Non ci saranno né Pierluigi Bersani né Gianni Cuperlo alla Festa nazionale dell’Unità che parte domani a Bologna. Un evento eccezionale per festeggiare i 70anni della celebre kermesse che si terrà nel giorno in cui la città festeggia la liberazione di Bologna dal nazi-fascismo, avvenuta quattro giorni prima del 25 aprile. I due principali esponenti della minoranza dem non sono stati invitati. A stilare l’elenco dei dibattiti  – precisano dalla federazione di Bologna, onde evitare equivoci – è stato il Pd nazionale. Sarà strano per gli emiliani, abituati a vedere Bersani a tutte le feste dell’Unità, non ascoltarlo in quest’anniversario. Emiliano-romagnolo (di Bettola-Pc) l’ex segretario è particolarmente popolare in Emilia e presso i volontari senza i quali la Festa non potrebbe essere organizzata. Sono lontani (ma non tanto) i tempi in cui a non essere invitato alla Festa dell’Unità bolognese era stato l’attuale premier Matteo Renzi. Era il 2012 e tutta l’Emilia era bersaniana a eccezione di pochi pionieri come il parlamentare Matteo Richetti. Alla fine il partito locale, dopo molte pressioni, aveva fatto dietrofont e ospitato Renzi che aveva ricevuto un’accoglienza gelida da dirigenti e volontari ed era arrivato con la sua claque distribuita in alcuni pulmann, come alcuni del Pd avevano fatto notare.

Dal partito, in ogni caso fanno sapere che non c’è nulla di personale nel non aver invitato Bersani e Cuperlo. I dibattiti – dicono – sono organizzati per aree tematiche, perciò sono stati chiamati degli esperti per ogni campo. In realtà, nella prima bozza del programma era stato invitato anche il capogruppo dimissionario, il bersaniano Roberto Speranza, poi il suo nome è stato tolto. Figura invece quello di Gennaro Migliore, ex deputato di Sel, che interverrà ad un dibattito sulla riforma elettorale, il 23 aprile, insieme agli onorevoli Nico Stumpo, Roberto Giachetti e Lucrezia Ricchiuti.

La minoranza dem intanto insorge. Chi alla luce del sole e chi fuori taccuino. “Il fatto che ci siano idee diverse non giustifica l’oscuramento della minoranza” scandisce la parlamentare bolognese Marilena Fabbri che oggi è stata invitata a lasciare la commissione Affari costituzionali perché – spiega – “ci è stato chiesto se intendevamo attenerci alla disciplina di partito e non presentare emendamenti all’Italicum votandolo così com’è’”. E c’è anche chi definisce l’esclusione dei due leader “vergognosa”.

La festa si terrà nel parco della Montagnola a Bologna, nello stesso luogo dove si svolse nel 1951 la prima Festa nazionale dell’Unità. Durerà fino al 3 maggio. A presentare la kermesse, il tesoriere nazionale del Partito Democratico Francesco Bonifazi, il segretario del Pd di Bologna Francesco Critelli e il responsabile Feste e autofinanziamento del Pd provinciale Fabio Querci. La festa come sempre coniugherà politica, cultura ed eccellenze culinarie.

Ad inaugurarla, domani, Lorenzo Guerini, vicesegretario nazionale; Paolo Calvano, coordinatore dei segretari provinciali dell’Emilia Romagna e segretario regionale in pectore e Francesco Critelli, segretario Pd Bologna.

Il 22 si affronterà il tema delle “sfide dei Governi locali”, con Piero Fassino sindaco di Torino e presidente Anci; Virginio Merola sindaco di Bologna; Matteo Biffoni Sindaco di Prato; Andrea Gnassi sindaco di Rimini e la deputataValentina Paris, responsabile nazionale Pd Enti Locali. Molti i nomi di rilievo del Pd che parteciperanno, tra cui anche pochi rappresentanti della minoranza dem, come Donata Lenzi, capogruppo Pd in Commissione Affari Sociali; Andrea De Maria, responsabile nazionale Pd della Formazione Politica e civatiani come Sergio Lo Giudice e l’europarlamentare Elly Schlein. Ci saranno anche Debora Serracchiani, vicesegretario Pd; Matteo Orfini, presidente Pd e il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Vasto il parterre di ministri: Stefania Giannini dell’Istruzione;  Andrea Orlando della Giustizia; Maurizio Martina delle Politiche Agricole Ambientali e Forestali e Giuliano Poletti del Lavoro e delle Politiche sociali. A chiudere la kermesse il 3 maggio sarà il premier Matteo Renzi.

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