“La crescita non c’è. Probabilmente, nel giro di un anno, il lavoro si è fatto più frammentato”. Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, commenta così il calo di richieste di disoccupazione, pari al 17,1%, registrato a febbraio rispetto all’anno precedente. Secondo i dati diffusi dall’Inps, nel febbraio 2015 sono state presentate 119.519 domande tra Aspi, mini Aspi, mobilità e disoccupazione ordinaria e speciale edile. Un anno prima, il dato si attestava invece a quota 144.231. Eppure, benché le richieste di ammortizzatori sociali siano calate, il tasso di disoccupazione nello stesso periodo è addirittura aumentato. Nel febbraio 2015, il dato era pari al 12,7%, in aumento di 0,2 punti su base annua: nel giro di un anno, i disoccupati sono cresciuti di 67mila unità. “Sicuramente non si manifesta una crescita, come dimostra la sostanziale stabilità della disoccupazione – sottolinea Loy – La composizione sociale di quei disoccupati, probabilmente è cambiata nel tempo. C’è una parte sempre più ampia del mondo del lavoro temporaneo, fragile, che fa lavoretti brevi e non matura i requisiti per ottenere la disoccupazione. Però, quando la persona viene intervistata dall’Istat, risulta disoccupata perché non lavora più”.
L’altro dato comunicato dall’Inps è stato il calo delle ore autorizzate di cassa integrazione. A marzo 2015, le richieste sono scese del 43,8% su base annua, passando da 109 a 61 milioni. Nel dettaglio, le domande di cassa integrazione ordinaria sono diminuite del 17,6%, quelle di cig straordinaria del 31,4% e quelle di cig in deroga addirittura del 91,2 per cento. “Il calo delle ore autorizzate di cassa integrazione – spiega Loy – può essere spiegato con il fatto che le aziende stanno richiamando al lavoro i propri dipendenti beneficiari di ammortizzatori sociali, ma non assumono nuovo personale: non si produce occupazione aggiuntiva”. Riguardo alla cassa integrazione in deroga, poi, va fatto un discorso a parte: il problema, come sottolinea anche l’Inps, è che i dati “risentono dei fermi amministrativi per carenza di stanziamenti“. “Il governo – spiega il sindacalista – ha dato disposizione alle Regioni di utilizzare le risorse stanziate nella legge di Stabilità 2015 per saldare le richieste di cassa in deroga del 2014. Ma per l’anno in corso, ci sono zero risorse“. La conseguenza, nel ragionamento di Loy, è la paralisi del sistema: “Le Regioni, non avendo finanziamenti, ricevono le richieste di cassa in deroga ma non le autorizzano”. In questo quadro di mancanza di risorse, si inserisce anche un fattore psicologico. “C’è scoraggiamento – aggiunge Loy – Temiamo che le piccole aziende, sapendo che le richieste di cassa integrazione non saranno autorizzate, procedano direttamente ai licenziamenti. Ma questo aspetto lo verificheremo solo tra qualche mese”.