Exor, la holding del gruppo Agnelli, ha chiuso il 2014 con un utile di 323,1 milioni di euro contro gli oltre 2 miliardi del 2013, quando la cessione del 15% della società svizzera di ispezione e certificazione Sgs le era fruttata una plusvalenza di 1,53 miliardi. Ma nonostante l’andamento deludente dei conti la società presieduta da John Elkann, che ha in pancia il 30% di Fiat Chrysler Automobiles, martedì ha annunciato di aver lanciato una maxi offerta per la società di riassicurazione statunitense PartnerRe. Per conquistare la preda, che ha sede alla Bermuda ed è quotata a New York, gli Agnelli hanno messo sul piatto 6,4 miliardi di dollari cash. Se andrà in porto si tratterà del maggiore investimento mai realizzato da Exor fuori dal comparto automobilistico. La liquidità che la holding ha in cassa, pari a 1,2 miliardi alla fine dello scorso anno, ne risulterà prosciugata.
C’è peraltro un concorrente da battere, perché in gennaio la società statunitense ha firmato un accordo di fusione con la statunitense Axis Capital. Exor conta di avere la meglio grazie al premio del 16% implicito nella sua offerta, che attribuisce a ogni azione di PartnerRe un valore di 130 dollari.
L’annuncio è arrivato alla vigilia dell’assemblea degli azionisti di Cnh Industrial, a cui seguirà giovedì quella di Fca, la prima fuori dall’Italia per il gruppo nato ufficialmente l’1 agosto scorso con il via libera dei soci Fiat alla fusione con Chrysler. Entrambe le assemblee si terranno ad Amsterdam, dove i due gruppi hanno trasferito la sede legale per permettere a Exor di usufruire del meccanismo di diritti di voto doppi per i soci stabili. Che permette di pesare di più nel capitale senza aprire il portafoglio.
L’operazione su PartnerRe è stata approvata dal cda di Exor che ha anche dato il via libera al bilancio 2014. Nonostate il forte calo degli utli, agli Agnelli-Elkann sarà distribuito un dividendo in rialzo: 0,35 euro contro gli 0,33 a titolo del 2013. Il consiglio ha anche autorizzato l’emissione di uno o più bond, entro marzo 2016, per un importo fino a 3 miliardi di euro.
Intanto Exor sta rivedendo il portafoglio delle sue partecipazioni e in questo ambito rientra la vendita Cushman & Wakefield, terza al mondo nei servizi immobiliari, da cui secondo gli analisti potrebbe incassare circa 1,6 miliardi di dollari.