“Salve, vorrei fare una domanda senza creare né litigi né altro: volevo solamente chiedere a chi magari ne sa di più, se possiamo stare tranquilli nel percorrere ogni giorno il famoso ponte che collega la zona industriale di Atessa a Lanciano – scrive Mattia sul gruppo Facebook “Atessa e politica” – ora io non sono nessuno per giudicare, tantomeno sono bravo in materia: però a colpo d’occhio direi che magari qualcosa non va. Possiamo stare sicuri?”. Mattia pochi giorni fa ha scattato le foto che vi mostriamo, e si è accesa la polemica, in tempi di strade che si sbriciolano e viadotti che si spezzano. Siamo in Abruzzo, sul cosiddetto ponte “nuovo” del Sangro, costruito cinquant’anni fa su un territorio agricolo e dal traffico ben più rarefatto d’oggi. Si vedono piloni malmessi e vistose crepe. Da decenni l’erosione avanza implacabile, il ponte poggia su un fiume (il Sangro appunto); e cresce la paura di chi quotidianamente sfreccia sul vecchio viadotto di 467 metri, edificato negli anni sessanta. Le foto vengono condivise a valanga sui social. “Devi dormire sogni tranquilli alla tua età: è questa la risposta che mi hanno dato quando ho denunciato la cosa” scrive Alex. “Ci deve scappare il morto per rifarlo nuovo quel ponte? Ci chiudete gli ospedali, le strade fanno schifo, i ponti se ne cadono, praticamente ci volete morti… e tutto questo perché i soldi non ci sono, ma intanto qualcuno se li intasca” scrive una ragazza. “Non ti nego che ogni volta che ci passo sopra incrocio le dita” fa un altro.
“Dagli anni ’90 abbiamo avviato un’attività di monitoraggio e controllo visivo sulla struttura del Ponte “Nuovo” del Sangro. E abbiamo reperito la documentazione tecnica, di progetto e contabile dell’opera così come realizzata, al fine di approfondirne la conoscenza – spiega a ilfattoquotidiano.it l’ingegner Carlo Cristini, dirigente della struttura tecnica della Provincia di Chieti – dopo le avversità atmosferiche del dicembre 2013, che portarono alla dichiarazione dello stato di emergenza, vennero effettuate indagini sulle caratteristiche meccaniche dei materiali dell’opera, anche per accertarne la rispondenza sismica alle normative vigenti. E da un primo rapporto è emerso che la struttura del ponte è conforme alle previsioni di progetto, anche per quanto concerne le caratteristiche meccaniche dei materiali utilizzati”.
Nessun pericolo, insomma? “Sotto il profilo statico, l’opera soddisfa le verifiche di legge – ci dice ancora Cristini – mentre per quanto concerne la risposta all’azione sismica, il ponte necessita di interventi migliorativi alla luce delle intervenute normative per le costruzioni in zona sismica”. E queste foto? “Ritraggono elementi di ringrosso delle pile che non svolgono funzioni statiche, ma sono stati a suo tempo realizzati esclusivamente per proteggere le pile dall’azione erosiva delle piene del fiume – conclude l’ingegner Cristini – l’allarmismo derivante dal disallineamento dei ringrossi, quindi, non risulta giustificato. Tuttavia, considerata l’età del ponte, restano necessari interventi di manutenzione al fine di conservarne le caratteristiche statiche e funzionali nel tempo”.