla presidenza perché “abbiamo ottenuto un impegno degli altri sottoscrittori affinché la scelta del nuovo direttore del Corriere della Sera abbia determinate caratteristiche: una scelta di qualità, che assicuri l’indipendenza del Corriere e che sia nella linea tradizionale del Corriere”.