Dopo quasi 18 mesi di attesa, sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui il Tribunale di Gorizia ha condannato in primo grado i vertici del cantiere navale di Monfalcone nel maxi-processo per le morti da amianto. La condanna, per omicidio colposo, riguarda il decesso di 85 operai per malattie collegate all’esposizione alle fibre cancerogene. E intanto aleggia lo spettro della prescrizione.
Nella sentenza pronunciata il 15 ottobre 2013 si indicava “in giorni novanta il termine per il deposito della motivazione della sentenza”. Ma per leggere i motivi che hanno spinto il giudice Matteo Trotta a condannare tredici persone per omicidio colposo, di giorni ce ne sono voluti ben 536. Tempi biblici, nei quali non sono mancate le reazioni da parte del mondo politico: in seguito a diverse interrogazioni parlamentari, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha infatti disposto, per la giornata di ieri, un’ispezione al Tribunale di Gorizia. Il fine è stato quello di acquisire informazioni sulla situazione del palazzo di giustizia isontino, che al momento soffre di carenza di organico: il numero di dipendenti è insufficiente a fronteggiare la grande mole di lavoro legata al caso amianto. Basti pensare che dal 2008 la Procura di Gorizia ha trattato 988 fascicoli di casi di decesso o di lesioni derivati dall’esposizione al minerale, di cui la gran parte dei procedimenti riguarda ex lavoratori del cantiere navale.
Tra i tredici imputati ritenuti colpevoli della loro morte, le condanne non hanno escluso la dirigenza: quelle più pesanti hanno colpito infatti Vittorio Fanfani e Manlio Lippi, ex direttori dell’Italcantieri, condannati a sette anni e sei mesi; e Corrado Antonini, ex direttore generale Italcantieri, condannato a quattro anni e quattro mesi. Fanfani e Lippi hanno, rispettivamente, 94 e 93 anni.
A seguire la vicenda passo dopo passo è stata l’Associazione Esposti Amianto, che da anni lotta per tutelare i diritti dei lavoratori coinvolti. Le iniziative per arrivare all’apertura di un caso giudiziario hanno preso il via nel lontano 1998, ma per dieci anni le denunce non hanno avuto alcun seguito, fino a quando l’associazione decise di coivolgere la Presidenza della Repubblica e il Consiglio Superiore della magistratura: solo allora (siamo nel 2008) il procuratore generale avocò a sé 40 fascicoli legati ad altrettanti casi di decesso per mesotelioma, il tumore provocato dall’amianto: parte così il primo maxi-processo. Da allora ci sono volute 94 udienze e tre anni di dibattimento per giungere alla prima sentenza, e poi un ulteriore anno e mezzo per il deposito delle motivazioni.
Tempi decisamente troppo lunghi, specie se teniamo conto che i primi decessi presi in considerazione all’interno del procedimento risalgono almeno agli anni ’80 e che la prescrizione è in agguato. Chiara Paternoster, dell’Associazione esposti amianto, non ha dubbi sulle responsabilità dell’attuale situazione: “I dieci anni iniziali di latitanza dello Stato sono il motivo principale del rischio di prescrizione che scontiamo ora. Se si fossero fatte le indagini all’epoca dei nostri primi esposti, senza aspettare l’avocazione del procuratore generale, la situazione oggi sarebbe ben diversa”.
Le responsabilità del ritardo che ha riguardato il deposito delle motivazioni, continua Paternoster, non si possono addossare esclusivamente al giudice Trotta: “Il volume delle motivazioni depositate – 1700 pagine – è massiccio, le persone offese sono molte, inoltre ci siamo trovati dinanzi all’ennesimo problema di carenze d’organico che ha fatto sì che il magistrato venisse trasferito ad altro incarico, per cui in contemporanea doveva redigere le motivazioni e svolgere il ruolo di presidente di tribunale”. Un ritardo che rende concreta la possibilità della prescrizione.
