L'accusa è omicidio plurimo aggravato dall'odio religioso. Il racconto dei superstiti: "Vivi perché abbiamo fatto una catena umana". Il ministro Orlando firma autorizzazione a procedere per la Procura di Palermo perché i fatti sono avvenuti in acque internazionali. Altri quattro stranieri parlano di un nuovo naufragio con 41 morti
Musulmani contro cristiani. Non è solo storia recente, non è solo scontro di religioni, ma cronaca nera recente e vicina. Arriva da Palermo la storia dei superstiti che in lacrime hanno raccontato agli uomini della Polizia di essere salvi solo perché si sono opposti alla furia di alcuni compagni di viaggio costruendo una catena umana. Erano tutti su un gommone stretti stretti quando tra un gruppo di fedeli di Allah e un gruppo di cristiani è iniziata una discussione. Poi il dibattito si è fatto lite, quindi rissa. E infine omicidio plurimo. Perché sono nove le persone gettate in mare come confermano fonti della Procura al fattoquotidiano.it. In manette invece sono finiti quindici uomini: sei non hanno ancora 20 anni e uno ne ha solo 17. Per loro il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha firmato una autorizzazione a procedere per la Procura di Palermo perché la strage di cristiani è avvenuta in acque internazionali.
9 morti e 15 fermi per omicidio plurimo aggravato
Ad accusare gli immigrati fermati, tra cui un minorenne, sono stati i testimoni al loro arrivo al porto del capoluogo siciliano, due notti fa. I fermati sono stati rinchiusi nel carcere Pagliarelli: sono di nazionalità ivoriana, malese e senegalese e su di loro pende anche l’aggravante di aver agito per odio religioso. Per questo Non si esclude la collaborazione del pool antiterrorismo della procura di Palermo, guidato dall’aggiunto Leonardo Agueci.
Le indagini della Squadra Mobile palermitana sono cominciate dopo le testimonianze di una decina di naufraghi nigeriani e ghanesi. I migranti, in lacrime, hanno raccontato di essersi imbarcati il 14 aprile su un gommone, partito dalle coste libiche con 105 persone, in prevalenza senegalesi ed ivoriani. Durante la traversata, nigeriani e ghanesi, in minoranza, sarebbero stati minacciati di essere abbandonati in acqua perché cristiani. A scatenare la furia dei musulmani sembra sia stato un momento di preghiera. Dalle minacce i musulmani sarebbero passati all’azione spingendo in acqua alcuni cittadini nigeriani e ghanesi. Per domani è prevista la richiesta di convalida del fermo al giudice per le indagini preliminari.
È stato il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi a inoltrare la richiesta di autorizzazione a procedere al ministro della Giustizia Orlando che ha firmato come previsto dall’articolo 10 del Codice penale. “È un fatto terribile. Se davvero dovesse essere una lite scoppiata per motivi religiosi la causa della tragedia avvenuta nel canale di Sicilia sarebbe ancora più brutto nella tragicità dei fatti, perché getterebbe una luce particolare sulla pericolosità di certi arrivi” dice Lo Voi all’AdnKronos. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai pm Marina Ingoglia e Renza Cescon.
Calderoli: “Morti incentivate dai soccorsi”, nuovo naufragio con 41 vittime
Intanto mentre già infuria la polemica politica con il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli, che sostiene che le morti di fatto vengono incentivate dai soccorsi e l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa punta il dito contro la politica sconsiderata del governo Renzi, quattro superstiti sbarcati nel porto di Trapani dalla nave “Foscari” della Marina Militare hanno raccontato di un altro naufragio “con 41 vittime” che sarebbe avvenuto nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. I quattro hanno detto di essere partiti in 45 da Tripoli su un gommone naufragato. Altri 586 profughi, tra cui 79 donne, dieci delle quali incinte, e 58 bambini di cui 5 neonati, provenienti da Senegal, Gambia, Nigeria e Costa D’Avorio sono sbarcati nel porto di Trapani) sempre dalla nave della Marina Militare “Comandante Foscari”) dopo essere stati recuperati in diverse operazioni mentre si trovavano a bordo di tre barconi. E c’era anche una vittima tra i 69 migranti a bordo di un gommone soccorso a Sud di Lampedusa nel pomeriggio di giovedì da un’imbarcazione della Guardia di Finanza. Oltre al migrante morto, ve ne erano altri con ustioni di secondo e terzo grado. Intanto, le forze dell’ordine hanno arrestato alcuni degli scafisti alla guida delle carrette del mare soccorse negli ultimi giorni. Nel 2015 sono stati, finora, 16 gli scafisti fermati per sbarchi nel Ragusano.
La Commissione Europea: “Non abbiamo i fondi”
La Commissione Europea, di fronte alla gravità del problema, fa appello ai governi. “Non abbiamo i fondi né il sostegno politico per lanciare operazioni europee di salvataggio, dobbiamo essere franchi, la Commissione non può fare da sola; non abbiamo la bacchetta magica” ha detto la portavoce Bertaud.