Stefania, 32 anni, al suo arrivo ad Albacete, in Spagna, dove ha riabbracciato il figlio di 17 giorni con cui il marito, Enzo Costanza, era fuggito martedì, non prova rancore: "Spero stia bene". Il tribunale di Albacete, dove si è tenuto il processo per direttissima, ha ritenuto che non ci sono gli estremi per trattenerlo in carcere
Il lieto fine è un neonato che sta bene, un padre che se se l’era portato perché voleva andare a pregare e una madre che non vuole vendetta. “Perdono mio marito per quello che ha fatto: è un buon padre e ha trattato bene nostro figlio” dice Stefania, 32 anni, al suo arrivo ad Albacete, in Spagna, dove ha riabbracciato il figlio di 17 giorni con cui Enzo Costanza era fuggito martedì. L’uomo è stato arrestato ieri e l’autorità giudiziaria spagnola ha deciso di scarcerarlo. Il tribunale di Albacete, dove stamattina si è tenuto il processo per direttissima ha ritenuto che non ci sono gli estremi per trattenerlo in carcere. “Spero stia bene”, si era limitata ad aggiungere ieri la donna. L’uomo di Orbassano, che aveva fatto perdere le sue tracce portandosi via il figlio, ha raccontato a chi lo ha inseguito per due giorni senza tregua che voleva “andare a Santiago di Compostela, non avrei mai fatto male al piccolo…”.
Venerdì la polizia spagnola lo aveva fermato in un centro commerciale, mentre stava effettuando alcuni acquisti per il bimbo di appena 17 giorni. Visitato in un centro medico, il piccolo è apparso in buone condizioni ed è stato affidato a un centro per minori in attesa che la madre potesse riabbracciarlo. Decisivi, per l’individuazione del padre, che soffre di disturbi psichici, sono stati gli acquisti effettuati con la carte di credito. E, ieri mattina, la telefonata – prima e unica da quando si era allontanato – alla moglie: “Tranquilla, ti riporto il bambino. Io, poi, non so cosa farò…”. Pochi secondi, ma sufficienti per rintracciare il cellulare e permettere ai carabinieri del Comando Provinciale di Torino, che hanno coordinato le ricerche, di stringere il cerchio attorno all’impiegato di 39 anni e al figlioletto.
In stato confusionale, il padre non ha opposto resistenza ed è stato trattenuto in commissariato, inizialmente non in stato di fermo. Il provvedimento di “detention” è stato disposto venerdì srra al termine di un lungo interrogatorio durante il quale, secondo quanto appreso, non ha dato risposte esaustive. In attesa della decisione del giudice spagnolo l’uomo in Italia resta indagato per sottrazione di minore dalla procura di Torino, che ha aperto un fascicolo affidato al pm Valerio Longi.
“Non c’è stata alcune violenza sul bambino, che è stato trattato bene”, ha riferito il comandante provinciale dei carabinieri di Torino, colonnello Arturo Guarino, che in una conferenza stampa ha ricostruito la folle corsa dell’uomo. Dalla fuga da un centro commerciale alle porte di Torino, dove si era fermato per far comprare alla moglie un regalo al bambino, alla prima notte, trascorsa in un hotel Ibis di Lione. L’altro ieri i la sua Fiat Freemont è stata immortalata presso un distributore di benzina, nella zona di Valencia, dove ha pagato il pieno con una carta di credito. Nei fotogrammi, ingranditi al massimo dalla polizia scientifica, si vedeva sul sedile posteriore dell’auto l’ovetto verde del piccolo. Poi di nuovo il nulla, con mamma Stefania attaccata al telefono nella speranza che l’uomo si mettesse di nuovo in comunicazione con lei. Lo squillo decisivo alle 9.30 circa di venerdì mattina. Poche ore dopo l’identificazione, sempre in un centro commerciale, ma a quasi duemila chilometri di distanza da casa, e la fine dell’incubo.