La marijuana online negli Usa è un business. Se ne sono accorti anche i fondi di venture capital che hanno sganciato dieci milioni di dollari per lo sviluppo di Eaze. Soldi che si aggiungono a un altro milione e mezzo già acquisito dalla società che vuole allargare il suo raggio d’azione oltre la baia di San Francisco. Eaze è specializzata nella vendita di prodotti realizzati con la cannabis a pazienti che hanno bisogno di curarsi con la marijuana: dai un’occhiata al catalogo che offre descrizione dei prodotti e risultati di laboratorio, ordini, ricevi il tutto in pochi minuti a casa e dai il tuo voto su velocità della consegna e qualità del prodotto.
Lanciata la scorsa estate, la start up sta cercando di crescere in un mercato di recente apertura ma che promette grandi sviluppi. La depenalizzazione o legalizzazione dell’uso di marijuana, almeno in alcuni stati, è un processo ormai avviato così come la richiesta da parte dei clienti di avere il prodotto a casa, come fosse un libro ordinato su Amazon, nel minor tempo possibile.
La velocità è una delle caratteristiche principali del servizio fornito dalla società che si appoggia a una serie di distributori capaci di consegnare entro un’ora, ma anche in tempi più rapidi fino a dieci minuti. La logica è quella di Uber. La società non possiede ciò che vende, ma mette in contatto domanda e offerta di trasporti nel caso di Uber e di marijuana per Eaze. Il nuovo round di finanziamento alla società di San Francisco conferma l’attenzione degli investitori verso questo tipo di business. Il finanziamento di Eaze da parte dei venture capital arriva dopo quello ottenuto da Privateer Holdings, fondo di private equity, che ha raggranellato 75 milioni di dollari. Una cifra che servirà per creare nuovi brand di prodotti legati alla cannabis.
Privateer – holding con l’obiettivo di creare, incubare, e acquisire società nell’industria della cannabis – possiede tre società: Lefly, il più grande centro di informazioni al mondo legato alla cannabis, Tilray che produce e distribuisce prodotti farmaceutici legati alla cannabis in Canada e Marley Natural, una società alla quale partecipa anche la famiglia di Bob Marley che si occupa di prodotti medici e accessori.
A oggi sono 23 gli Stati americani dove è legale l’utilizzo di marijuana dal punto di vista medico e altri nove, fra i quali si trovano anche Texas e Alabama, potrebbero legalizzarla nel 2015. In occasione dell’elezione di Obama, invece, si tennero alcuni referendum dai quali arrivò l’ok per l’uso ricreativo nello Stato di Washington Dc, Oregon e Alaska. Risultati che hanno fatto schizzare le previsioni di sviluppo del mercato per il quale si parla di sei miliardi di dollari nel 2018. La legalizzazione porterebbe anche a forti risparmi per il governo federale che secondo uno studio potrebbero arrivare a superare i 13 miliardi di dollari. Questo senza contare gli introiti per l’erario che, solo per quanto riguarda il Colorado, ammontano a oltre cinque milioni al mese.