Giustizia & Impunità
Morti amianto, 18 mesi per motivazioni condanne. E incombe la prescrizione
Tredici persone erano state condannate nell'ottobre 2013 dal Tribunale di Gorizia per 85 decessi nei cantieri navali di Monfalcone. Ma la sentenza, prevista entro 90 giorni, è stata depositata un anno e mezzo dopo. L'associazione delle vittime: "La colpa non è solo del giudice, ci abbiamo messo dieci anni a far aprire il caso". Nel mirino le carenze d'organico, il ministero manda gli ispettori
Dopo quasi 18 mesi di attesa, sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui il Tribunale di Gorizia ha condannato in primo grado i vertici del cantiere navale di Monfalcone nel maxi-processo per le morti da amianto. La condanna, per omicidio colposo, riguarda il decesso di 85 operai per malattie collegate all’esposizione alle fibre cancerogene. E intanto aleggia lo spettro della prescrizione.
Nella sentenza pronunciata il 15 ottobre 2013 si indicava “in giorni novanta il termine per il deposito della motivazione della sentenza”. Ma per leggere i motivi che hanno spinto il giudice Matteo Trotta a condannare tredici persone per omicidio colposo, di giorni ce ne sono voluti ben 536. Tempi biblici, nei quali non sono mancate le reazioni da parte del mondo politico: in seguito a diverse interrogazioni parlamentari, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha infatti disposto, per la giornata di ieri, un’ispezione al Tribunale di Gorizia. Il fine è stato quello di acquisire informazioni sulla situazione del palazzo di giustizia isontino, che al momento soffre di carenza di organico: il numero di dipendenti è insufficiente a fronteggiare la grande mole di lavoro legata al caso amianto. Basti pensare che dal 2008 la Procura di Gorizia ha trattato 988 fascicoli di casi di decesso o di lesioni derivati dall’esposizione al minerale, di cui la gran parte dei procedimenti riguarda ex lavoratori del cantiere navale.
Tra i tredici imputati ritenuti colpevoli della loro morte, le condanne non hanno escluso la dirigenza: quelle più pesanti hanno colpito infatti Vittorio Fanfani e Manlio Lippi, ex direttori dell’Italcantieri, condannati a sette anni e sei mesi; e Corrado Antonini, ex direttore generale Italcantieri, condannato a quattro anni e quattro mesi. Fanfani e Lippi hanno, rispettivamente, 94 e 93 anni.
A seguire la vicenda passo dopo passo è stata l’Associazione Esposti Amianto, che da anni lotta per tutelare i diritti dei lavoratori coinvolti. Le iniziative per arrivare all’apertura di un caso giudiziario hanno preso il via nel lontano 1998, ma per dieci anni le denunce non hanno avuto alcun seguito, fino a quando l’associazione decise di coivolgere la Presidenza della Repubblica e il Consiglio Superiore della magistratura: solo allora (siamo nel 2008) il procuratore generale avocò a sé 40 fascicoli legati ad altrettanti casi di decesso per mesotelioma, il tumore provocato dall’amianto: parte così il primo maxi-processo. Da allora ci sono volute 94 udienze e tre anni di dibattimento per giungere alla prima sentenza, e poi un ulteriore anno e mezzo per il deposito delle motivazioni.
Tempi decisamente troppo lunghi, specie se teniamo conto che i primi decessi presi in considerazione all’interno del procedimento risalgono almeno agli anni ’80 e che la prescrizione è in agguato. Chiara Paternoster, dell’Associazione esposti amianto, non ha dubbi sulle responsabilità dell’attuale situazione: “I dieci anni iniziali di latitanza dello Stato sono il motivo principale del rischio di prescrizione che scontiamo ora. Se si fossero fatte le indagini all’epoca dei nostri primi esposti, senza aspettare l’avocazione del procuratore generale, la situazione oggi sarebbe ben diversa”.
Le responsabilità del ritardo che ha riguardato il deposito delle motivazioni, continua Paternoster, non si possono addossare esclusivamente al giudice Trotta: “Il volume delle motivazioni depositate – 1700 pagine – è massiccio, le persone offese sono molte, inoltre ci siamo trovati dinanzi all’ennesimo problema di carenze d’organico che ha fatto sì che il magistrato venisse trasferito ad altro incarico, per cui in contemporanea doveva redigere le motivazioni e svolgere il ruolo di presidente di tribunale”. Un ritardo che rende concreta la possibilità della prescrizione.
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Milano, 14 mar. (Adnkronos) - Il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco, va confrontato con il Dna trovato "sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". E' quanto ha disposto, con un provvedimento del 6 marzo scorso, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli che ha autorizzato il prelievo coattivo della traccia biologica dell'indagato effettuato ieri.