Il radar anticollisione del porto era in avaria e i suoi occhi erano chiusi. Si aggiunge un nuovo elemento alle indagini sull’incidente tra i mercantili Lady Aziza e Gokbel, accaduto il 28 dicembre scorso a tre miglia delle dighe foranee del porto di Marina di Ravenna e costato la vita a sei marittimi turchi. I dubbi sul sistema di sicurezza portuale sono stati sollevati dal consigliere comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, che, inviando relativa documentazione alla magistratura, attesta che, nove giorni prima della drammatica collisione, una delibera dell’Autorità portuale aveva approvato la riparazione del radar collocato sulla punta della diga sud e presso la sede del corpo dei piloti del porto. Ma la riparazione è avvenuta un mese dopo. I tecnici portuali precisano che le responsabilità dell’accaduto sono da attribuire in gran parte alle condizioni meteo proibitive di quella mattina (mare grosso, bufera di neve in corso e smockingwater) e a un possibile errore umano, ma i nuovi elementi sulla strumentazione in dotazione al porto complicano il quadro.
Lista per Ravenna, che già il 18 gennaio scorso si era occupata del funzionamento del radar, non si sente di escludere alcune concause della collisione attinenti “al sistema di sicurezza del porto e alla sua operatività”, proseguendo una battaglia affinché “nel porto non si ripetano tragedie”. “Tra i provvedimenti adottati dal presidente dell’Autorità portuale, Galliano Di Marco – scrive Ancisi alla Procura – figura la deliberazione 127 del 19 dicembre 2014, tramite cui è stato affidato, con procedura diretta a una ditta commerciale, per l’importo complessivo di 27.882,92 euro, l’intervento di riparazione del sistema radar installato presso la punta Diga Sud e presso la sede del Corpo dei piloti del porto, a Marina di Ravenna”. La riparazione del radar, però, secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, è stata terminata a metà gennaio, per poi proseguire con la conversione al più moderno sistema Vts (Vessel traffic service, un sistema di monitoraggio e controllo integrale del traffico navale che garantisce una copertura capillare dei movimenti delle imbarcazioni, dotato anche di segnalatori e allarmi anticollisione). «Non ho dato colpe – precisa Ancisi – perché non sono un tecnico delle meteorologie marine e dei sistemi di controllo nei porti. Ho dato a chi indaga per omicidio colposo notizie in più, che guarda caso sono state tenute nascoste o addirittura date sbagliate. I radar, se ci sono e se servono a qualcosa, devono funzionare o essere riparati subito. Potevano farlo prima? Soldi ne spendono a profusione. Avremmo avuto sei persone ancora vive?»
Gli interrogativi posti da Lista per Ravenna si insinuano in una più ampia discussione sulle tecnologie di controllo, ormai obsolete, di cui dispone il porto. Dal 2008, i piloti sono dotati dell’Ais (Automatic identification system), che rileva il nome e i movimenti della nave; mentre il radar anticollisione, il primo in Italia, fu inaugurato nel 1984 nella stazione piloti. La procedura per riparare il vecchio radar e avviare una conversione al nuovo sistema Vts – avviata lo scorso settembre dal comando generale delle Capitanerie di porto e approvata con la delibera del 19 dicembre 2014 – testimonia la necessità del porto di dotarsi di nuovi occhi per una maggiore sicurezza. La Gokbel giace ancora semiaffondata a 2,2 miglia dall’imboccatura del porto e, nelle prossime due settimane, è previsto l’arrivo dalla Turchia del pontone necessario per il recupero.