Certo che Piotta ha proprio il senso del ritmo. Ci mancherebbe altro, dirà qualcuno, è un rapper. No, la prima frase era ironica, quasi sarcastica, come dire, “certo che non ne becca proprio una”. “In che senso?”, chiederà sempre quel qualcuno? “A me Supercafone non dispiaceva affatto, e anche quell’altro, quello del surf”. Mi fermo. Ricomincio.

Il 14 aprile è uscito il nuovo album di Piotta, Nemici. Io adoro Piotta. Io adoro Nemici.
Il motivo per cui sono partito facendo del sarcasmo sul rapper (e altro) romano, è per una constatazione amichevole, Piotta ha deciso di tornare nei rari negozi di dischi nel giorno peggiore di questi ultimi tempi, lo stesso in cui è uscito anche Squallor di Fabri Fibra. Della serie che se uno dei rari commessi dei suddetti negozi di dischi avesse deciso di fare un colonnino con un disco rap, pensando inizalmente di farlo con Nemici di Piotta, saputo all’ultimo minuto che sarebbe arrivato anche il nuovo di Fibra, avrebbe cambiato idea in un nanosecondo.

Più che senso del ritmo, però, si chiama sfiga, perché Fibra ha deciso all’ultimo di uscire questa settimana, e lo ha fatto così, bypassando i soliti sistemi, uscendo direttamente in digitale e annunciando a ridosso la data dell’uscita del supporto fisico. Tant’è, Piotta è fuori con Nemici, e il disco è già in ‘top ten’ di iTunes, perché magari ancora qualcuno dotato di senno esiste. Sì, perché Piotta, da tempo non più Er Piotta, è noto, è uno degli artisti di casa nostra che nel tempo è maggiormente cresciuto, forte di un percorso coerente raro ancor più dei negozi di dischi. Album dopo album ha spostato sempre un po’ più in alto l’asticella qualitativa, andando prima ad abbandonare quell’aura ironico-gergale che ce lo aveva fatto conoscere con la super hit che non andrò più a citare, poi addirittura ad abbandonare quasi completamente il suo genere di appartenenza, il rap. Per poi arrivare, proprio con questo Nemici, a un lavoro maturo, degno di un artista a tutto tondo, capace di usare più linguaggi musicali, il rap, certamente, ritrovato, il rock, il pop, l’amato reggae, tutti con la stessa naturalezza e maestria, tutti con la stessa coerenza.

Nemici è un lavoro maturo, quindi, ma mi guardo bene dal voler dare a questo aggettivo una valenza di pesantezza che, sia scritto a lettere d’oro, Piotta non conosce. Le canzoni affrontano, come ormai da anni, tematiche serie, guardano all’oggi con occhio critico, bonario ma preciso, a volte anche impietoso, e lo fanno con leggerezza nell’esecuzione tanto quanto con pesantezza nelle competenze. Non a caso stavolta, volendo parlare di Nemici, Piotta ha chiamato al suo fianco un gruppo di ‘amici’ che fa quasi impressione. A partire dal più noto della covata, quel Captain Sensible che coi The Damned ha dato alle stampe il primo album punk inglese della storia, qui presente in una irriverente nuova versione della sua più importante hit, Wot, per l’occasione sottotitolata (Capitano mio capitano), passando per Il muro del canto, combo romana che vi invito caldamente a seguire in ogni sua manifestazione, Brusco, suo compagno di scuola, per arrivare ai Modena City Ramblers, vicini per impegno a Piotta, anche se sulla carta distanti musicalmente al nostro, e soprattutto al padrino del rap per antonomasia, Afrika Bambaataa, presente col suo possente flow nel brano Rise up (i Modena lo sono invece in Barbara e Brusco in Anvedi).

L’album è un gioiello. Canzoni tutte potenti, testi affilati, come in effetti ci si può e deve aspettare da un rapper, musiche suonate dalla band e al tempo stesso dalle macchine, in un mix perfetto. Su tutte, questo è parere insindacabile di chi scrive, svetta 7 vizi capitale, brano che ha lanciato l’operazione, un ritratto impietoso di Roma, con un cameo del Muro del canto davvero da pelle d’oca.

Ma tanti sono gli episodi riusciti, dal già sentito BBW, inno alla donna oversize che ci ha fatto ballare la scorsa estate, al punto che vien da andare online a vedere dove sarà la prossima data dal vivo di Piotta per andarselo a sentire. Sì, perché nonostante in questi giorni si sia parlato e si parlerà di presunti dissing con Fedez, peraltro inesistenti, e di presunte polemiche con la De Filippi, a partire dal titolo e dal logo dell’album, che in effetti fanno il verso ad Amici, dissing e polemiche su cui chi scrive non è intenzionato a soffermarsi, perché per una volta ritiene che la musica sia talmente potente in sé da non aver bisogno di aiutini, la realtà è che Piotta è un artista che da anni fa la sua strada indisturbato.

Una strada fatta di produzioni con la sua Grande Onda, oltre una settantina in una decade, di album suoi, di live, di tanti e tanti concerti, circa un’ottantina all’anno. Questo nonostante la coerenza di cui sopra, la stessa coerenza che l’ha portato a dire no all’Isola dei famosi e a diversi talent. Una coerenza non fatta di polemiche, inutili probabilmente se non a fini commerciali, ma di amore per la musica e per le parole. Musica e parole, in effetti per fare belle canzoni non serve altro, a parte un grande talento, di cui fortunatamente Piotta è abbondantemente dotato. Ascoltare per credere.

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