“Voglio andarmene a modo mio“. Sono le parole del noto truccatore Diego Dalla Palma, malato d’artrosi come i genitori di cui ha vissuto la sofferenza. A 64 anni il visagista sta pianificando i suoi ultimi anni di vita – una decina, secondo i suoi calcoli – ma soprattutto la fine di “una vita fortunata ma difficile”. E ha deciso di vendere i propri immobili, ubicati in Veneto, Lombardia e Sicilia, devolvendo parte del ricavato a persone bisognose perché – ha scritto Dalla Palma sulla sua pagina Facebook – “invecchiando ho scoperto che non so niente e non sono niente. E che sono solo di passaggio. Che sono qui per una breve, interessante e travagliata vacanza che sta finendo. Inoltre, perché è giusto che qualcuno riceva una vita migliore da un gesto che, per me, è doveroso”.
Diego Dalla Palma ha espresso ai suoi fan la sua idea di morte, descritta come “un passaggio liberatorio“. E proprio della morte parla sul social, annunciando la sua volontà di donare parte dei suoi beni per beneficenza: “Preciso che sono sereno, determinato e per niente depresso. Desidero semplicemente dare uno scopo alla mia vita. Vita che, se il destino e la buona sorte me lo concedono, desidero non sia lunga più di tanto. Sia chiaro: la amo questa mia vita! Tanto quanto la morte! Quest’ultima, l’ho incontrata all’età di sei anni (attraverso il coma) e da allora, per fortuna, siamo sempre rimasti buoni amici”.
Le parole del noto truccatore non sono passate inosservate sul web, provocando la reazione di chi sostiene le sue scelte e propone degli acquirenti per gli immobili, e chi invece si scaglia contro Dalla Palma il suo appoggio all’eutanasia. E immediata è giunta la risposta del visagista, che ha utilizzato nuovamente Facebook: “Per quanto riguarda la fine della mia vita, desidero sia chiaro che non ho mai fatto mistero di tutto questo: l’ho resa pubblica più di una volta questa mia riflessione e sono da anni iscritto ad Exit, proprio perché voglio programmare lo spegnimento del mio esistere. Qualcuno vuole chiamarlo suicidio? E allora, accidenti, chiamiamolo suicidio. Per me ha un diverso significato. Per me è solo un pensiero luminoso, positivo e concreto per evitare, fra qualche anno, pietismi, dolori morali e fisici, umiliazioni, atroci torture e corse ad ostacoli continue. Sparirò quando lo riterrò opportuno. Ho programmato già tutto, nei dettagli, con una lucidità e un senso lirico che mi fa vedere il sole anche nel cuore della notte”.
Evidentemente, i miei pensieri di ieri hanno alimentato in molte persone un solo ragionamento: quello collegato al mio…
Posted by Diego dalla Palma on Venerdì 17 aprile 2015