“Stato Islamico è un marchio perfetto: indica un’entità statale e si rivolge a tutti i musulmani”. Lucio Caracciolo, direttore di Limes, parla dal palco del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia e presenta il nuovo numero della rivista di geopolitica che questo mese titola ‘Chi ha paura del Califfato?’. Il punto di partenza del dibattito è la scelta, spiegata dal direttore di SkyTg24 Sarah Varetto, di non mandare in onda i “video del terrore”. “Lo abbiamo fatto – ha detto – soprattutto per non essere strumento di propaganda, per non fare da grancassa all’orrore”. All’incontro è intervenuto anche Paolo Scotto di Castelbianco, responsabile della comunicazione istituzionale del Dis (l’organismo che sovrintende ai servizi di intelligence) che – parlando della comunicazione dell’Isis – afferma: “Purtroppo sono bravi, sono molto bravi. I media devono, quindi, stare molto attenti cosa comunicare, perché – prosegue – rischiano di fare il gioco di chi sa usare molto bene gli strumenti di propaganda più moderni, anche perché appaiono molto più di quello che sono”. E Caracciolo sottolinea: “Non è forse nella nostra enfasi e nella nostra semplificazione che si trova la ragione del successo del loro marchio?” di Cosimo Caridi e Max Brod
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