Duecento in Italia, migliaia in tutto il mondo. Sono le organizzazioni ambientaliste che sabato 18 aprile sono scese in piazza per chiedere l’arresto delle trattative sul TTIP, il Transatlantic Trade and Investment Partnership, ovvero il trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti. In Italia oltre 40 iniziative tra manifestazioni e flash mob (da Roma a Milano, Torino, Napoli e Firenze) per fermare un accordo che, secondo il movimento Stop Ttip, porterà a gravi rischi per la salute. Tra i servizi oggetto di liberalizzazione, infatti, ci sono anche quelli sanitari, tanto che “se il trattato fosse approvato, potrà curarsi solo chi potrà permetterselo”, commenta Vittorio Agnoletto. Altri problemi secondo chi si oppone al trattato sono l’abbassamento del livello di sicurezza sulla vendita dei farmaci e “un’invasione, sul mercato europeo, degli OGM americani”, racconta Francesco Lauria di Stop Ttip Milano. Sul Trattato l’esecutivo europeo vuole arrivare a una bozza di accordo entro il 2015, ma oltre un milione e 700mila persone hanno sottoscritto una petizione per chiedere alla Commissione l’immediato arresto delle trattative, che in gran parte si stanno svolgendo in segreto. Intanto il 15 aprile la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha chiesto di escludere cinque settori chiave dal negoziato: servizi sanitari, carne agli ormoni, normativa sulle sostanze chimiche, clonazione e, appunto, gli OGM. Ma l’esecutivo comunitario non ha ancora dato segnali di aperture verso l’europarlamento, segnale del fatto che “l’Europa ha un evidente deficit democratico – conclude Lauria – e a rimetterci sono i cittadini”  di Elisa Murgese

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