Lo racconta Antonio Lareno, responsabile Cgil per Expo. Capitolo infortuni: “I controlli eseguiti dai sindacati e soprattutto dall’Asl hanno sinora consentito di evitare incidenti particolarmente gravi”. Oltre al cantiere Expo ci sono tante opere di viabilità. Nel cantiere della Teem Klodian Elezi, il giovane operaio di origine albanese è morto sabato scorso. Dietro il suo volo di cinque metri c’è il mancato rispetto delle norme di sicurezza
I lavori del padiglione Expo della Cina hanno addirittura rischiato lo stop. “Nei giorni scorsi sono state rilevate una serie di irregolarità piccole, ma diffuse. Troppo diffuse per non costituire un pericolo rilevante per la sicurezza dei lavoratori”. Lo racconta Antonio Lareno, responsabile Cgil per Expo. “Poi tutto si è risolto e le attività non sono state bloccate. Ma i rischi sono sempre dietro l’angolo, soprattutto nella situazione di urgenza dovuta alla necessità di rimediare il più possibile ai ritardi accumulati. La nostra preoccupazione è elevatissima, gli operai sono in una situazione di continua tensione e stress lavorativo”. A due settimane dall’inaugurazione del primo maggio, nel sito a cavallo tra Milano e Rho si va avanti a ciclo continuo: “Nel cantiere ci sono più di 6mila persone, di oltre 200 aziende diverse”.
Le cose, va detto, sono andate per il momento meglio del previsto. “I controlli eseguiti dai sindacati e soprattutto dall’Asl hanno sinora consentito di evitare incidenti particolarmente gravi”. Nel 2011 l’Inail aveva fatto una stima in base alle statistiche degli infortuni nei cantieri: in assenza di un progetto adeguato di prevenzione, le opere legate all’esposizione avrebbero potuto portare a più di 40 incidenti mortali. Le precauzioni prese sono servite: “Nel sito espositivo per quanto riguarda gli infortuni siamo sotto la media della provincia di Milano e sotto la media dei cantieri a sorveglianza speciale come il Tav – dice Lareno -. L’infortunio più grave sinora è stato quello subito da un cuoco nella mensa del campo base, mentre macinava della carne. Per ora non c’è stato nessun incidente mortale”.
Diversa invece la sorte di Klodian Elezi, il giovane operaio di origine albanese morto sabato scorso nel cantiere della Teem, la Tangenziale est esterna di Milano, una delle grandi opere inserite nel dossier di candidatura per Expo. Dietro il suo volo di cinque metri c’è il mancato rispetto delle norme di sicurezza. Klodian, 21 anni, stava lavorando su un’impalcatura alla realizzazione del casello di Pessano con Bornago, quando ha perso l’equilibrio ed è caduto. “Non indossava alcuna imbracatura e mancavano misure di protezione”, spiega Lareno, che parla di “gravi responsabilità” del vincitore dell’appalto, il consorzio Norte, e della ditta che aveva in subappalto i lavori, la Iron Master di Bergamo.
“Dai nostri riscontri risulta che Klodian fosse inquadrato come operaio di primo livello. Non avrebbe quindi potuto fare lavorazioni di quel tipo in quota”. In ogni caso, secondo quanto riferiscono investigatori e sindacati, non sembra che l’incidente sia legato alle condizioni di urgenza con cui si lavora in altre parti della Teem e anche in altri punti della città. Prima dell’inaugurazione, infatti, non c’è solo il sito espositivo da fare trovare pronto: nei prossimi giorni verrà aperto un tratto della Zara-Expo, oltre alla viabilità di Cascina Merlata, dove alloggerà il personale addetto alla manifestazione, ci sarà il varo di cinque fermate della linea 5 del metrò e della Darsena appena rinnovata. “Meglio aprire un giorno dopo, ma con un infortunio in meno”, commenta Lareno.
Le attività sono frenetiche. Gli intoppi saltano fuori da un momento all’altro. Tra le cose a cui si lavora nel sito espositivo c’è la realizzazione di un eliporto, ma nei gironi scorsi, all’improvviso, ci si è accorti che un eliporto rende necessario montare le luci a intermittenza in cima alle strutture più alte, come l’Albero della vita e Palazzo Italia, per renderle più visibili a chi è in volo. Una cosa che prima non era stata presa in considerazione da nessuno. E allora tutti in fretta a cercare un rimedio. A volte gli intoppi assumono connotazioni bizzarre. Ma a volte possono mettere a repentaglio la sicurezza dei lavoratori. Ora è questa la preoccupazione principale dei sindacati, ma dal primo maggio in poi la questione sarà un’altra: “Si aprirà un grosso problema per quanto riguarda la legalità nei rapporti di lavoro – sostiene Lareno -. Il rischio è quello che si abbia un Far West, perché non è stato fatto nessun accordo con i Paesi partecipanti e con i vincitori dei maggiori appalti, come quello per la pulizia”. Dopo la firma di una serie di intese che secondo il sindacalista hanno garantito il rispetto delle norme sui contratti nel cantiere, l’approccio di Expo è cambiato per la fase successiva: “La società di gestione ha tirato i remi in barca”.
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