“Estraneo a qualsiasi ipotesi di reato”. E’ quanto ha sostenuto l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno durante l’audizione in commissione Antimafia sull’inchiesta ‘Mafia Capitale‘ che lo vede indagato per associazione a delinquere. Anzi, risponde ai cronisti a margine, “sarei pronto a rifare il sindaco”. Quanto alle frequentazioni dei suoi uomini, Alemanno continua a negare di essere stato a conoscenza di rapporti con Massimo Carminati, agli arresti con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. In particolare di quelli tra l’ex Nar e Riccardo Mancini, già finanziatore delle campagne elettorali di Alemanno nel 2006, tesoriere di quella del 2008 e nominato ad dell’ente Eur spa, una delle partecipate più ricche del Campidoglio. “Chiesi a tutti se avessero rapporti con Carminati. Mi risposero di no”, ribadisce oggi Alemanno. A smentirlo, già nel 2010, sarebbe lo stesso portavoce dell’allora sindaco Alemanno, Simone Turbolente, che all’Espresso dichiarò: “Ho chiesto anche ad Alemanno (dei rapporti di Mancini con Carminati): i due stanno sempre insieme perché si conoscono”. “Turbolente può dire quello che vuole”, si smarca oggi Alemanno, sostenendo che il contatto di Carminati in Campidoglio fosse Salvatore Buzzi: “Nessuno si poteva aspettare che un uomo di sinistra, leader di una cooperativa potesse avere rapporti con un ex appartenente alla banda della Magliana”. Insomma, Mancini non avrebbe un ruolo diretto nell’aprire le porte del Comune di Roma agli affari di Carminati . Il tribunale del riesame, decidendo la scarcerazione di Mancini (sempre indagato per associazione a delinquere), si espresse così: “Personaggio certamente contiguo ad ambienti criminali di elevato spessore e può senz’altro essere affermato che il suo modo di interpretare la funzione pubblica non abbia nulla a che vedere con i principi di fedeltà, di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione” di Manolo Lanaro