Lo ha chiarito in serata il Tribunale del Riesame di Napoli che, nel confermare la custodia in carcere per due indagati, aveva disposto ieri sera la trasmissione degli atti alla Dda del capoluogo emiliano. Oggi ha precisato che si è trattato di “un mero errore” sanato con un nuovo provvedimento con cui si sottolinea che la competenza appartiene a Modena
La competenza territoriale dell’inchiesta sugli appalti Cpl Concordia è della Procura di Modena e non della Direzione distrettuale antimafia di Bologna. Lo ha chiarito in serata il Tribunale del Riesame di Napoli che, nel confermare la custodia in carcere per due indagati, aveva disposto ieri sera la trasmissione degli atti alla Dda del capoluogo emiliano. Oggi ha precisato che si è trattato di “un mero errore” sanato con un nuovo provvedimento con cui si sottolinea che la competenza appartiene a Modena.
L’inchiesta sulla metanizzazione di Ischia, che ha portato all’arresto del sindaco e alla svelamento di rapporti tra i vertici della cooperativa Cpl e la politica, non passa dalla Procura di Napoli alla Dda di Bologna. I giudici della Libertà ieri avevano confermato le ordinanze di custodia in carcere nei confronti di Francesco Simone e Maurizio Rinaldi, rispettivamente responsabile relazioni esterne e responsabile di area della Cpl Concordia. Il primo rispondeva al direttore commerciale della coop rossa Nicola Verrini che chiedeva se i politici erano pronti a mettere le mani nella merda: “D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose”.
In ambienti giudiziari ci si chiedeva come mai fosse tolta di fatto l’inchiesta a Napoli per inviarla all’Antimafia. L’ipotesi era che tra i vari reati contestati oltre all’associazione per delinquere, la corruzione, la corruzione internazionale, le false fatturazioni ci fosse il reato di riciclaggio di competenza della Dda. L’altra ipotesi era che potesse essere stata riconosciuta una aggravante mafiosa. Agli atti dell’inchiesta ci sono anche le dichiarazione del boss della camorra Antonio Iovine, diventato collaboratore di giustizia. L’anno scorso agli inquirenti aveva parlato proprio degli affari della Cpl nel sud Italia. Tutte congetture, la trasmissione all’Antimafia è stato “un mero errore”.