Era il 14 aprile e per Silvio Berlusconi era arrivata l’estinzione della pena per la sentenza Mediaset. Ma se il giudice di Sorveglianza di Milano ha valutato che l’ex Cavaliere, con l’affidamento ai servizi sociali, abbia chiuso così il conto con la giustizia (si è estinta anche l’interdizione dai pubblici uffici, ndr), c’è chi invece vuole valutare se presentare ricorso. La Procura generale di Milano ha chiesto ai pm dell’inchiesta Ruby ter – che prosegue senza sosta – atti dell’indagine nella quale il leader di Forza Italia è indagato di corruzione in atti giudiziari.
La richiesta è finalizzata a valutare una eventuale opposizione contro il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza. La Procura generale vuole accertare se l’ex premier abbia commesso reati nel periodo di affidamento in prova e la Procura ha segnalato che avrebbe corrotto testi fino al 17 febbraio. Quando la Procura di Milano ha fatto perquisire le ospiti delle cene eleganti coindagate dell’ex premier. Le perquisizioni erano state decise perché gli investigatori hanno scovato “recenti movimentazioni di denaro sui conti correnti“. A conferma che la “generosità” di Berlusconi non si è mai arrestata. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Forno e dai pm Luca Gaglio e Tiziana Siciliano, è emerso anche che Ruby Rubacuori andò ad Arcore tra novembre e dicembre 2014. Ma anche l’ex Cavaliere ha fatto arrivare soldi tramite bonifico a dieci ragazze che non sono indagate. Tra l’altro, alla documentazione la Procura ha anche allegato estratti della sentenza della Cassazione sul caso Mills (Berlusconi è stato prosciolto per prescrizione) sui profili giuridici della cosiddetta corruzione in atti giudiziari ‘susseguente’, ossia la retribuzione al testimone che arriva successivamente alla presunta falsa testimonianza.
Con l’estinzione della pena Berlusconi è ritornato a tutti gli effetti libero e anche se per via della legge Severino rimane incandidabile per ancora quattro anni, una eventuale riabilitazione che potrebbe arrivare nella primavera del 2018 proprio a ridosso delle prossime elezioni politiche. Potrà quindi tornare a votare, potrà di nuovo recarsi all’estero. Ma la mossa della Procura generale potrebbe complicare questo percorso. Nel provvedimento di “liberazione” firmato dal giudice Beatrice Crosti si prendeva “atto dell’esito positivo della relazione conclusiva dell’Ufficio esecuzione penale esterna”, l’Uepe di Milano, incaricato di ‘vigilare’ sul percorso di ‘riabilitazione’ dell’ex presidente del Consiglio. Percorso durante il quale ha svolto attività di volontariato assistendo gli anziani ospiti dell’Istituto Sacra famiglia di Cesano Boscone e dove, come è stato riferito, continua di tanto in tanto a recarsi.
L’ex presidente del Consiglio – che ha già incassato l’assoluzione definitiva nell’ambito del processo Ruby – attende anche che la corte di Giustizia Europea si pronunci sulla sua richiesta di annullare la sentenza Mediaset, per anticipare il suo rientro in Parlamento. E dopo la sentenza su Bruno Contrada in cuor suo si è accesa più di una speranza.
Giustizia & Impunità
Berlusconi, pg chiede atti Ruby ter per valutare ricorso contro estinzione pena
La Procura generale vuole accertare se l’ex premier abbia commesso reati nel periodo di affidamento in prova e i pm hanno segnalato che avrebbe corrotto testi fino al 17 febbraio
Era il 14 aprile e per Silvio Berlusconi era arrivata l’estinzione della pena per la sentenza Mediaset. Ma se il giudice di Sorveglianza di Milano ha valutato che l’ex Cavaliere, con l’affidamento ai servizi sociali, abbia chiuso così il conto con la giustizia (si è estinta anche l’interdizione dai pubblici uffici, ndr), c’è chi invece vuole valutare se presentare ricorso. La Procura generale di Milano ha chiesto ai pm dell’inchiesta Ruby ter – che prosegue senza sosta – atti dell’indagine nella quale il leader di Forza Italia è indagato di corruzione in atti giudiziari.
