Renziani spiazzati da Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio in un’intervista a Repubblica apre alla possibilità di una mediazione sul “Senato elettivo“. La minoranza Pd prende tempo, ma i primi a smentire sono i più vicini al leader Pd. “La composizione del Senato prevista dal ddl Boschi”, ha detto il vicecapogruppo alla Camera Ettore Rosato, “è frutto di una grande mediazione che ha prodotto questo modello di Senato e questo modello di Senato è stato approvato sia dalla Camera che dal Senato in misura uguale quindi non più modificabile”. La questione è politica, ma soprattutto tecnica: il ddl Boschi è un disegno di legge di riforma costituzionale che ha già avuto due approvazioni e che nelle ultime due letture non può essere più modificato. Quindi il rischio è che si debba ricominciare da zero. 

Perplessa anche la vicepresidente della Camera Marina Sereni. “Non credo proprio”, ha detto, “che ci siano spazi per ‘ripartire da zero’ sulla composizione del Senato, come qualcuno auspica. A me sembra invece utile, e possibile, vedere come rendere più chiara possibile la ripartizione delle funzioni tra i due rami del Parlamento e semmai cominciare a discutere sulla legge elettorale per il Senato ancora da scrivere”. “La discussione nel Pd, prima negli organismi di partito e poi nel gruppo parlamentare, è stata fatta e si è conclusa -aggiunge- con una votazione dalla quale nessuno può prescindere. La proposta del segretario è chiara: approvare la legge elettorale nel testo uscito dal Senato e semmai ragionare su altri passaggi per rispondere ad alcune preoccupazioni emerse dal dibattito”.

Chi aspetta la prossima mossa è la minoranza Pd. L’apertura di Renzi, riferita da Repubblica, “va presa con le molle”, fanno sapere i bersaniani, sia sul merito sia per ciò che riguarda l’eventuale percorso del cambiamento del testo delle riforme che nei punti essenziali ha già ricevuto la doppia lettura conforme. Inoltre, osservano, non è chiaro quale modello di Senato elettivo ha in mente il premier-segretario: il Senato delle garanzie o ancora un Senato delle Regioni seppur modificato? Comunque, sottolineano i bersaniani, visto che Renzi è il segretario del Pd oltre che premier, la sua apertura viene “presa sul serio” in attesa che, al suo ritorno da Washington “scopra le carte” e “faccia bene capire le sue intenzioni”.

Civati intanto respinge ogni ipotesi di scambio con l’approvazione della legge elettorale: “Abbiamo scoperto”, scrive sul blog, “che il Senato non elettivo era solo una fissazione di Vasco Errani. A che scopo? Il solito: uno scambio. Votatemi una legge elettorale su cui avete molti dubbi e avrete il Senato elettivo. Al di là delle gravi perplessità che suscita qualunque scambio di questo tipo, tantopiù in materia istituzionale, la proposta è interessante per un aspetto: si può ridiscutere la riforma costituzionale. La mia posizione sull’Italicum però non cambia: non lo voterò”.

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