La richiesta è finalizzata a valutare una eventuale opposizione contro il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza. La Procura generale vuole accertare se l’ex premier abbia commesso reati nel periodo di affidamento in prova e la Procura ha segnalato che avrebbe corrotto testi fino al 17 febbraio. Quando la Procura di Milano ha fatto perquisire le ospiti delle cene eleganti coindagate dell’ex premier. Le perquisizioni erano state decise perché gli investigatori hanno scovato “recenti movimentazioni di denaro sui conti correnti“. A conferma che la “generosità” di Berlusconi non si è mai arrestata. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Forno e dai pm Luca Gaglio e Tiziana Siciliano, è emerso anche che Ruby Rubacuori andò ad Arcore tra novembre e dicembre 2014. Ma anche l’ex Cavaliere ha fatto arrivare soldi tramite bonifico a dieci ragazze che non sono indagate. Tra l’altro, alla documentazione la Procura ha anche allegato estratti della sentenza della Cassazione sul caso Mills (Berlusconi è stato prosciolto per prescrizione) sui profili giuridici della cosiddetta corruzione in atti giudiziari ‘susseguente’, ossia la retribuzione al testimone che arriva successivamente alla presunta falsa testimonianza.
Con l’estinzione della pena Berlusconi è ritornato a tutti gli effetti libero e anche se per via della legge Severino rimane incandidabile per ancora quattro anni, una eventuale riabilitazione che potrebbe arrivare nella primavera del 2018 proprio a ridosso delle prossime elezioni politiche. Potrà quindi tornare a votare, potrà di nuovo recarsi all’estero. Ma la mossa della Procura generale potrebbe complicare questo percorso. Nel provvedimento di “liberazione” firmato dal giudice Beatrice Crosti si prendeva “atto dell’esito positivo della relazione conclusiva dell’Ufficio esecuzione penale esterna”, l’Uepe di Milano, incaricato di ‘vigilare’ sul percorso di ‘riabilitazione’ dell’ex presidente del Consiglio. Percorso durante il quale ha svolto attività di volontariato assistendo gli anziani ospiti dell’Istituto Sacra famiglia di Cesano Boscone e dove, come è stato riferito, continua di tanto in tanto a recarsi.
L’ex presidente del Consiglio – che ha già incassato l’assoluzione definitiva nell’ambito del processo Ruby – attende anche che la corte di Giustizia Europea si pronunci sulla sua richiesta di annullare la sentenza Mediaset, per anticipare il suo rientro in Parlamento. E dopo la sentenza su Bruno Contrada in cuor suo si è accesa più di una speranza.
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Giustizia & Impunità
Albania, la Corte non convalida: liberi i 43 migranti. Opposizioni: ‘Fallimento di Meloni’. Da destra riparte l’attacco ai giudici: ‘Si sostituiscono al governo’
Politica
Almasri, ora la maggioranza vuole eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale. M5s e Pd: “Così pm sotto il governo e politici impuniti”
FQ Magazine
Vespa scatenato difende il governo: “Ogni Stato fa cose sporchissime”. Opposizioni: “Superato il limite”
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “Quella dei Cpr in Albania è una gigantesca buffonata. Siamo di fronte a centri totalmente inutili nella gestione del fenomeno migratorio, pasticciato sul piano giuridico, lesivi dei più elementari diritti umani e anche costosissimi. Il governo dovrebbe scusarsi pubblicamente, chiudere i centri e destinare gli ottocento milioni di euro che finiranno in questi luoghi inutili e dannosi a sostegno della sanità pubblica”. Così in una nota, Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione nella segreteria nazionale del Pd.